Invernali in Thien Shan

Nel Thien Shan, Simone Moro, Denis Urubko e Maksut Jumayev il 6/03 hanno salito il Mramornayestina (6400m). Un altro gruppo di alpinisti (del Kazakistan, Kirghistan, Uzbekistan) guidato da Rinat Khaibullin ha effettuato la traversata Karli Tau - Marble Wall.

Potenza dei cellulari! Abbiamo contattato al telefonino Simone Moro per chiedergli informazioni sui fortissimi alpinisti dell’ex U.R.S.S. dei quali è amico ed estimatore. E, fatalità, l’abbiamo ‘beccato’ proprio in Kazakistan, appena rientrato dall’invernale al Mramornayestina (6400m), montagna del Thien Shan ('I monti celesti' a confine tra Kazakistan e Kirghizistan). E’ la prima invernale di un occidentale in quella catena montuosa. Subito gli abbiamo chiesto se poteva inviarci delle notizie sulla salita, ecco quello che ci ha scritto (‘potenza e-mail’):


“Come promesso eccomi davanti ad una tastiera di computer con l’alfabeto cirillico ed il nostro, impresso sui tasti (che casino!)…
Come ho detto al cellulare sono riuscito a salire, insieme a Denis Urubko e Maksut Jumayev, in vetta al Mramornayestina (6400m). Una montagna del Thien Shan, dove l'inverno è più freddo e severo, rispetto a quello in Himalaya e in Karakorum.

Nessun occidentale era mai riuscito in una invernale, in alta quota, su una delle migliaia di vette di questa fantastica catena montuosa. E non nascondo l'orgoglio e l'onore di essere il primo a farlo.

In effetti ho toccato con mano cosa vuol dire fare una invernale da queste parti. La scala del termometro sul mio orologio arriva solo a -20 °C… e per tutto il tempo ha sempre segnato questa temperatura, a significare che in realtà è sempre stata più bassa. Pensiamo almeno intorno ai -30 gradi ce,tigradi: lo sputo si ghiacciava in aria...

Facevo parte di una spedizione di alpinisti selezionati del Kazakistan, Kirghistan, Uzbekistan, con alle spalle un inverno pieno di allenamenti pianificati per questo tentativo. Il gruppo era diviso in due team: il primo, di 7 alpinisti, tentava la traversata del Karli Tau - Marble Wall (6400m). Mentre l’altro, di 8 componenti, era diretto al pilastro sud del Marble Wall.
Io ero inserito in questo secondo gruppo, perché senza alcun acclimatamento e perché la via avrebbe permesso una fuga verso il basso. La traversata, invece, non poteva essere interrotta in caso di eventuali problemi.

Il 6 marzo - dunque solo 7 gioni dopo il mio atterraggio ad Almaty (infatti ho sofferto come un cane anche per la quota) - Denis Urubko, Maksut Jumayev ed io, eravamo in vetta al Mramornayestina (6400m). Cornici di neve, creste affilate, tratti di misto, e ghiaccio verde e durissimo per tutta la salita, sono state le componenti tecniche della nostra ascensione, e a causa di queste condizioni anche la discesa è stata delicatissima ed infida.
E’ stata una salita in stile alpino, rapidissima. Il tutto ha infatti richiesto due soli giorni, tra andata e ritorno: campo base a 3100 metri, vetta a 6400 metri e ritorno, inclusa la valle di 13 chilometri, percorsa, naturalmente, nelle due direzioni e a piedi.

Anche il team impegnato nella traversata del Karli Tau e del Marble wall ha raggiunto il suo obbiettivo: guidato da Rinat Khaibullin (salitore della sud del Lhotse...) è partito ed arrivato tutto compatto. Alcuni alpinisti hanno fatto ritorno con segni (non gravi) di congelamento e facce in parte stravolte ma felici.
Erano tutti alpinisti selezionati e dunque il top del top.
Il complimento più bello che mi è stato fatto alla fine della salita: "Simone sei proprio uno con la stessa testa di un alpinista dell'est..." e detto da loro…

Adesso rientrero' in Italia per preparare il prossimo progetto Everest-Lhotse...

Best regards, Simone Moro”


  
Progetti 2001
  Simone Moro il mio Everest
  Intervista a Simone Moro

Nelle foto dall'alto: Karli Tau - Marble Wall; Simone Moro; Denis Urubko.
(foto arch. S. Moro)


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