Ines Papert ripete The Hurting in Scozia

L'alpinista tedesca Ines Papert ha realizzato la prima salita femminile di The Hurting XI 11 a Coira una t-Sneachda in Scozia.
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Ines Papert realizza la prima salita femminile di The Hurting XI 11 a Coire an t-Sneachda in Scozia.
Nadir Khan
Ines Papert è appena tornata in Germania dopo un breve viaggio in Scozia dove è riuscita, tra le varie vie ripetute, a firmare la prima femminile di The Hurting, la difficile via invernale a Coira una t-Sneachda aperta da Dave MacLeod nel 2005 e considerata all'epoca la via di misto tradizionale più difficile del mondo.

Ospite del Fort William Mountain Festival, Papert si è recata a nord sapendo di essere in grande forma fisica – grazie anche alla ripetizione della ultra strapiombante via Ritter der Kokosnuss sulla Breitwangflue sopra Kandersteg in Svizzera - ma ben consapevole che le difficili vie invernali della Scozia avrebbero richiesto anche nervi d'acciaio. Dopo veloci ripetizioni di The Secret (Ben Nevis) e Never mind (Coira un Lochain, Cairngorms) venerdì 20 febbraio è salita a Coira una t-Sneachda, insieme a Seppi Pfnuer, per provare The Hurting, ma non era giornata: ad un certo punto ha sbagliato la linea, è caduta su un pecker (che fortunatamente ha tenuto), poi ha lottato per arrivare in cima. Due giorni più tardi è tornata, questa volta in “true Scottish conditions” come si dice e come si vede dalle foto, per ripetere la via in un'ora di arrampicata “impressionate”, come racconta il suo assicuratore Simon Yearsley.


IL PUNTO DI VISTA DELL'ASSICURATORE di Simon Yearsley

Il progetto era semplice: nell'ultimo giorno del suo viaggio in Scozia, fare sì che Ines provi The Hurting. Era super esaltata ma anche frustrata dopo il fallito tentativo insieme a Seppi qualche giorno prima. L'unico problema era il tempo - la mattina davano buono, con venti leggeri intorno all'alba ma poi veramente brutto in tarda mattinata, con venti tempestosi e neve pesante. Siamo fuggiti via dal Fort William Festival Climb Night il più presto possibile, direzione Cairngorms. Cielo stellato e venti leggeri. Perfetto. Ma tutto è cambiato alle 04:00 circa quando siamo stati svegliati dalle raffiche di vento che scuotevano il camper - il brutto tempo era arrivato in anticipo. Nadir e Ali sono arrivati poco dopo le 6:00 e poco dopo stavamo inciampando in salita, lottando contro il vento in forte aumento e contro le raffiche di neve.

Avevo convinto Ines che la parete di The Hurting avrebbe potuto essere al riparo dal vento, e la cosa migliore sarebbe quindi stato continuare a camminare e decidere in loco, alla base della via. Ma mi sbagliavo. La parete era continuamente investita da potenti raffiche di vento che cambiavano violentemente direzione, portando neve e nuvole basse. Ali e Nadir hanno rapidamente fissato la corda dall'alto per scattare le foto. Ines si è riscaldata, ha controllato per l'ultima volta il suo materiale poi è partita.

Arrampico da oltre 35 anni e questa salita è la più impressionante alla quale abbia mai assistito: movimenti precari all'inizio, alcuni pezzi di protezioni non buone fino ad un sicuro e rassicurante cordino, poi un traverso delicato ed un “eccentrico” dubbioso. Altri metri guadagnati, poi il vento era così forte che ha semplicemente soffiato via il cordino... Ah... 12m da terra con soltanto un dubbioso “eccentrico”, nel bel mezzo della crescente tempesta, salendo XI, 11. Ines ha continuato. Ha trovato delle buone protezioni nel muro sotto il tetto. Ha respirato. Mentre superava il tetto il vento è aumentato, spingendola fisicamente da un lato all'altro, le raffiche raggiungevano facilmente i 120 chilometri all'ora, se non di più.

Pensavo di chiudere gli occhi mentre Ines faceva i movimenti di grande equilibrio sulla ripida headwall, ad un certo punto la piccozza è scivolata via dalla presa e lei è rimasta appesa soltanto su un braccio teso. Ha tenuto. Ho tenuto gli occhi aperti. Lei ha continuato. Ali e io ci siamo guardati e siamo scoppiati a ridere, per quanto era ridicolo quello che stavamo vedendo. Seguiva una serie apparentemente infinita di allunghi potenti, con piedi e piccozze che scivolavano. Più volte Ines è completamente scomparsa nel crescente vortice. Poi il grido. L'urlo molto, molto forte, di gioia. Era finita. Ali e io abbiamo iniziato a respirare di nuovo. Nadir ha fermato le riprese. Siamo scesi con difficoltà, cercando spesso invano di mantenere il nostro equilibrio nella tempesta. Più tardi, seduti al caffè, abbiamo spiegato a Ines cosa vuol dire un "Hoolie".


Ines ringrazia:
Arc'teryx, Lowa, Black Diamond, Julbo, Red Chili
Simon ringrazia: Montane, Lyon Outdoor (Petzl & La Sportiva), Force Ten





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