Ignazio Piussi
L'11 giugno all'ospedale di Gemona si è spento all'età di 73 anni Ignazio Piussi, uno dei grandi alpinisti del periodo che va dagli anni '50 ai '70. Lo ricorda in questa intervista Roberto Sorgato, suo compagno di molte scalate.
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Immagine dal film "Ladro di montagne - Ignazio Piussi: montanaro, alpinista, esploratore" di Nereo Zeper - Genziana d'argento per la migliore opera di montagna al TrentoFilmfestival ed. 1999
arch. TrentoFilmfestival
Ignazio Piussi apparteneva alla montagna. Era nato dalla montagna e forse per questo era diverso, come uomo ma anche come alpinista. Certo è differente nascere con gli orizzonti segnati dalle cime e da antenati che inventarono il mestiere di Guida in Friuli, ti lascia un segno indelebile, un'impronta che ti accompagna per sempre. "Piussi era un uomo particolare, fuori dal coro, e da tutto" sono queste le prime parole con cui lo ricorda Roberto Sorgato, suo compagno di scalata ma anche, e soprattutto "compagno di 50 anni di vita".
Dal lento e sofferto incedere delle frasi si capisce che per Sorgato è difficile trovare le parole; probabilmente non ci sono per raccontare un'amicizia tanto profonda. Così non c'è traccia di celebrazione nei pensieri e nei ricordi che, piano piano, affiorano avvolti da una immensa nostalgia. "Ignazio non parlava mai di montagna e delle sue scalate, mai per tutti questi 50 anni si è soffermato sulle sue imprese. Solo una volta me ne parlò, ma solo per consigliarmi di non andare a fare la sua direttissima alla Torre Trieste - allora una prima ripetizione ambitissima - perché, disse, è tutta marcia, una vera porcheria".
"Ignazio umanamente era ricchissimo. Anche di difetti, naturalmente", continua Sorgato scegliendo tra le mille immagini che sicuramente gli si affollano dentro, "Era un uomo leale, schietto, era abituato a dire ciò che pensava e questo gli ha creato anche delle inimicizie. Era soprattutto l'uomo che risaltava, più che lo sportivo o l'alpinista. Anche se indubbiamente è stato un grande alpinista e un grande atleta, perché non bisogna dimenticare oltre alle sue grandi salite anche le sue vittorie con gli sci da fondo o nel salto dal trampolino. Ignazio era un fenomeno della natura, come "fiato" e come potenza. Non ne ho visti altri come lui.
Un giorno che era sul Monte Bianco, come sempre senza una lira in tasca, è partito a piedi da Chamonix, raggiunta Les Houches ha preso diritto su per la parete che dopo centinaia di metri di sfasciumi l'ha condotto al Dôme du Goûter e poi in cima al Bianco. Quindi, traversato il Mont Maudit e il Tacul è disceso alla Vallée Blanche e per questa è ritornato a Chamonix. Una traversata enorme, tutta in una giornata, e senza dire niente a nessuno. Forse sono l'unico che lo sa.
Ci sarebbero infinite cose da dire... anche che ha avuto una vita dura e che era una persona geniale ma forse ingenua. Quando l'atmosfera era quella giusta però sapeva raccontare le cose, era un grande intrattenitore, trascinante. Aveva girato il mondo e parlava, senza aver studiato, molte lingue. Gli piaceva fare, costruire: fino all'ultimo ha diretto i lavori di ristrutturazione della sua Malga Cragnedul. E amava la sua terra, le sue montagne, le Giulie...
Ho appena sentito Pierre Mazeau, mi ha detto che con Piussi si chiude un'epoca. Sì, un alpinista e una persona come lui non esiste più."
WebTv TrentoFilmfestival >> Ladro di montagne - Ignazio Piussi: montanaro, alpinista, esploratore, un film di Nereo Zeper
scheda - IGNAZIO PIUSSI
Nasce 22 aprile del 1935 a Pezzeit (in Val Raccolana, Friuli), ultimo di dieci figli. Il bisnonno, Giuseppe Piussi detto il Pucich, è stato la prima guida della Val Raccolana, così come pure suo nonno Ignazio, il prozio Osvaldo Pesamosca (guida di Kugy) ed il figlio di suo prozio Davide Pesamosca.
1952 prime esperienze alpinistiche con i fratelli Arnaldo e Berto Perissutti e Lorenzo Bulfon.
1954 1a ascensione Parete Nord del Piccolo Mangart di Coritenza.
1955 1a ascensione della parete nord (pilastro orientale) della Veunza (Gruppo del Mangart),con i fratelli Perissutti.
1955 1a ripetizione della via Lacedelli alla Cima Scotoni (Dolomiti)
1956 1a invernale della traversata della Catena del Mangart con Lorenzo Bulfon, Arnaldo Perissutti e Bruno Giacomuzzi)
1956 1a ascensione della parete nord (pilastro occidentale) della Veunza con A. Perissutti
1958 la sua 1a ascensione solitaria: spigolo Deye-Peters sulla Torre della Madre dei Camosci (Jof Fuart).
1959 1a ascensione della parete sud della Torre Trieste (Civetta - Dolomiti) con Giorgio Radaelli.
1961 1a ascensione del Pilone Centrale di Freney (Monte Bianco);
1962 1a ascensione del Pilastro Nord del Piccolo Mangart di Coritenza con Sergio Bellini e U. Perissutti
1963 1a invernale della via Solleder-Lettembauer alla Civetta (Dolomiti), con Sergio Radaelli e Tony Hiebeler
1965 1a ascensione alla Punta Tissi (Civetta-Dolomiti) con Roberto Sorgato e Pierre Mazeaud
1967 1a ascensione dello spigolo nordovest della Cima su Alto (Civetta - Dolomiti) con Alziro Molin, Aldo Anghileri, Ernesto Panzeri
1968 spedizione in Antartide organizzata dal C.A.I. e dal Centro Nazionale Ricerche. Durante una marcia esplorativa di ventuno giorni sale otto cime inviolate. Sono i primi italiani ad inoltrarsi nel continente antartico.
1975 spedizione italiana guidata da Riccardo Cassin alla parete sud del Lhotse
Dal lento e sofferto incedere delle frasi si capisce che per Sorgato è difficile trovare le parole; probabilmente non ci sono per raccontare un'amicizia tanto profonda. Così non c'è traccia di celebrazione nei pensieri e nei ricordi che, piano piano, affiorano avvolti da una immensa nostalgia. "Ignazio non parlava mai di montagna e delle sue scalate, mai per tutti questi 50 anni si è soffermato sulle sue imprese. Solo una volta me ne parlò, ma solo per consigliarmi di non andare a fare la sua direttissima alla Torre Trieste - allora una prima ripetizione ambitissima - perché, disse, è tutta marcia, una vera porcheria".
"Ignazio umanamente era ricchissimo. Anche di difetti, naturalmente", continua Sorgato scegliendo tra le mille immagini che sicuramente gli si affollano dentro, "Era un uomo leale, schietto, era abituato a dire ciò che pensava e questo gli ha creato anche delle inimicizie. Era soprattutto l'uomo che risaltava, più che lo sportivo o l'alpinista. Anche se indubbiamente è stato un grande alpinista e un grande atleta, perché non bisogna dimenticare oltre alle sue grandi salite anche le sue vittorie con gli sci da fondo o nel salto dal trampolino. Ignazio era un fenomeno della natura, come "fiato" e come potenza. Non ne ho visti altri come lui.
Un giorno che era sul Monte Bianco, come sempre senza una lira in tasca, è partito a piedi da Chamonix, raggiunta Les Houches ha preso diritto su per la parete che dopo centinaia di metri di sfasciumi l'ha condotto al Dôme du Goûter e poi in cima al Bianco. Quindi, traversato il Mont Maudit e il Tacul è disceso alla Vallée Blanche e per questa è ritornato a Chamonix. Una traversata enorme, tutta in una giornata, e senza dire niente a nessuno. Forse sono l'unico che lo sa.
Ci sarebbero infinite cose da dire... anche che ha avuto una vita dura e che era una persona geniale ma forse ingenua. Quando l'atmosfera era quella giusta però sapeva raccontare le cose, era un grande intrattenitore, trascinante. Aveva girato il mondo e parlava, senza aver studiato, molte lingue. Gli piaceva fare, costruire: fino all'ultimo ha diretto i lavori di ristrutturazione della sua Malga Cragnedul. E amava la sua terra, le sue montagne, le Giulie...
Ho appena sentito Pierre Mazeau, mi ha detto che con Piussi si chiude un'epoca. Sì, un alpinista e una persona come lui non esiste più."
WebTv TrentoFilmfestival >> Ladro di montagne - Ignazio Piussi: montanaro, alpinista, esploratore, un film di Nereo Zeper
scheda - IGNAZIO PIUSSI
Nasce 22 aprile del 1935 a Pezzeit (in Val Raccolana, Friuli), ultimo di dieci figli. Il bisnonno, Giuseppe Piussi detto il Pucich, è stato la prima guida della Val Raccolana, così come pure suo nonno Ignazio, il prozio Osvaldo Pesamosca (guida di Kugy) ed il figlio di suo prozio Davide Pesamosca.
1952 prime esperienze alpinistiche con i fratelli Arnaldo e Berto Perissutti e Lorenzo Bulfon.
1954 1a ascensione Parete Nord del Piccolo Mangart di Coritenza.
1955 1a ascensione della parete nord (pilastro orientale) della Veunza (Gruppo del Mangart),con i fratelli Perissutti.
1955 1a ripetizione della via Lacedelli alla Cima Scotoni (Dolomiti)
1956 1a invernale della traversata della Catena del Mangart con Lorenzo Bulfon, Arnaldo Perissutti e Bruno Giacomuzzi)
1956 1a ascensione della parete nord (pilastro occidentale) della Veunza con A. Perissutti
1958 la sua 1a ascensione solitaria: spigolo Deye-Peters sulla Torre della Madre dei Camosci (Jof Fuart).
1959 1a ascensione della parete sud della Torre Trieste (Civetta - Dolomiti) con Giorgio Radaelli.
1961 1a ascensione del Pilone Centrale di Freney (Monte Bianco);
1962 1a ascensione del Pilastro Nord del Piccolo Mangart di Coritenza con Sergio Bellini e U. Perissutti
1963 1a invernale della via Solleder-Lettembauer alla Civetta (Dolomiti), con Sergio Radaelli e Tony Hiebeler
1965 1a ascensione alla Punta Tissi (Civetta-Dolomiti) con Roberto Sorgato e Pierre Mazeaud
1967 1a ascensione dello spigolo nordovest della Cima su Alto (Civetta - Dolomiti) con Alziro Molin, Aldo Anghileri, Ernesto Panzeri
1968 spedizione in Antartide organizzata dal C.A.I. e dal Centro Nazionale Ricerche. Durante una marcia esplorativa di ventuno giorni sale otto cime inviolate. Sono i primi italiani ad inoltrarsi nel continente antartico.
1975 spedizione italiana guidata da Riccardo Cassin alla parete sud del Lhotse
Note:
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www.trentofestival.it | |
webtv |
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