Hystrix, nuova via in Sicilia per Matteo Giglio
In questo mese di settembre Matteo Giglio ha completato in solitaria Hystrix (200 m, 8b? max, 7a obbl.) sulla parete Nord del Pizzo Campana (1220 m), una nuova via che ha aperto, accompagnato da vari compagni, in 6 giorni di arrampicata distribuiti tra il 2008 e il 2010.
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Vista da sotto della parete nord del Pizzo Campana, Hystrix sale a destra
arch. Matteo Giglio
Nell'entroterra di Palermo, vicino a Corleone, la guida alpina valdostana Matteo Giglio ha scovato una parete incredibilmente verticale su cui ha tracciato nell'arco di due anni una via molto impegnativa e continua che si candida a diventare un bel challenge per top climbers. Infatti scrive Matteo: "si tratta sicuramente di una via molto impegnativa, con pochi tratti “facili”: un tiro di 6c+, due di 7b e tutti gli altri sopra il 7c/8a..." aggiungendo che resta ancora aperta "una salita rotpunkt completa"...
Giglio non è alla prima esperienza di apertura in Sicilia; nel 2007 aveva aperto “La collina dei conigli” (160 m, 6b+ max, 6a+ obbl.) sulla parete nord del Monte Monaco a San Vito lo Capo e nel 2009 “Chiacchiere e distintivo” (180 m, 7b max, 6c obbl.) sulla parete nord dell'Addaura (Monte Pellegrino) a Palermo.
HYSTRIX di Matteo Giglio
Tutto è iniziato durante un viaggio esplorativo nell'entroterra di Palermo. Ero stato a vedere da vicino l'estetico pilastro di Pizzo Nicolosi dove un gruppo di arrampicatori della Repubblica Ceca aveva salito alcune vie estreme, chiodate dal basso con distanze tra le protezioni a dir poco chilometriche! Sulla via del ritorno, diretti verso i mitici cannoli siciliani di Piana degli Albanesi, scorgo sulla destra una parete liscia e verticale che sovrasta la riserva naturale del Bosco della Ficuzza: si tratta di Pizzo Campana (1220 m), una sorta di propaggine della più nota Rocca Busambra (1613 m). Impossibile resistere alla tentazione, mi precipito alla base per vedere di cosa si tratta.
Con gran stupore noto la totale assenza di vie su una superficie calcarea verticale alta 200 metri e larga più di un centinaio! Neanche una via... ma neanche troppi punti deboli per salire. Raccolgo la sfida e qualche giorno dopo sono di nuovo alla base con trapano e fix. Insieme a Marco Farina, in una gelida giornata di dicembre 2008, saliamo il primo tiro constatando subito la compattezza della roccia e l'estrema difficoltà a leggerne la conformazione: da una parte pochi buchi netti per il cliff e poche fessure... dall'altra invece la ferma volontà di non salire da fix a fix in artificiale. Risultato: progressione lentissima, anche complice la temperatura non proprio accomodante.
Ritorno il giorno dopo con la local Livia Guarino... e saliamo solo un altro tiro. Troppo freddo, troppo vento. Chi l'avrebbe mai detto che in Sicilia, a 1200 metri di quota nel mese di dicembre, facesse così freddo? Ammetto di aver peccato di presunzione in questo senso: i local del resto mi avevano messo in guardia “èffreddooo in quel posto!”, pronunciato con la tipica cadenza palermitana. Da parte mia, forte di un buon curriculum invernale sulle più celebri pareti nord delle Alpi, ho pensato che i siciliani avessero poca esperienza di montagna per fare simili affermazioni. Invece, come un pivello, sono stato punito da un vento gelido inaudito! Tutta esperienza, c'è sempre da imparare... soprattutto in modestia :) Il progetto di Pizzo Campana, dunque, è rimasto fermo in attesa di tempi (anche meteorologici) migliori.
L'occasione per tornare a finire la via viene offerta quasi un anno dopo dal primo meeting di arrampicatori della Sicilia, denominato San Vito Climbing Festival e in programma nei primi giorni di ottobre 2009. Insieme ad Anna Torretta riprendo a salire lungo la parete dal punto massimo raggiunto. Contavo di uscire in cima alla parete... ma in due giorni molto faticosi sono riuscito ad aprire solo tre tiri! Le difficoltà sono sempre elevatissime e non viene concesso un attimo di respiro. Ne sa qualcosa anche Marco Spataro che è venuto un giorno a scattare qualche foto... la sua simpatica frase ricorrente era “bravi, eh... ma lenti!” Anche questa volta la via rimane incompiuta: un'occasione senza dubbio per tornare nella calda e accogliente Sicilia.
Ultimo capitolo: settembre 2010. La parete nord di Pizzo Campana è ormai un pensiero fisso. Sono solo 200 metri di parete: possibile che ci si debba impiegare tutto questo tempo per aprire una via? Torno da solo per salire gli ultimi due tiri. In due giorni di sforzi in autoassicurazione apro quelle ultime due lunghezze che mi permettono di sbucare finalmente in cima alla parete. La soddisfazione è enorme... per essere stato il primo ad aver salito una parete stranamente ancora vergine di questo tipo, ma soprattutto per non essermi arreso di fronte alle notevoli difficoltà che di volta in volta si presentavano.
Sono tornato qualche giorno dopo a ripetere la via insieme a Livia Guarino per cercare di valutare più oggettivamente le difficoltà dei singoli tiri. Il risultato è che si tratta sicuramente di una via molto impegnativa, con pochi tratti “facili”: un tiro di 6c+, due di 7b e tutti gli altri sopra il 7c/8a... attualmente manca una salita rotpunkt completa, che cedo volentieri a top climbers con un livello certamente molto più elevato del mio. Personalmente mi accontento di aver messo il sigillo su questa bella parete con la consapevolezza di aver creato un itinerario al massimo delle mie possibilità. A tutti i futuri ripetitori va il mio “in bocca al lupo”... nella speranza di poter vedere quanto prima una salita completamente in arrampicata libera.
Ho scelto di chiamare questo itinerario con il nome latino dell'istrice (Hystrix), animale che si trova in questa zona come testimoniano i numerosi aculei rinvenuti nel bosco alla base. Purtroppo non ho avuto la fortuna di vederlo dal vivo. Inoltre mi piaceva la similitudine tra il curioso mammifero che si difende grazie ai suoi aculei e la parete che, in qualche modo, ha cercato di difendersi dai miei numerosi attacchi... ma che, alla fine, fortunatamente si è lasciata addomesticare.
Matteo Giglio
Si ringrazia per la collaborazione: Blue Ice, Camp, Cassin, Edelweiss, Montura, Salice, Scarpa.
>> Scheda HYSTRIX
>> Scheda LA COLLINA DEI CONIGLI
>> Scheda CHIACCHIERE E DISTINTIVO
Giglio non è alla prima esperienza di apertura in Sicilia; nel 2007 aveva aperto “La collina dei conigli” (160 m, 6b+ max, 6a+ obbl.) sulla parete nord del Monte Monaco a San Vito lo Capo e nel 2009 “Chiacchiere e distintivo” (180 m, 7b max, 6c obbl.) sulla parete nord dell'Addaura (Monte Pellegrino) a Palermo.
HYSTRIX di Matteo Giglio
Tutto è iniziato durante un viaggio esplorativo nell'entroterra di Palermo. Ero stato a vedere da vicino l'estetico pilastro di Pizzo Nicolosi dove un gruppo di arrampicatori della Repubblica Ceca aveva salito alcune vie estreme, chiodate dal basso con distanze tra le protezioni a dir poco chilometriche! Sulla via del ritorno, diretti verso i mitici cannoli siciliani di Piana degli Albanesi, scorgo sulla destra una parete liscia e verticale che sovrasta la riserva naturale del Bosco della Ficuzza: si tratta di Pizzo Campana (1220 m), una sorta di propaggine della più nota Rocca Busambra (1613 m). Impossibile resistere alla tentazione, mi precipito alla base per vedere di cosa si tratta.
Con gran stupore noto la totale assenza di vie su una superficie calcarea verticale alta 200 metri e larga più di un centinaio! Neanche una via... ma neanche troppi punti deboli per salire. Raccolgo la sfida e qualche giorno dopo sono di nuovo alla base con trapano e fix. Insieme a Marco Farina, in una gelida giornata di dicembre 2008, saliamo il primo tiro constatando subito la compattezza della roccia e l'estrema difficoltà a leggerne la conformazione: da una parte pochi buchi netti per il cliff e poche fessure... dall'altra invece la ferma volontà di non salire da fix a fix in artificiale. Risultato: progressione lentissima, anche complice la temperatura non proprio accomodante.
Ritorno il giorno dopo con la local Livia Guarino... e saliamo solo un altro tiro. Troppo freddo, troppo vento. Chi l'avrebbe mai detto che in Sicilia, a 1200 metri di quota nel mese di dicembre, facesse così freddo? Ammetto di aver peccato di presunzione in questo senso: i local del resto mi avevano messo in guardia “èffreddooo in quel posto!”, pronunciato con la tipica cadenza palermitana. Da parte mia, forte di un buon curriculum invernale sulle più celebri pareti nord delle Alpi, ho pensato che i siciliani avessero poca esperienza di montagna per fare simili affermazioni. Invece, come un pivello, sono stato punito da un vento gelido inaudito! Tutta esperienza, c'è sempre da imparare... soprattutto in modestia :) Il progetto di Pizzo Campana, dunque, è rimasto fermo in attesa di tempi (anche meteorologici) migliori.
L'occasione per tornare a finire la via viene offerta quasi un anno dopo dal primo meeting di arrampicatori della Sicilia, denominato San Vito Climbing Festival e in programma nei primi giorni di ottobre 2009. Insieme ad Anna Torretta riprendo a salire lungo la parete dal punto massimo raggiunto. Contavo di uscire in cima alla parete... ma in due giorni molto faticosi sono riuscito ad aprire solo tre tiri! Le difficoltà sono sempre elevatissime e non viene concesso un attimo di respiro. Ne sa qualcosa anche Marco Spataro che è venuto un giorno a scattare qualche foto... la sua simpatica frase ricorrente era “bravi, eh... ma lenti!” Anche questa volta la via rimane incompiuta: un'occasione senza dubbio per tornare nella calda e accogliente Sicilia.
Ultimo capitolo: settembre 2010. La parete nord di Pizzo Campana è ormai un pensiero fisso. Sono solo 200 metri di parete: possibile che ci si debba impiegare tutto questo tempo per aprire una via? Torno da solo per salire gli ultimi due tiri. In due giorni di sforzi in autoassicurazione apro quelle ultime due lunghezze che mi permettono di sbucare finalmente in cima alla parete. La soddisfazione è enorme... per essere stato il primo ad aver salito una parete stranamente ancora vergine di questo tipo, ma soprattutto per non essermi arreso di fronte alle notevoli difficoltà che di volta in volta si presentavano.
Sono tornato qualche giorno dopo a ripetere la via insieme a Livia Guarino per cercare di valutare più oggettivamente le difficoltà dei singoli tiri. Il risultato è che si tratta sicuramente di una via molto impegnativa, con pochi tratti “facili”: un tiro di 6c+, due di 7b e tutti gli altri sopra il 7c/8a... attualmente manca una salita rotpunkt completa, che cedo volentieri a top climbers con un livello certamente molto più elevato del mio. Personalmente mi accontento di aver messo il sigillo su questa bella parete con la consapevolezza di aver creato un itinerario al massimo delle mie possibilità. A tutti i futuri ripetitori va il mio “in bocca al lupo”... nella speranza di poter vedere quanto prima una salita completamente in arrampicata libera.
Ho scelto di chiamare questo itinerario con il nome latino dell'istrice (Hystrix), animale che si trova in questa zona come testimoniano i numerosi aculei rinvenuti nel bosco alla base. Purtroppo non ho avuto la fortuna di vederlo dal vivo. Inoltre mi piaceva la similitudine tra il curioso mammifero che si difende grazie ai suoi aculei e la parete che, in qualche modo, ha cercato di difendersi dai miei numerosi attacchi... ma che, alla fine, fortunatamente si è lasciata addomesticare.
Matteo Giglio
Si ringrazia per la collaborazione: Blue Ice, Camp, Cassin, Edelweiss, Montura, Salice, Scarpa.
>> Scheda HYSTRIX
>> Scheda LA COLLINA DEI CONIGLI
>> Scheda CHIACCHIERE E DISTINTIVO
Note:
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