Fuga dal Cerro Torre

Il racconto della ritirata dalla sud del Cerro Torre di Bubu Bole e Riccardo Milani.
La Patagonia di quest'inizio d'anno non ha perdonato neanche la spedizione di Mauro Bubu Bole, Riccardo Milani, Ulderico Mazzoleni e Paolo Schiavo, diretta alla parete sud del Cerro Torre. Bubu e Riccardo, dopo due mesi di tempeste e bufere (di quelle "memorabili" anche per la proverbiale tradizione patagonica) hanno giocato la carta dell'ultimo tentativo. Così, si sono cacciati nell'ennesimo "occhio del ciclone". Ecco il racconto della loro "fuga" dalla sud del Torre.


Fuga dal Cerro Torre di Bubu Bole e Riccardo Milani

"14 marzo 2003. Una breve schiarita ci ha incoraggiato ad effettuare l'ennesimo tentativo sul Cerro Torre. Circa 70cm di neve fresca caduta sul ghiacciaio rallentano notevolmente la nostra marcia di salita, sia per il pericolo costituito dai crepacci coperti e nascosti sia per la necessità di battere nuovamente la pista. In pochissimo tempo le condizioni meteorologiche sono mutate, ed a metà ghiacciaio si è scatenata una tempesta di neve. In serata raggiungiamo la base della sud dove pernottiamo nel portaledge.

Intanto la tempesta non accenna minimamente a diminuire. E il "concerto" continuerà per tutta la notte. La maggiore preoccupazione ci viene dal continuo movimento della massa nevosa che, con slavine e sassi, minaccia la nostra linea di salita. Solo a metà del mattino riusciamo ad uscire dal portaledge… E, con stupore, scopriamo l'enorme quantità di neve ammassata sul ripido cono di accesso alla crepaccia terminale.

Risaliamo in direzione dei tiri attrezzati nei giorni precedenti. Ma delle "corde fisse"non c'è traccia; sono completamente sommerse dalla neve. Impossibile usarle. Come se non bastasse il materiale che avevamo depositato alla base delle fisse è scomparso.

Con rabbia (molta forza di volontà) e notevole fatica scaviamo circa 12 metri nella neve. Cerchiamo ininterrottamente per otto ore. Poi, la notte ci costringe a ritirarci nel portaledge.

Speravamo nel miglioramento del tempo, ma... invano! A questo punto il portaledge era l'unico posto sicuro, visto che dalla parete sud del Torre e dai pendii del Cerro Adela continuavano a cadere pericolose valanghe.

Per tutta la notte ed il mattino seguente la bufera ha imperversato sulla montagna. Molte volte abbiamo dovuto uscire per spalare la neve che cresceva a vista d'occhio, minacciando di sommergere il portaledge, inizialmente fissato sulla parete a circa 8 metri dalla base del ghiacciaio. Alle ore 12 l'angolo del portaledge a monte è stato colpito da una slavina.

In quel momento abbiamo capito di essere in pericolo e di non avere più un luogo sicuro dove ripararci, era indispensabile fuggire! La fuga comportava altri grossi rischi: neve fresca alta oltre un metro e mezzo, continue minacciose valanghe da attraversare, e violente raffiche di vento. La nostra sicurezza era seriamente minacciata.

Alle 22,30 - dopo circa 7 ore di faticosa e rocambolesca discesa dal ghiacciaio in cui siamo sfuggiti a due slavine, sopravvissuti ad un volo di oltre 50 metri ed a una raffica di vento che ci ha scaraventati a terra per oltre 20 metri - abbiamo raggiunto la tendina del campo intermedio, mentre il ghiacciaio era spazzato da una violentissima bufera. Ci siamo stretti la mano guardandoci negli occhi consapevoli di avere sfiorato la morte.

Siamo felici di essere vivi, con il grande rammarico di essere stati beffati per oltre due mesi dal mal tempo e dalla sfortuna. Qui si chiude anche questa spedizione."


Riccardo Milani e Bubu Bole
Bubu Bole e Riccardo Milani ,autoscatto in portaledge
(foto Riccardo Milani)

Bubu alla ricerca del materiale
(foto Riccardo Milani)

Il portaledge... sommerso.
(foto Riccardo Milani)

www.bubuclimb.com
la spedizione




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