Fitz Roy, Patagonia, nuova via slovacca per Michal Sabovčík e Ján Smolen
INTERVISTA a Jan Smolen di Miloš Kaláb e Mišo Žilka
Jan, come'è andata la spedizione quest'anno? È filata tutto liscio oppure avete avuto delle complicazioni?
Un bel po' di complicazioni! Proprio all'inizio abbiamo perso la prima settimana di bel tempo a causa di problemi intestinali. Probabilmente abbiamo mangiato qualcosa di sbagliato, abbiamo iniziato l'avvicinamento ma non siamo andati lontani... abbiamo perso alcuni giorni di bel tempo e anche un po' delle nostre forze. Per fortuna non è durato a lungo e dopo un paio di giorni eravamo nuovamente pronti. Un'altra storia è quella di un mazzo di Camelots che abbiamo dimenticato a El Chalten... Ma per il resto il viaggio è andato bene.
Come mai Fitz Roy?
Il Fitz Roy era in realtà il nostro obiettivo secondario. Siamo andati in Patagonia per tentare una nuova via sul Cerro Torre, ma a causa delle alte temperature, il pericolo dei seracchi ed i funghi di neve posti sopra la linea abbiamo deciso di provare a scalare il Fitz Roy. Un anno fa abbiamo salito la Poincenot e mentre eravamo seduti in cima abbiamo notato una bella linea sulla parete sud del Fitz Roy. Da vicino però ci siamo resi conto che offriva difficili fessure offwidths, così abbiamo scelto un'altra linea più a destra che ci sembrava un po' più facile.
Come erano le condizioni?
Abbiamo incontrato difficoltà sui primi quattro tiri che erano pieni di ghiaccio. Questo ci ha rallentato e abbiamo sofferto il freddo. Ma Michal Sabovcik è un alpinista fortissimo, si è spinto avanti e ha salito tutte le sezioni più difficili. Dopo di che la via è diventata bella, roccia fredda ma pulita, e io sono andato da primo. Sono salito da capocordata per il resto della via, fino alla cresta sommitale. È bello avere un compagno di cordata che ha delle caratteristiche complementari alle tue, così il tutto diventa un gioco di squadra perfetto.
La via vi ha impegnati per quanto tempo?
Due giorni. Il primo giorno abbiamo salito otto tiri, poi abbiamo passato la notte all'ottava sosta, seduti - grazie a Dio – molto meglio che appesi sull'imbrago! Il giorno successivo abbiamo salito la parte alta della linea. Le previsioni del tempo erano buone per il giorno successivo, così abbiamo abbandonato l'idea di fare le doppie al buio e ci siamo goduti la comoda notte e la bellissima alba in cima. La mattina del 31 gennaio abbiamo fatto colazione e ci siamo calati.
Parlaci dello stile d'arrampicata e delle protezioni?
Abbiamo lasciato in parete circa sei chiodi ed alcune fettucce. Non avevamo spit con noi. Abbiamo salito quello che ci era possibile in libera, quello che era troppo difficile oppure pericoloso l'abbiamo fatto in artificiale. Il capocordata ha scalato leggero e veloce, mentre il secondo è risalito sulle corde con i jumar e ha tirato su tutto il materiale. I tiri saliti in libera li abbiamo fatti a-vista.
Vi è dispiaciuto non salire tutto in libera?
No, non lì. Siamo saliti in velocità. Alcuni tiri sarebbero stati veramente difficili in libera. Hai le mani ed i piedi congelati, e su alcune fessure offwidths strapiombanti dovresti lottare come un matto per ore, ci sarebbe costato troppo tempo. Solo adesso, dopo tanto tempo, penso a volte che avrei forse potuto lottare un po' di più.
Paura? Stress?
Niente di drammatico. La qualità della roccia era perfetta, non abbiamo dovuto pensare a roccia friabile, a ghiaccio che poteva caderci in testa. Poi Michal è un grande compagno di cordata, puoi sempre contare su di lui e sulle sue buone vibrazioni, arrampicare insieme a lui è sempre perfetto.
Perché secondo te l'arrampicata in Patagonia è così unica?
Paesaggi bellissimi, roccia buona, cime impressionanti, avvicinamenti lunghi, nessun elicottero, soccorso alpino o segnale per il cellulare. E, naturalmente, il famoso tempo patagonico. Tutte queste cose insieme fanno l'avventura che amo!
Com'è la vita a El Chalten? Com'era l'atmosfera?
Non è molto divertente aspettare il bel tempo per settimane di fila. Ma quando puoi trascorrere il tempo in maniera piacevole, facendo barbecue con gli amici, del boulder, corsa, nuoto nel fiume, mountain bike, trekking in zona, allora lì puoi avere una vacanza perfetta! In più, c'è una grande comunità di arrampicatori da tutto il mondo, per cui è sempre divertente, puoi parlare per ore, fare un sacco di cose diverse.
È così che la via ha preso il nome, Asado?
La traduzione letterale è "cotto" (carne arrostita ad alta temperatura in un forno o lla griglia). Quando eravamo in montagna abbiamo continuato a pensare al prossimo barbecue con Alexis e Gael, i nostri amici di El Chalten. Durante la salita abbiamo continuato a parlare dell'enorme "Asado" che avremo fatto dopo aver completato la via, con un sacco di carne, vino, birra e, soprattutto, molti amici. I momenti migliori che abbiamo trascorso a El Chalten sono stati nel giardino dei nostri amici, allora la nostra via non poteva chiamarsi in maniera diversa. E alla fine l'Asado che abbiamo mangiato era esattamente come l'avevamo sognato in montagna. Grazie amici!
A proposito di sogni... quelli futuri per l'arrampicata?
Ho un sacco di sogni, in questo momento però non so quale sarà il prossimo...
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