Est è est, un trittico sul Catinacccio in Dolomiti. Di Tom Ballard
7 maggio 2014 - Baptism of Fire, il nostro battesimo di fuoco, è iniziato con noi che siamo saliti con le pelli da foca attraverso la deserta Gardeccia per proseguire a piedi verso l’accattivante parete est del Catinaccio. Qui abbiamo piantato una tenda. Avremmo potuto dormire nel bivacco invernale del Rifugio Vajolet, ma la mattina successiva avremmo dovuto fare una breve sciata e poi effettuare la noiosa traversata in salita su neve ghiacciata…
La notte era fredda, molto più fredda di quanto mi aspettassi quando ho preso il mio sacco a pelo leggero! Il sole del mattino ha portato un po’ di calore, benvenuto a tutti e due. Poi abbiamo cominciato a salire. Ho sentito un urlo e, guardandomi intorno, ho notato la vicina collina abbondare di poliziotti! La loro guida, Germano Rasom, vedendo qualcuno che si arrampicava su pareti altrimenti vuote e, intuendo correttamente che si trattasse di un solitario inglese (questa volta accompagnato da un italiana), ci stava salutando.
Era dal primo giorno che io e Stefania Pederiva arrampicavamo insieme che avevo in mente di fare questa nuova linea, ma inizialmente andare ad arrampicare a San Nicolò con lei era un'offerta che non potevo certo rifiutare!
Immediatamente ho cominciato a pensare a questa linea come 'nostra' via, volevo che fosse lei ad accompagnarmi durante la prima libera. Abbiamo salito una serie di vie insieme, soprattutto sul Piz Ciavazes, di facile accesso. Poi le ho chiesto se voleva accompagnarmi su questa via. Mi ha risposto di sì, con circospezione. Ho cercato di non parlare della roccia marcia sui primi tiri (avevo tagliato le mie corde qui), e della traversata. Diciamo che Stefi preferisce salire verso l'alto, piuttosto che fare delle traversate! Che bello per me avere una compagna di cordata con la quale condividere la soddisfazione che si sente quando si fa qualcosa di nuovo. E, soprattutto, una compagna così bella!
Alla fine è stato un grande successo. Abbiamo raggiunto la cima quando il sole se ne era già andato a brillare su altri pareti; era diventato molto freddo mentre salivamo gli ultimi tiri e quando siamo scesi in doppia. Così lei è diventata la quarta generazione della sua famiglia ad aver aperto una nuova via sul Catinaccio!
8 giugno 2014 - Marco Desilvestro molto gentilmente ci ha dato un passaggio lassù, quasi quasi non abbiamo fatto la minima fatica per raggiungere la base della via. Un inizio in contrasto completo con i miei altri tentativi, quando salivo in bici da Pera. Ho arrampicato dal basso, inizialmente non volevo usare degli spit, ma dopo diverse cadute quando i cliff un po' incerti hanno deciso di uscire fuori... ho portato su il mio trapano. Dopo aver salito tutti i tiri era arrivato il momento di pulire la via e cercare di decifrare i movimenti. Non avevo corda sufficiente per fissare tutta la via e a questo punto salivo la conca Gartl a piedi, dietro la Punta Emma per raggiungere la cima della via, attraversando erti pendii di neve e facili roccette, bagnate. Poi c’è stata quella mattina in cui ho "diretto" un paio di statunitensi persi. Il loro obiettivo: Spigolo Delago, per una volta completamente vuoto!
Abbiamo aspettato un po’ finche il sole ha cominciato a leccare la parete. La giornata era molto calda, in totale contrasto con l'ultima volta. Ho arrampicato senza maglietta! Mio padre aveva fatto la lunga passeggiata per scattarci qualche foto. Scarlet Fever, Scarlattina, era diventata la nostra seconda via... spero di molte...
Ritorniamo al 2015, Beauty and the Beast, La Bella e la Bestia, eravamo entrambi molto sudati quando siamo arrivati alla base della via, dopo aver salito a piedi da Muncion. Il primo tiro ha le sequenze più difficili. Prese piccole, movimenti tecnici e complessi su roccia perfetta. Sono volato durante il mio primo tentativo, quando è esplosa una tacca! Roccia perfetta dicevo? Beh, quasi!
I seguenti tre tiri sono più rilassati, con pochi movimenti difficili qua e là che rendono la cosa interessante. Poi improvvisamente la parete diventa erta. Il quinto tiro è molto strapiombante ma, come il primo tiro, completamente spittato. Ma non secondo gli standard dell’arrampicata sportiva! Dopo una facile passeggiata su roccia friabile si raggiunge il penultimo tiro: arrampicata con protezioni distanti su una parete verticale, un vero contrasto. Naturalmente il sole ci aveva lasciato, ma in cima ci siamo spogliati di nuovo e ci siamo stesi sui prati in discesa, con il lavoro ben fatto che riempiva le nostre menti soddisfatte.
Durante questo inverno Stefi mi aveva chiesto perché non stavo scalando le sei pareti sud, e lì, nel tepore del sole, ho pensato che non aveva tutti i torti!
di
Tom Ballard
Tom Ballard ringrazia: C.A.M.P. Cassin, GM, S.C.A.R.P.A.,Virna Pierobon Projects
15/10/2014 - Tom Ballard, l'arrampicata nelle vene
Intervista al forte climber ed alpinista inglese Tom Ballard.
20/03/2015 - Tom Ballard completa le sei nord delle Alpi in inverno ed in solitaria
Con la sua salita dell'Eiger effettuata ieri, Tom Ballard ha ora completato il suo progetto Starlight and Storm che prevedeva di salire le delle sei grandi pareti nord delle Alpi in solitaria invernale in un'unica stagione: Cima Grande di Lavaredo, Pizzo Badile, Cervino, Grandes Jorasses, Petit Dru e l'Eiger.
Expo.Planetmountain | |
C.A.M.P. | |
S.C.A.R.P.A. | |
www | |
FB Tom Ballard |