Enrico Sasso, apertura in solitaria sulla nord del Marguareis
Martedì 11 dicembre 2018 Enrico Sasso ha aperto in solitaria ed in giornata Rose, una impegnativa via di misto sulla parete nord del Marguareis nelle Alpi Liguri. La linea è stata descritta dal 34enne alpinista ligure come "estetica, logica e dura". La via è stata ripetuta da Luca Avagnina, Simone Greci e Enrico Oberto che si sono aggiudicati la prima ripetizione, poi subito dopo da Rossano Libera e Sabina Bottà, e quindi da Livio Belliardo e Tommaso Cavagnero. Stando alle parole di Libera "L'ambiente è magico, isolamento totale in una zona comunque carica di storia e di storie…" Ecco come Enrico Sasso ci ha raccontato la sua giornata da solo sulla nord.
Rose di Enrico Sasso
Avevo studiato la salita da un mese, sapevo che con questa poca neve, questo gran freddo e comunque sbalzi di temperature poteva crearsi la possibilità di una salita. Ho paragonato la parete con le foto che avevo scattato negli anni scorsi quando passavo con gli sci, e intravedevo una possibile linea di salita. Ho anche chiesto informazioni ad Andrea Parodi, grande conoscitore del gruppo del Marguareis, e mi ha detto che lì non c’era niente a parte una via del ’24 su roccia, ma che questa non andava a finire in mezzo dove volevo salire io. In inverno nessuno era mai salito da lì, soprattutto non su una linea così diretta alla vetta. Infatti, sono sbucato praticamente sul plateau sommitale, a pochi metri dalla croce. Una diretta vera e propria direi.
Durante la salita mi sono trovato di fronte a difficoltà che non mi aspettavo, non tanto su ghiaccio, ma sul misto, sul dry, in particolare sugli ultimi due tiri che ho valutato M6 e M7. Ho avuto conferma delle difficoltà anche dai primi che l’hanno ripetuta, i miei compagni di corso guide che faremo a breve, quindi credo di essere stato abbastanza oggettivo.
Sono partito alle 5:10 da casa, alle 6:10 ho parcheggiato la macchina, poi ci sono state quelle 4 ore di avvicinamento. C’era parecchia neve da battere, non me la aspettavo ed infatti non avevo portato né ciaspole né sci. Quando sono arrivato all’attacco era già abbastanza stanco, ma ciononostante ho provato ad infilarmi dentro. Mi sono detto “vediamo come va.” Avevo portato poca roba, una corda singola, qualche friend e chiodi, niente di più. E alla fine è venuta fuori questa via di quasi 400 metri.
La parte bassa è stata impegnativa ma comunque abbordabile, sulla parte alta invece ho dovuto lottare; mi sono trovato ad affrontare due diedri, con i ramponi e le picche ho fatto fatica a proteggermi e progredire. C’era neve inconsistente e tanta roccia, non un bel granito, ma calcare liscio. L’ultimo tiro è stata una mazzata, un camino offwidth dove ho dovuto fare delle acrobazie per passare. L’unica protezione era il mio corpo, mi incastravo dentro e cercavo di strisciare verso l’alto, muovendomi da una parte all’altra per prendere dei blocchi con le picche nella parte finale del camino, e riuscire a proteggermi ed uscire sul plateau in alto. Ci sono stati cinque, sei metri da cardiopalma, auto assicurato, con la corda che tirava un po’ e la paura che la protezione sotto non tenesse. In più stava scendendo il buio. Quando sono arrivato in cima, sotto la croce, mi sono messo a piangere. Ed ho subito dedicato questa salita a mia nonna Rosa. Sono sceso dal canale dei Genovesi, il canale adiacente alla parete, disarrampicando nella parte alta del canale. Verso le 8:30 sono arrivato alla macchina, stanco ma veramente contento.
Rose è stata una bellissima avventura vissuta su una montagna di casa, nelle Alpi Liguri, a nemmeno un’ora di macchina da casa mia. Riuscire ad aprire una via su una parete che mi ha sempre affascinato, la più alta ed imponente delle liguri, mi fa venire la pelle d’oca. Poi riuscire a dedicarla ad una cara persona, mia nonna Rosa, è stata la ciliegina sulla torta.
Link: FB Enrico Sasso