Risolta la via Enigma alla Torre Trieste in Civetta da Alessandro Baù, Alessandro Beber e Nicola Tondini

Il racconto di Alessandro Baù, Alessandro Beber e Nicola Tondini della prima salita nel novembre 2022 e prima libera nel giugno 2023 della via 'Enigma' sulla parete sud della 'Torre più bella e famosa di tutte le Dolomiti', ovvero la Torre Trieste.
1 / 14
Alessandro Beber, Alessandro Baù e Nicola Tondini in cima alla Torre Trieste in Civetta dopo aver completato la loro nuova via chiamata Enigma
archivio Baù / Beber / Tondini

Tra settembre e novembre del 2022 l'imponente Torre Trieste in Civetta è stata, incredibilmente dopo anni di letargo, presa di mira contemporaneamente da due fortissimi cordate. Completamente per caso si sono trovati sulla stessa parete e nello stesso momento la cordata composta da Simon Gietl, Vittorio Messini e Matthias Wurzer, e quella di Alessandro Baù, Alessandro Beber e Nicola Tondini. I sei, dopo la sorpresa iniziale, sono riusciti a tracciare due belle vie fino in cima, e mentre quella di Gietl, Messini e Wurzer attende ancora la prima libera, Enigma di Baù, Beber e Tondini è stata liberata dai primi salitori a giugno di quest'anno. Ecco tutti i dettagli.

ENIGMA di Nicola Tondini
Ricordo come fosse ieri, un giorno di ottobre di 20 anni fa, in cui mi trovavo in val Corpassa. Ero a dormire a Capanna Trieste e il mio sguardo era catturato dalla parete sud della Torre Trieste. Cercavo di individuare le possibili vie nuove realizzabili lì. Giusto l’anno dopo (estate 2004), però, nacquero due vie al centro delle parete ad opera di Mauro "Bubu" Bole e di Christoph Hainz. Portai, così, la mia attenzione negli anni successivi su altre pareti.

10 anni dopo ero sulla via Carlesso e mentre l’arrampicata scorreva veloce sotto le mani, lo sguardo si andava a posare sulle molte sezioni di parete tra questa via e la via Cassin. Molte sezioni erano invitanti, tante altre sembravano invece dei grandi punti di domanda. Ne parlai con i miei compagni di cordata di Colonne d’Ercole, Alessandro Baù e Alessandro Beber, ma l’idea rimase lì sospesa tra sogno e desiderio, per altri anni.

Poi durante le lunghe giornate passate chiusi in casa a causa del lockdown del 2020, tornammo sull’argomento Torre Trieste. Recuperammo dai nostri PC un po’ di scatti fatti a quella parete e ipotizzammo un paio di linee in quel settore di rocca compreso tra la Cassin e la Carlesso. Era evidente che ci fossero un po’ di enigmi da risolvere: muri lisci dove potevano naufragare i nostri progetti.

Quell’estate mi presi una giornata per stare sotto la parete, scrutarla e fare qualche scatto con la luce giusta... ma passarono due anni prima di ricontattarci decisi per iniziare il progetto. A giugno 2022 eravamo pronti e carichi. Avevamo trovato le finestre libere dai nostri impegni e concordato i giorni per andare. Purtroppo all’ultimo momento Alessandro Beber si fa male ad un dito e tutto viene rimandato all’autunno.

Non persi l’occasione a settembre di tornare nuovamente sulla Carlesso. Seguirono concitati messaggi e la decisione a trovare ad ogni costo i giorni per andare. Non si poteva più aspettare. Così eccoci il 26 settembre tutti e tre alla base della "torre delle torri". Fino alla cengia "zero" (quella dove attacca il tratto comune della Carlesso e della Cassin) seguimmo un’evidente linea di fessure e diedri non troppo difficili. Ma quando eravamo pronti ad affrontare la prima fascia strapiombante e problematica, si mise a piovere.

Tornammo la settimana successiva per dedicarci a quella sezione. Quel giorno però capimmo che qualcosa stava cambiando: un’altra forte cordata (Simon Gietl, Vittorio Messini e Matthias Wurzer) impegnata sulla stessa parete e nella stessa porzione di parete. Terminammo entrambe le linee nelle settimane successive.

Noi eravamo veramente contenti per quanto era stato realizzato. Molte delle zone, che ci incutevamo timore, si sono risolte grazie ad incredibili sequenza di appigli perfetti e a volte molto "generosi". Non vedevamo l’ora che si aprisse la stagione 2023, per fare la ripetizione in un’unica soluzione e in libera. Dopo una primavera non troppo propizia, individuammo nel 24 e 25 giugno la finestra perfetta per arrampicare il nostro progetto.

Due giornate stupende che ci hanno fatto stare in parete con determinazione sì, ma anche con la possibilità di goderci la nostra amicizia e la bellezza di questo angolo di Civetta. La via è a dir poco, molto consigliata. La qualità della roccia è:
- bella fino all’8° tiro e dall’11° al 14°;
- discreta sul 9° e 10° tiro (porre attenzione alla partenza e alla fine del tiro 10: non difficile, ma roccia da controllare bene). Il 10° è quello più duro, ma è ben chiodato e non servono friends per salirlo;
- eccezionale dal 14° tiro fino in cima.

In totale sono 28 tiri. Per quanto riguarda le difficoltà, c’è un tiro di IX/IX+, due intorno al IX- e tanti tra l’VIII- e l’VIII+.

La via è realizzabile in giornata da una cordata veloce. Ci sono comunque ampie possibilità di bivacco. Bivacco comodo in prima cengia, bivacco da 5 stelle (super comodo) in seconda cengia, bivacco in suite alla nicchia del 21° tiro.

Enigma: come nella vita, questa via ci ha insegnato a non fermarci alla prima impressione. Dove ci sembrava di arrivare in zone senza via di uscita, abbiamo trovato inaspettatamente delle vie di uscite: sequenze di tacche, di gocce e di buchi, che ci hanno condotto fuori dai vicoli ciechi. Di qui la bellezza di una linea, che sembra andare ad accompagnarti nelle pieghe della roccia, che ti conduce con mano attraverso i suoi punti nascosti. Buona arrampicata!

di Nicola Tondini

L’Enigma della Torre
Gli alpinisti sono, quasi sempre, dei monomaniaci dalle ambizioni sfrenate. Noi non facciamo eccezione.

Nel 2012, dopo aver salito Colonne d’Ercole alla parete Nord-Ovest del Civetta, soffiamo sulle braci ancora calde e su proposta di Nicola pensiamo di tentare una via nuova sulla Torre Trieste. Facile da dire, fantastico da sognare, piuttosto complesso da realizzare. Iniziamo a pensarci, a metabolizzare l’idea, a studiare la parete e i tracciati preesistenti per capire se la cosa possa essere fattibile. Il che non è assolutamente scontato.

Abbiamo infatti la malsana tendenza ad auto-imporci delle eliminanti che complicano un po’ il gioco: non vogliamo solo aprire sulla Torre più bella e famosa di tutte le Dolomiti, ma vogliamo che sia una via con una sua logica, che non disturbi le grandi classiche e che rispetti la storia della parete, che sia in stile tradizionale, che non richieda di progredire in artificiale, e via dicendo.

E così passano gli anni, accumuliamo più dubbi che certezze, ma nell’autunno del 2022 scatta qualcosa e decidiamo di provarci. Facciamo una giornata di sopralluogo e ci alziamo di qualche tiro, giusto per prendere le misure, e poi iniziamo a fare sul serio: tra fine settembre e inizio novembre, in 7 giornate veniamo a capo del nostro rebus, scovando una linea magnifica che supera le nostre aspettative più rosee. Il 4 novembre calpestiamo la neve in cima alla grande Torre e ci abbracciamo emozionati. Come sempre, al di là degli aspetti tecnici, è l’esperienza umana a rimanere impressa in maniera più vivida, e questa avventura è stata possibile solo grazie ad un grande lavoro di squadra e ad un affiatamento perfetto.

Una volta scesi a valle, decidiamo di ribattezzare la via Enigma, per lo stato di incertezza che ci ha accompagnato per tutta la salita, fino agli ultimi tiri, dove la roccia compattissima non lasciava molte speranze di trovare una via verso l’alto da proteggere in stile tradizionale. Certo, a questo punto manca ancora un ultimo tassello per chiudere il cerchio: la ripetizione in libera e in unica soluzione dell’intera via. Ma ormai è arrivato l’inverno, non se ne fa più nulla.

Dobbiamo aspettare il 24 e 25 giugno 2023 per tornare a goderci la nostra creazione, e nel ripeterla ci rendiamo conto che la continuità della via la rende un po’ più intensa di come ce l’aspettavamo. Ci sentiamo di sbilanciarci nel dire che ne è uscita una grande via, ma non rimane che attendere la ripetizione di altre cordate per avere il loro parere. Per noi invece, "gli ambiziosi monomaniaci", la via della guarigione è ancora lontana... siamo già a caccia del prossimo progetto !

di Alessandro Beber e Alessandro Baù

P.S.: ad aggiudicarsi la prima ripetizione sono stati Marco Cordin e Matteo Monfrini il 03 e 04 settembre 2023.

Alessandro Baù ringrazia: Montura, CAMP, SCARPA, Salice Occhiali, Dynastar, HDry, Eat Freedom food
Alessandro Beber ringrazia Montura, La Sportiva, Mountime-Outdoor Adventures
Nicola Tondini ringrazia: Salewa, Climbing Technology, Maxim Ropes, Wild Climb, Dolomite 1897




News correlate
Ultime news


Expo / News


Expo / Prodotti
SCARPA Origin VS - scarpette arrampicata per bouldering
Scarpette arrampicata per bouldering e per scalare in palestra.
Pile termico Karpos Odle Fleece
Un secondo strato termico robusto ed efficace.
Climbing Technology Cosmo - imbracatura per montagna e ghiaccio
Imbracatura regolabile a tre fibbie per l’arrampicata in montagna, le grandi pareti e le vie di ghiaccio e misto.
HDry - SCARPA Phantom 6000 HD
Il nuovo PHANTOM 6000 HD è uno scarpone progettato per l'alpinismo estremo. Grazie alla tecnologia HDry, offre una protezione impermeabile e traspirante superiore.
Mammut Crag Sender Helmet - casco arrampicata alpinismo
Casco Mammut a basso profilo per arrampicata e alpinismo.
Scarpe da tempo libero Nativa Canvas
Scarpe da tempo libero AKU Nativa Canvas
Vedi i prodotti