Due generazioni, nuova via di sulla Cima de Cessole per Alessio Cerrina e Michele Perotti
DUE GENERAZIONI di Alessio Cerrina
In questa pazza primavera, ti trovi davanti al telefonino a scorrere le notizie che passano sui social network, c’è quello che ti racconta il concerto del giorno prima, quella che ti mostra la foto del ragazzo in spiaggia… ti viene da pensare come il mondo è cambiato e come diventa pubblica la vita privata.
Poi improvvisamente un click in testa, un immagine che ti è passata davanti ti richiama alla realtà… con l’indice scorri sullo schermo fino a rintracciarla, la ingrandisci, la guardi e pensi "questa dove è stata scattata?" Subito dopo ti trovi a mandare una mail al fotografo che ha fatto lo scatto…. Il giorno dopo trovi risposta alle tue domande nel messaggio di Albi: "Cima de Cessole, catena della Madre di Dio…."
La giornata scorre veloce ma la testa è collegata a quella foto vista la sera prima. La sera in palesta incontri Miki, fai due parole e finisci a parlare della foto… Io ci sarei Venerdì… io vado a vedere sabato… niente, non si può fare, gli impegni non collimano.
Il giorno successivo, alla foto non ci pensi più, hai altro in testa fino a che… Il telefono squilla "Ciao Ale sono Miki… impegno saltato, venerdì andiamo a vedere?…"
Ore 4:30 recupero Miki e saliamo su in valle. La strada è chiusa subito dopo le Terme, quindi ci toccano quei 30 minuti di portage aggiunto… tanto la zaino è leggero. Giunti sotto la parete, impossibile non rimanere incantati dal numero di colate formate.
Non ci sono scelte da fare, la linea è già stata identificata… la più elegante e diretta alla cima…
Il primo tiro salta a pié pari, andiamo direttamente a fare la sosta di partenza nella nicchia. Dal basso sembrava più semplice…
Miki parte ad attacca il diedro, lo vedo salire titubante, piazza una protezione, poi una seconda… ummm non sembrano così buone…. Dopo un po’ tan, tan, tan… questo è il martello della picca che pianta un chiodo… dall’alto la voce "finalmente qualcosa di buono"… guardo la corda che mi dice che fuori ci sono quasi 30 metri … Iniziamo bene!
E’ la mia volta, attacco il diedro e capisco la titubanza di Miki poco prima… più che ghiaccio, è neve pressata ricoperta da uno strato ghiacciato. Esco dalla parte difficile, guardo in alto, rimango basito… ghiaccio e neve attaccate alla parete formano un toboggan fatto di risalti verticali. Questo non è un ambiente da Alpi Marittime!
Altro tiro, parto su neve pressata che si impenna verso uno spuntone di roccia. "La vite" … "quale vite?" dopo un attimo capirò, il porta materiale si è rotto, due viti perse…. "questa salita mi costerà cara", poi una vocina dentro mi chiama "sveglia, la sosta è lontana e non sei ancora riuscito a mettere una protezione e se te ne fossi dimenticato sei sul verticale, su neve inconsistente." Picca incastrata nella roccia, due passi di misto, ribaltamento e via, siamo fuori. Ancora una decina di metri e si sosta.
Riparte Miki, tiro verticale, questa volta le protezioni sembrano buone. Lo raggiungo. Le protezioni erano buone, ma la sosta tocca farla con le picche. Mentre ci passiamo il materiale, il mio sguardo è catturato da quello che ho attorno a me, poi un pensiero mi passa alla mente: "qua una possibile ritirata la vedo dura."
Tocca nuovamente a me, mi stacco dalla sosta e inizio a salire il primo muro, poi la goulotte spiana e mi trovo di fronte ad un camino ghiacciato: qui il ghiaccio mi permette di mettere una buona protezione. Il camino è davvero ostico da superare ma con un po’ di opposizione anche lui è vinto… ancora un muro, l’ultimo, da lontano sento urlare corda finita… sul volto mi si disegna un sorriso compiaciuto "anche le difficoltà sono finite".
Non so quando ci si ripresenteranno condizioni come quelle che ci ha regalato questa assurda primavera, ma una cosa è certa: c’è ancora tanto da scoprire!
SCHEDA: Due generazioni, Cima de Cessole, Alpi Marittime
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