Dogma, effimera via di misto a Riva di Tures di Simon Gietl e Mark Oberlechner
Una delle cascate più evidenti ma anche più effimere di Riva di Tures venerdì scorso è stata finalmente salita per la prima volta da Simon Gietl insieme ad uno dei suoi storici compagni di cordata Mark Oberlechner. Si tratta di Dogma, l'enorme colata ben visibile dalla statale della Valle Aurina che, pur formandosi spesso, tende anche a crollare quasi subito.
"Come molti avevo osservato a lungo la cascata mentre cresceva, dalla strada infatti si vede facilmente la parte alta, il cuore della via, il pezzo forte di tutta la salita" ci ha raccontato Gietl al telefono "ma anche se si forma regolarmente, il problema è che è esposta a sud. Negli scorsi anni ogni volta che sembrava fattibile, è crollata di punto in bianco. Avevo capito quindi che le temperature dovevano essere quelle giuste, il flusso d'acqua che alimenta la colata dev'essere perfetto e sopratutto bisogna aver fortuna anche con il sole: deve rimanere ben nascosto dietro le nuvole per diversi giorni.”
La settimana scorsa Gietl aveva notato che tutti questi fattori si erano allineati e che il momento di tentare la salita era arrivato. "Aveva fatto molto freddo nelle settimane precedenti e le previsioni davano cielo coperto, così sabato ci siamo dati appuntamento con il collega Mark Oberlechner, con il quale ho già aperto diverse vie in passato come Utopia sempre qui a Riva di Tures, oppure Kalipe sul Sass de Putia."
Le due guida alpine hanno salito i primi due tiri, che sono già stati saliti in precedenza da altri, senza grosse difficoltà, su ghiaccio perfetto di WI4+ come riscaldamento. "In realtà non faceva nemmeno tanto freddo, il termometro della macchina segnava -1.5°C e temevo che venisse fuori il sole. Sapevo che la candela poteva staccarsi da un momento all'altro."
Il terzo tiro ha portato, con una sezione di dry tooling, alla prima candela, 20 metri di M7 con dei buoni ganci di WI 6 che hanno condotto ad una sosta a sinistra. "In quel punto la roccia è molto ripida e solo in quel momento ci siamo resi conto di quanto stampiombasse, e quanto fosse grande la candela sospesa in alto. Impressionante" ha aggiunto Gietl.
Dal basso non era chiaro come i due avrebbero potuti raggiungere la candela ma dalla sosta hanno notato una sottile fessura che saliva in diagonale da sinistra verso destra. "Questa soluzione era molto migliore di quanto ci fossimo immaginati e ho salito la fessura sia in libera sia in artificiale, era sporca e piena di piccoli sassi da pulire. Dopo una dozzina di metri protetti con friends ho raggiunto l'enorme candela. Confesso che non ero del tutto a mio agio a fare la spaccata e salirla, infatti non mi fidavo di piantare dei chiodi da ghiaccio ed in alto ho preferito piazzare due chiodi da roccia prima di tirare un sospiro di sollievo e raggiungere l'albero in uscita."
A questo punto Gietl si è fatto calare in sosta da Oberlechner ed è ripartito praticamente subito verso l'alto. "Pochi minuti prima ero salito con dei resting, ci tenevo a farla in libera, anche se nella fessura avevo lasciato alcuni friends, perché toglierli sarebbe stato troppo complicato. Purtroppo mi si è rotto un appoggio e sono volato!"
Oberlechner l'ha calato in sosta una seconda volta e dopo pochi secondi Gietl è partito per la terza volta. "Quella buona finalmente! Arrivato in cima ho fatto sicura a Mark che è salito senza problemi, poi ci siamo calati e abbiamo festeggiato degnamente. Non posso nasconderlo, sono mega felice per questo super regalo praticamente di fronte a casa mia. Un viaggio che vale 5 stelle. Non capita spesso. È valsa la pena aspettare tutti questi anni per coglierla al momento giusto!"
A proposito di momento giusto: lunedì Gietl sarebbe dovuto tornare alla cascata per fare delle foto, ma per motivi familiari l'appuntamento è saltato all'ultimo minuto. Meno male, perché quel pomeriggio la candela era già crollata...
Link: FB Simon Gietl, www.simongietl.it