Al Corno Piccolo del Gran Sasso la Via del Tedoforo per Marco Bonaduce, Francesco Castriota e Luca Ricci

Il 2-3 e 12 agosto 2023 alla Terza Spalla del Corno Piccolo del Gran Sasso d'Italia Marco Bonaduce, Francesco Castriota e Luca Ricci hanno aperto Via del Tedoforo (ED, VII- obbl., passaggi fino al IX-). Il racconto di Ricci.
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Sul quarto tiro Via del Tedoforo, Terza Spalla del Corno Piccolo, Gran Sasso (Marco Bonaduce, Francesco Castriota, Luca Ricci 2023)
archivio Luca Ricci

Poco più di due anni fa con Marco Bonaduce andammo sulla parete ovest della Terza Spalla del Corno Piccolo a fare la ripetizione della Pier Paolo Pasolini, una via di Roberto Iannilli e Roberto Borrelli. Quel giorno quasi per scherzo, guardando le placconate sul lato sinistro della parete, ci dicemmo che saremmo potuti tornare ad esplorarne quel luogo.

Per tutta la discesa di avvicinamento, la parete Ovest della Terza Spalla rimane nascosta. Solamente all’ultimo, dopo un colle, compare un’enorme e ripido muro di roccia alto circa 250 m. Tutte le vie si sviluppano sul lato destro del grande tetto.

Quest’anno Marco e Francesco Castriota sono tornati a ripetere un'altra via sulla parete ovest, Arrivederci Ragazzi. Con un rinnovato sguardo alla parete, ed alla possibile linea, non rimaneva che trovare i giorni più congeniali a tutti per provare a dar vita alla nostra prima via assieme.

Tra il sottoscritto, Marco e Francesco è nata una forte amicizia, in poco tempo. In tre anni, grazie all’amico in comune Vassili Bosi, abbiamo condiviso varie avventure in montagna; avventure che creano intese e legami difficili da spiegare e trovare, in parete così come nella vita quotidiana. L’idea di aprire una nuova via assieme ci entusiasmava. Peccato solo per gli impegni di Vassili, che in quei giorni era impegnato nel suo lavoro da guida alpina.

I primi tiri ci hanno tenuti impegnati per due giorni, facendoci temere di non riuscire a realizzare ciò che desideravamo: una via di carattere prettamente alpinistico. In quello che doveva diventare il nostro secondo tiro, non capivamo bene dove passare; la roccia era gialla e non sempre solida. Volenterosi e desiderosi proprio di quella linea, avevamo però già deciso di aprire in quel punto, un tentativo andava fatto.

Dopo una prima giornata di delusione, siamo quindi tornati il secondo giorno ed abbiamo deciso di aggirare il tratto meno solido sulla destra, superando un liscio tetto. Dopo questo tratto boulderoso (poi dato 7a+) è finalmente uscita, come per magia, una linea che ci ha portato con passi di VI+ fino ad una nicchia, dove abbiamo sostato. Realizzato ora il secondo tiro, ne mancavano ancora circa quattro. Questa secondo tiro ha riacceso la speranza nel progetto.

Il terzo giorno siamo tornati decisi a finire la via. Superato il terzo tiro di traverso un eventuale ritirata diventa complicata. Armati di frontali, tabacco e di mezzo accendino abbiamo completato la via e siamo tornati in furgone alle 2:00 di mattina, dopo 15 ore di arrampicata.

Il nome della via nasce grazie a quel "mezzo accendino". Il Tedoforo è il portatore della fiaccola olimpica ma il nome non si deve ad ambizioni o gesta sportive di rilievo. Siamo fumatori occasionali ma ci sembrava incosciente non portare del tabacco per stemperare il tempo passato in sosta. Non avevamo però pensato di controllare che l’accendino funzionasse. Eravamo in tre: uno per scalare, uno per fare sicura ed un terzo per mantenere una sigaretta sempre accesa. A rotazione quindi ci siamo impersonati nel tedoforo olimpico. È proprio vero, la cordata ideale è quella da tre!

La via è stata liberata due giorni dopo dalla cordata Angelozzi - Di Pascasio. Sono tornati per la seconda ripetizione anche Marco e Francesco.

di Luca Ricci

Ringraziamo Campo Base Outdoor Equipment per il materiale fornito.

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