Civetta e Pelmo, la grande corsa in giornata di Lerri Torresan
"Civetta e Pelmo. Due montagne imponenti, da rispettare, due vie di salita da non sottovalutare, soprattutto se fatte in giornata e in solitaria. Sì perché il piccolo sogno era questo: giro completo delle basi e vette di entrambi, in giornata." È questo il progetto di Lerri Torresan, appassionato corridore di montagna di Zanè (provincia di Vicenza), realizzato il 16 luglio 2016 in in autonomia e da solo. Stiamo parlando di 83 km in totale per un dislivello di 6500m ma, come sempre, per misurare la passione bisogna andare ben oltre i numeri nudi e crudi.
CIVELMO di Lerri Torresan
La mia passione per la montagna inizia decenni fa, dapprima con semplici scampagante, a seguire le prime ferrate, fino alle corse in montagna negli anni 90, quando le scarpe da trail erano ancora agli albori, per arrivare alle vie di arrampicata.
Per tanti anni mi dedico alla scalata delle più belle montagne del comprensorio delle Dolomiti. Ad un certo punto, mi rendo conto che la tensione da sopportare per superare importanti difficoltà alpinistiche aveva messo in secondo piano l'emozione delle salite, per la loro difficoltà e pericolosità; allora decido di mettere per un po' da parte il mondo dell'arrampicata e tornare a solcare i sentieri con più serenità.
Mi avvicino così al mondo ultra trail partecipando a varie gare: il Cromagnon, The Abbozz Way, Dolomiti Extreme 100K, per citarne alcune. Durante tutti questi anni, ho sempre privilegiato i giri in solitaria e, come stile, la salita della vetta del massiccio più il giro a 360° della base.
Nella mia mente inizia a farsi largo l'idea di mettere assieme l'alpinismo e la corsa in montagna su due tra i più belli e importanti massicci delle Dolomiti: ecco che nasce così "CivElmo" - Civetta e Pelmo - due massici, due vette, due 360° uniti tra loro, nel tempo massimo di 24 ore, il tutto senza l'ausilio di attrezzature alpinistiche:il dado è tratto.
Inizio ad organizzare su carta il tracciato con le tempistiche, più o meno da rispettare, per poter compiere tutto il tracciato nel tempo massimo stabilito. Il meteo è buono per il 16/07/2016 e decido di partire.
E così, allo scoccare dell'inizio di sabato 16 luglio 2016 parto da Capanna Trieste, senso di salita antiorario per sentiero 555 e poi 558, inizio a salire verso Forcella delle Sasse, scollino e vado ad incrociare la traccia del sentiero Angelini che poi si immette nel sentiero Tivan fino all'attacco della via Normale al Civetta.
E' buio, sono circa le 3.30; il vento soffia forte e il freddo è pungente. La salita non ha passaggi particolarmenti difficili ed è in parte attrezzata con cavi, ma in notturna tutto è reso più impegnativo e difficile. Il primo passo da superare è il Passo del Tenente, una cengia rocciosa inclinata che a volte può essere bagnata, ma questa notte per fortuna ci sono dei piccoli rigoli d'acqua ghiacciati e facilmente superabili.
Si sale ancora su rocce e tratti attrezzati fino a giungere al Pian della Tenda, da lì in breve al rifugio Torrani e alle ore 05:30 sono in Vetta, quota 3220m! La croce è lì, davanti a me, il panorama è splendido, sullo sfondo le famose cime delle Dolomiti. Un'alba spettacolare mi dà il buongiorno, lo sguardo a 360° mi ripaga di questa salita impegnativa.
Rimango poco in vetta, il freddo si fa sentire sempre più e il giro è ancora molto lungo, per il momento sono dentro ai tempi previsti, per questo devo proseguire, non posso perdere nemmeno un minuto. Scendo con molta cautela e attenzione perchè a volte la discesa è più impegnativa della salita. Piano piano si fa giorno, questo mi solleva e mi gratifica.
Arrivo nel ghiaione iniziale, saluto e ringrazio con rispetto la parete che mi ha accolto questa notte. Mi immetto così nel sentiero Tivan e cerco velocemente di raggiungere il Rifugio Coldai, sono circa le 8.00 del mattino e per colazione chiedo un bel piatto di minestrone, chiamo a casa e comunico la mia posizione.
Riparto per il sentiero n. 556 e n. 564 verso Palafavera, di fronte a me nel suo splendore mattutino il secondo obiettivo si fa sempre più vicino: il Pelmo. Da Palafavera per il sentiero 474 e 472 verso il Rifugio Venezia; mi fermo di nuovo per mangiare qualcosina, riempire le borracce d'acqua e chiedere informazioni su situazione neve verso la vetta.
Sono circa le 11.00 quando attacco la via normale al Pelmo, un attimo di esitazione davanti a questo imponente massiccio c'è anche stata. Un bel respiro per rimanere ben concentrato e parto per quest'altra via normale, la Cengia di Ball. Questa cengia si sviluppa a sinistra per circa 900 metri, sopra alte pareti sul versante sud; con percorso molto esposto si superano il Passo dello Stemma e il famoso "passo del gatto" su roccia liscia ed esposta.
Finita la Cengia mi aspetta la salita tra rocce e detriti fino ad entrare nella conca del nevaio superiore, è da qui che si arriva alla cresta finale fino alla cima. Sono le 13:30 quando arrivo in vetta, quota 3168m. La giornata è fantastica, un cielo terso mi regala una vista spettacolare su tutto il panorama dolomitico. Lo sguardo si fissa sulla vetta del Civetta, il solo pensiero che qualche ora prima ero lassù mi emoziona e mi serra un nodo in gola. Anche la seconda cima è raggiunta!
Inizio a scendere e mi diverto un pochino lasciandomi scivolare lungo i nevai, senza mai abbassare la guardia perchè c'è sempre la cengia in discesa da fare e la stanchezza comincia a farsi sentire. Sono circa le 15.00 quando rimetto i piedi nel sentiero e, come ho fatto con la prima, saluto e ringrazio anche questa parete.
Ora mi aspetta un lungo rientro, mi avvio per il sentiero “Flaibani” n. 480 verso forcella “Val d'Arcià”; il sentiero è ancora faticoso ma son più tranquillo perchè le due vie impegnative me le sono lasciate alle spalle. Ritorno a Palfavera per sentiero 472 e mi fermo a rifocillarmi prima di ripartire per il rifugio Coldai.
La strada sterrata che mi riporta verso il Coldai la affronto come una passeggiata, non voglio forzare troppo e preferisco guardarmi attorno, sono circa le 20.00 quando bevo una coca-cola al Coldai.
Proseguo verso il lago Codai sul sentiero n. 560 con gli ultimi raggi di sole che illuminano la Nord del Civetta. Passo sotto al Rifugio Tissi con lo sguardo sempre fisso alla parete, scendo verso il Rifugio Vazzoler, saluto Torre Venezia e Torre Trieste, mi immetto nella strada sterrata che a breve mi riporta a Capanna Trieste.
Un sorriso prende finalmente vita nel mio volto, sono circa le 22:30 quando arrivo a Capanna Trieste! Faccio fatica a credere che il piccolo sogno è ora realizzato. Un piccolo uomo, un grande progetto... Che solitaria! Due numeri a completare questo racconto: 83km, 6.500 D+ , 22 ore e 30 il tempo impiegato.
Un ringraziamento particolare a mia moglie, che da casa seguiva passo passo il mio giro folle, con tanto di cartina per il rispetto dei cancelli orari che mi ero teoricamente prefissato!
Lerri Torresan