Cima Viola in Alta Valtellina
La Cima Viola un tempo denominata anche Cima Occidentale di Lago Spalmo, è la montagna più frequentata del gruppo e risulta anche molto interessante secondo i vari punti da dove la si osservi; il versante nord è coperto ora parzialmente dal ghiaccio della Vedretta di Val Viola che secondo lo stimato glaciologo Nangeroni (1892-1987) risultava unico nelle Alpi per la sua forma definita "irregolare pianalto-canalone. Per contro il versante meridionale precipita con una grande muraglia verticale alta più di 500 metri sulle gande moreniche della conca di Lago Spalmo. La zona è caratterizzata nel fondovalle da filladi e micascisti (caratterizzati da scistosità marcata e pervasiva) mentre più in quota da gneiss occhiadini e granitoidi che offrono degli spigoli e pareti a placche interessanti per l’arrampicata.
La prima salita alla vetta lungo l’attuale via normale fu stranamente di un italiano-valtellinese, considerando che in quel periodo le montagne della zona erano assiduamente frequentate da alpinisti inglesi e tedeschi. Il dott. Bartolomeo Sassella di Grosio toccò in solitaria la vetta il 27 settembre del 1875 e lasciò a testimonianza un biglietto di carta con il suo nome in una scatola di latta ritrovato poi sulla cima nel 1892 dal Cav. Cederna che esternò questa sua scoperta in un suo articolo "… da un mucchio di pietre, che emergevano dalla neve, mi accorsi che altri ci doveva esserci stato e allorquando, rimossi alcuni sassi e trovato una scatola di latta, riuscii a decifrare su un biglietto quasi distrutto dall’umidità il nome del Dott. Sassella, baciai e ribaciai quel pezzetto di carta. Fra le tante cime dei monti della Val Grosina, una almeno era stata salita per la prima volta da un italiano, al quale oggi rendo onore! Egli, alpinista ardito ed originale, saliva sui monti solo e soletto, correndo talvolta gravi pericoli, senza curarsi poi di dare notizia delle sue ascensioni".
Sulla cresta sommitale, oltre la vetta su cui nel 1962 venne posta una croce ad intelaiatura metallica, si alzano due anticime: la NE di circa 3300 m, e verso occidente la W di 3289 m che dirama la cresta W e la SW. Dalla vetta si può ammirare un grandioso panorama sui monti circostanti e la montagna offre una varietà di percorsi, dal poco difficile a vie molto impegnative. La via normale dal versante ovest, molto varia come salita, in ambiente d’alta montagna (servita anche dalla Capanna Dosdè) è abbastanza frequentata ma molto interessanti sono anche le sue pareti N e SE su cui si svolgono importanti ed impegnative vie rispettivamente su ghiaccio e roccia che assicurano il valore alpinistico della montagna.
Tra le più belle salite sulla Cima Viola mi va di citare: la classica cresta SW - Aldo Bonacossa e Maria Sbrojavacca, 8 settembre 1921, 450 m, passaggi di III grado; per la parete SE, via MEGA, Adriano Greco e Eraldo Meraldi, 10 ottobre 1983, 500 m, VI grado; per la parete SE, via Ritorno alle origini, Cesare Mitta, Giuseppe Miotti e Sandro Cometti, 23 luglio 1977, 500 m, V grado A2; per il pilastro ESE, via dei grosini, Antonio Strambini e Giuseppe Pruneri, 22 settembre 1985, 450 m, VI grado; per il pilastro ESE, via diretta, Antonio Strambini e Luigi Zen, 29 settembre 1985, 450 m, VI grado; per la parete N, via Bradanini-Occhi, Francesco Bradanini e Raffaele Occhi, 1 settembre 1975, 500 m, 45°-55°; per la parete N, via diretta del serracco, Adriano Greco e Eraldo Meraldi, 9 marzo 1983, 500 m, III-90°-95°; per la parete N, via del canalone (la classica della parete nord), Egidio Pedranzini e Franco Sertorelli, 20 settembre 1959; più recente per la parete SSE, Viola bacia tutti, Giuliano Bordoni, Luca Maspes e Rossano Libera, 30-31 luglio 2006, 800 m, 6b+.
Interessante è la storia della Capanna Dosdè situata sul valico omonimo a 2824 m s.l.m. tra la Cima Viola e la Cima di Saoseo; fu costruita nel lontano 1890 dalla sezione del CAI di Milano con un solo locale di 4 x 4 m e costò allora la cifra di Lire 2.200. Nel tempo ebbe varie ristrutturazioni fin quando nel 1982 venne ceduta al CAI di Bormio ad un prezzo simbolico che la ristrutturò completamente mantenendo così questo ottimo punto d’appoggio per questo gruppo montuoso, ma soprattutto la memoria storica-alpinistica delle montagne circostanti.
SCHEDA: Cima Viola, Alta Valtellina
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