Changabang parete nord in stile alpino per i francesi Billon, Moatti e Ratel

Nel massiccio del Garhwal nell’Himalaya Indiano gli alpinisti francesi Léo Billon, Sébastien Moatti e Sébastien Ratel appartenenti al gruppo Militare di Alta Montagna (GMHM) hanno ripetuto, arrampicando in stile alpino, l’impressionate parete nord del Changabang (6864 m).
1 / 5
La montagna di luce: Léo Billon, Sébastien Moatti, Sébastien Ratel verso la cima di Changabang attraverso la parete nord
Groupe militaire de haute montagne Chamonix

Tre giorni soltanto. Impressiona la velocità con la quale i francesi Léo Billon, Sébastien Moatti e Sébastien Ratel hanno salito la complessa parete nord del Changabang, spettacolare cima di 6864 metri situata nel massiccio del Garhwal nell’Himalaya Indiano.

Salita per la prima volta il 4 giungo del 1974 da un team britannico guidato da Sir Chris Bonnington lungo la parete SE e la cresta Est, la difficile parete nord era stata descritta a lungo come una delle ultime grandi sfide per l’alpinismo extra europeo, poi risolta nel 1997 da Andy Cave e Brendan Murphy. Arrampicando in stile alpino per 10 giorni in condizioni proibitive i due britannici avevano raggiunto la cima il 1 giugno, mentre Mick Fowler e Steve Sustad si erano fermati sulla cresta sommitale e Julia-Anne Clyma e Roger Payne più in basso ancora. Questa salita aveva coronato il tentativo dell’anno precedente di Murphy e Perkins che erano stati accompagnati da Clyma e Payne sulla stessa parete, sfortunatamente però il successo veniva segnato da una terribile tragedia. Terminata la ripida parete nord, infatti, Steve Sustad cade dalla cresta sul versante sud, si ferma miracolosamente dopo circa 100 metri ma si fa male. Viene recuperato dai compagni che iniziano la discesa lungo la via Normale sul versante sud del Changabang, ma proprio mentre il 33enne Murphy prepara una doppia per la calata, a 6000 m di quota viene travolto da una valanga e muore. Era uno dei migliori alpinisti britannici degli anni ’90.

Dall' 11 al 13 maggio 2018 i francesi hanno salito una combinazione delle linee salite nel 1996 e 1997, affrontando i 1200 metri di via e circa 40 tiri con due bivacchi. Secondo quanto hanno riferito i tre si sono fermati sull’anticima nord, prima di affrontare la “lunga e laboriosa” discesa per raggiungere i loro compagni, Pierre Sancier e il medico Benoit Ginon, ai piedi dell’immensa parete di roccia e ghiaccio.

Ricordiamo che la salita del GMHM arriva dopo numerose belle salite extraeuropee, tra cui spiccano la nuova via sul Pangbuk North in Nepal nel 2017 e la nuova via sul sul Latok II in Karakorum nel 2012.




News correlate
Ultime news


Expo / News


Expo / Prodotti
Elbec berretti in lana 100% merinos
Realizzati uno ad uno in Dolomiti con lana merinos italiana.
Ferrino Full Safe E2 - zaino da freeride e skitouring
Zaino da freeride e skitouring, equipaggiato con 2 device di sicurezza in caso di valanga: Sistema Airbag Alpride E2 e Riflettore RECCO
Scarpone alpinismo Mountain Ribelle Tech 2.0 HD
Scarpone ultraleggero, veloce per alpinismo tecnico.
HDry - Ferrino X-Dry 15+3
Ferrino X-Dry 15+3 è uno zaino da trail running. Grazie alla membrana HDry, lo zaino è completamente impermeabile.
Scarpe Zamberlan Cornell Lite GTX
Ispirato al mondo della montagna, studiato in ogni dettaglio per fornire il massimo comfort in viaggio e nel tempo libero
Imbracatura leggera da alpinismo e scialpinismo Singing Rock Serac
Imbracatura estremamente leggera per scialpinismo, alpinismo e tour su ghiacciaio.
Vedi i prodotti