Cerro Mangiafuoco, prima salita in Patagonia per Paolo Marazzi e Luca Schiera

In Patagonia i due alpinisti del gruppo Ragni di Lecco Paolo Marazzi e Luca Schiera hanno salito l'inviolato Cerro Mangiafuoco. Hanno chiamato la loro nuova via L'appel du vide (6c M4 400m).
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Cerro Mangiafuoco in Patagonia
Paolo Marazzi, Luca Schiera

Dopo la bella nuova via aperta sulla parete Nord Est del Cerro Mariposa in Patagonia nel 2017, Paolo Marazzi e Luca Schiera colpiscono ancora in Sud America con la prima salita in assoluto di una montagna innominata nel cuore dell’immenso Campo de Hielo Norte da loro ora battezzata Cerro Mangiafuoco (2000m circa).

Partiti dall’Italia il 24 dicembre, a Puerto Bertrand hanno aspettato invano il gaucho che li avrebbe aiutati a trasportare il materiale in valle e quindi, per non perdere la prima finestra di bel tempo, hanno attraversato il lago in barca continuando autonomamente. Dopo tre giornate di cammino fra il labirinto dei crepacci e il forte vento hanno installato un campo sul Hielo Norte a 1600 metri circa, ma poi sono ritornati nel bosco per prendere dell’altro materiale e lì sono stati bloccati dal maltempo per altri 5 giorni. "Abbiamo già fatto quasi un centinaio di chilometri a piedi, siamo disidratati e abbiamo preso vento e sole forti.” racconta Luca Schiera "Come conseguenza abbiamo le labbra talmente gonfie che non riusciamo bene a chiudere la bocca e la pelle di tutta la faccia si secca e staccare la pelle morta diventa un bel passatempo per i giorni di pioggia…"

Con delle previsioni meteo buone i due sono partiti leggeri per salire lo spigolo est della montagna intravisto qualche giorno prima, e dopo una notte trascorsa in una truna sul ghiacciaio Nef sono partiti alle 6 del 13 gennaio. "In breve raggiungiamo il colle dove parte lo spigolo" racconta Schiera "Scaliamo alternati su roccia e neve e in poche ore superiamo la prima parte della via. La parte in mezzo, che sembrava facile, è invece delicata per la difficoltà di trovare la via fra le torri e le creste di neve. I risalti di roccia più ripidi con scarponi e zaino diventano molto impegnativi, ma raggiungiamo il muro finale nel primo pomeriggio. Ci sono due fessure larghe in cui corre acqua e una terza meno larga e in parte asciutta, partiamo in scarpette dalla cengia e con un bel runout iniziale arriviamo sotto l’ultimo tiro, alle due del pomeriggio siamo in cima. Vediamo un orizzonte sconfinato di pareti, neve e ghiaccio. La giornata è perfetta, iniziamo le doppie e con una buona dose di fortuna tutto va bene e nessuna corda si incastra. Alle 18 siamo di nuovo alla truna, prendiamo la roba da bivacco e scendiamo verso il ghiacciaio. Arriviamo prima di mezzanotte e dormiamo finalmente tranquilli senza vento."

La mattina successiva hanno iniziato il rientro e, nonostante il forte vento e le precipitazioni, sono scesi non senza difficoltà in canotto lungo il torrente. Rientrati a Puerto Bertrand si sono recati 800km più a sud, a El Chalten, dove hanno incontrato gli altri Ragni di Lecco, Matteo Della Bordella e Matteo Pasquetto, attualmente impegnati ad aprire una nuova via sulla parete Est del Cerro Torre, e Dimitri Anghileri e Riky Felderer che nelle scorse settimane hanno salito l’Aguja Guillaumet (via Giordani + via Fonrouge), l’Aguja Mermoz (via Argentina) e l’Aguja Poincenot (Whillans-Cochrane con Daniel Ladurner e Aaron Durogati).

Info: ragnilecco.com




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