Parete Ovest della Torre Egger, prima salita per Della Bordella e Schiera
“Vetta ieri e discesa finita ora, siamo alla tenda. E' stato allucinante, 4 giorni durissimi e di devasto ma ce l'abbiamo fatta. Grazie a tutto il gruppo Ragni”. La vetta è quella della Torre Egger, in Patagonia. L'sms è di Matteo della Bordella e Luca Schiera. E l'avventura che hanno appena concluso è la prima salita della difficile e pericolosa parete Ovest. Un lungo viaggio, quasi una “battaglia”, iniziata come molti ricorderanno da Della Bordella e Matteo Bernasconi nel 2011, proseguita lo scorso anno e ora (sabato con la vetta e ieri con il ritorno alla base) portato a termine con quet'ultimo rush finale, non a caso definito “devastante”, da Della Bordella e Schiera.
L'ultima puntata, quella di quest'anno, è iniziata lo scorso gennaio con l'arrivo in Patagonia. Del team, oltre a Della Bordella e Bernasconi, questa volta faceva parte anche Luca Schiera, giovane alpinista 22enne di Alzate Brianza alla sua prima volta in Patagonia. Dopo una salita di “allenamento” sulla via Festerville all'Aguja Standhardt, i tre hanno inziato il loro “appostamento” per cogliere il momento propizio, ergo la finestra meteo giusta. E' un'attesa lunga e “scomoda”, visto che l'avvicinamento alla parete è lungo, complicato e anche pericoloso. I tentativi vengono continuamente rintuzzati dal maltempo finché il tempo prefissato per la spedizione scade. Così Matteo Bernasconi, la scorsa settimana, deve rientrare (per partecipare al corso istruttori delle guide alpine). Della Bordella e Schiera, invece, decidono di continuare, posticipano il rientro e... continuando a battere il chiodo. Sembra un azzardo, in molti (e per primi i Ragni) incrociano le dita. Ancora nessuno poteva saperlo, ma ad aver visto giusto sono stati loro.
Dopo 7 giorni nella loro tenda sul ghiacciaio in attesa dell'annunciata finestra di bel tempo, Venerdì scorso arriva il momento. Matteo e Luca attaccano nella notte tra giovedì e venerdì. Venerdì pomeriggio raggiungono il Colle Giongo – De Donà (anche conosciuto come Col del Lux) seguendo una linea in parte diversa da quella dell'anno scorso. ovvero 4/5 lunghezze che evitano il grande strapiombo e che nei precedenti tentativi erano state considerate pericolose perché cariche di neve. Bivaccano. Riprendono la salita e sabato raggiungono la vetta della Torre Egger. Ora bisogna scendere, un compito per nulla facile vista la parete. Sabato notte bivaccano prima del tratto più pericoloso e più soggetto alle scariche che (presumibilmente) affrontano nelle prime ore del mattino. Poi l'arrivo alla loro tenda sul ghiacciaio. Sono le 19,30 (ora italiana) e sono distrutti. E' la fine di tre anni di avventure e di sforzi. L'ultimo atto di questi 1100m di via che segna anche la prima salita completa che, in qualche modo, affronta la parete Ovest della Torre Egger. Una vetta che Matteo Della Bordella e Luca Schiera vogliono condividere con Matteo Bernasconi. Adesso aspettiamo tutti i particolari per capire un po' meglio il tutto. Ciò che è sicuro è che la storia della parete Ovest della Egger viene da lontano ed è direttamente legata all'alpinismo italiano ma anche a quello dei Ragni.
A tentare per prima quel versante fu nel 1985 una spedizione guidata da Gino Buscaini. Poi, nel 1989, la storia fu portata avanti dai Ragni di Lecco Paolo Crippa e Maurizio Maggi (che di quella prima spedizione dell'89 facevano parte) e da Eliana De Zordo. Dopo il rientro di Maggi in Italia, Paolo ed Eliana continuarono da soli il loro tentativo, ma non fecero mai più ritorno. Una tragedia che ha lasciato il segno e ancora adesso commuove non solo l'ambiente alpinistico lecchese. La storia va avanti. Così nel 1992 è la volta di Maurizio Giarolli, Andrea Sarchi e Odoardo Ravizza che salgono fino all'intaglio della Punta Herron. Mentre nel 1999 tocca ad Ermanno Salvaterra e Mauro Giovannazzi con una via che sfruttando lo spigolo della Ovest sale alla Punta Herron. Nel 1996 punta invece al centro della parete il coraggioso tentativo diretto di Lorenzo Nadali, Pietro Dal Prá e Andrea Sarchi che si scontra con la pessima roccia e il grande tetto che caratterizza la parte inferiore della parete. Nel 1997 a scendere in campo è ancora Ermanno Salvaterra insieme ad Adriano Cavallaro: il loro tentativo punta al Col del Lux ma si infrange dopo 300m per la pericolosità e le continue scariche della parete. Ora questa salita che - in parte segue il tentativo di Salvaterra – Cavallaro - dà sicuramente conto di una caparbietà e anche di un coraggio non comuni.
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