Cercando la felicità a momenti sull’Agner. Di Diego Toigo

Il racconto di Diego Toigo che quest'estate insieme a Marco Bergamo, Santiago Padros e Samuel Zeni ha effettuato la probabile prima ripetizione di 'Felicità a momenti', aperta sullo Spiz d’Agner Sud (Valle di San Lucano, Dolomiti) nel 1990 da Gigi Dal Pozzo e Maurizio Fontana. Qualche settimana prima di riuscirci, Toigo insieme a Stefano Luisetto ha aperto sulla stessa parete 'Momenti di Felicità'.
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Santiago padros sul quarto tiro di Felicità a momenti, Spiz d’Agner Sud (Valle di San Lucano, Dolomiti)
archivio Diego Toigo

Ci sono pareti che ti folgorano al primo sguardo, quando le vedi rimani talmente colpito dalla loro bellezza o da una linea che le percorre che vorresti correrci su e scalarle in quel preciso istante. Ma spesso le pareti più belle sono anche le più lontane e in alpinismo il tempo scorre molto lento, condizionato da tanti fattori come le giornate libere per me e per i miei soci, le condizioni della parete, lo stato mentale, l’allenamento fisico e tutte le altre scuse che noi "Alpinistici" usiamo per ritardare il grande giorno in ci presenteremo di fronte al nostro sogno…

La parete Nord-Est dello Spiz d’Agner Sud sovrasta l’ingresso della Valle di San Lucano, è caratterizzata da una placconata fantastica solcata da una riga nera. Alla sua sinistra si vede anche da Taibon agordino la curiosa struttura del Bottilion, un pilastro di 300 metri dalla caratteristica forma di bottiglia.

Quella parete l’ho guardata non so quante volte dalle pareti di San Lucano durante le tante avventure passate, e poi più da vicino dalla parete nord del vicino Spiz della Lastia durante le aperture di Mente Demente e Futuro Incerto. Il nome di quest’ultima via era proprio un tributo a Felicità a momenti, la linea che quei personaggi mitici di Gigi Dal Pozzo e Maurizio Fontana avevano tracciato nel 1990 su quella bellissima placca a buchi dello Spiz d’Agner Sud.

La voglia di metterci le mani è tanta ma arrivarci sotto a quella parete è un vero viaggio mistico e il timore reverenziale per le gradazioni di Gigi e Rizio mi mettono molta incertezza, ma bisognava provarci.

Il 9 agosto 2019 insieme al mio amico Lorenzo Corso scendiamo per il canale tra i Pizzetti e lo Spiz della Lastia lungo la linea di discesa che avevo trovato per andare a fare le vie su quest’ultima parete, ma se per la Lastia si rivelarono un comodo avvicinamento, non possiamo dire altrettanto per lo Spiz sud. Infatti una volta scesi dal canale alla grande cengia sottostante, tocca fare una grande traversata con tratti di arrampicata (II-III grado) fino ad imboccare il canale che con altri 500 mt di dislivello e con tratti di V grado ci porta dopo 5 ore dal Rifugio Scarpa alla cengia di attacco della nostra placconata.

Quella volta eravamo partiti un po’ tardi dal rifugio e arrivati a mezzogiorno alla base della via già belli cotti, non ci siamo sentiti di attaccare Felicità a momenti, e abbiamo quindi deciso di ripetere l’altra via della parete, Triste Rinuncia (Del Din-Santomaso 1991). Questa sale a destra della placconata per poi attraversare la parete a metà e uscire per una bella fessura sul collo del Bottilion. Una bella via, più facile della sua vicina, ma che regala dei bei tiri in un ambiente incredibile.

Passa il tempo ma il tarlo di Felicità a momenti continua a martellarmi in testa e così in questo caldo agosto mi ritrovo ancora alla base di quella placca in compagnia di Stefano Luisetto, un promettente ragazzo di Marostica con la passione giusta da non farsi scoraggiare per le cinque ore di avvicinamento.

Stavolta siamo belli decisi per attaccare la tanto agognata Felicità, ma dato che la via non ha ripetizioni e le relazioni che abbiamo sono abbastanza vaghe, finiamo per sbagliare l’attacco. Cerchiamo la via nei primi due tiri ma non troviamo né chiodi né soste e ci rendiamo conto di essere troppo a destra rispetto alla linea della via. Poco male, i tiri sono belli impegnativi, la roccia è fantastica ma difficile da proteggere e facciamo fatica e trovare dei buoni punti di sosta. Piano piano saliamo al centro della placconata fino ad arrivare alla cengia mediana, e qui finalmente vediamo qualche vecchio cordone che ci riporta sugli ultimi due tiri della via. Usciamo in cresta alle 6 di sera dopo 5 ore di avvicinamento e 9 ore di via, stanchi fisicamente e soprattutto mentalmente dato che la parete non ci ha dato un attimo di tregua, ma molto molto contenti della nostra nuova linea. Felicità a momenti non l’abbiamo trovata neanche stavolta, ma abbiamo trovato la nostra Momenti di Felicità!

Mentre scendiamo per la normale dello Spiz sud, come sempre mi dico che per un bel pezzo qua non ci torno dopo questo giro massacrante. Passiamo per un po’ di birre al Rifugio Scarpa, sempre super accogliente e poi a casa a notte fonda.

Passano solo due settimane e vengo a sapere che qualcuno aveva riattrezzato le calate sulla via e la voglia di tornare ritorna prepotentemente. Gli astri si allineano e troviamo un venerdì in cui siamo liberi io, Santi e Samuel Zeni. Invitiamo anche Marco dello Scarpa a far parte del gruppo, la vita da rifugista non si presta per scalare in estate ma la voglia di andare su quella parete è troppa e così anche se praticamente è da mesi che non scala, anche Mark si unisce alla banda.

Stavolta l’avvicinamento è molto più rapido e in due ore risaliamo la normale dello Spiz sud con un’alba commovente sulle Pale di San Lucano. Dall’uscita della via troviamo subito le doppie e in un’ora siamo alla base, direi che questo è l’avvicinamento più comodo e molto meno faticoso, anche se le traversata dai Pizzetti rimane un gran bel giro alpinisticamente molto interessante.

Stavolta sappiamo dove andare, la via attacca giusto in mezzo ai gialli, parto per il primo tiro e dopo una ventina di metri strapiombanti su roccia gialla delicata con le braccia belle in ghisa mi ritrovo al centro della grande placconata compatta e tutta bucherellata.

Santi si destreggia elegante sul secondo tiro di VII con passi tecnici in traverso, e arriviamo ai due tiri chiave di VIII. Il primo tocca a me e per fortuna non è così duro, Santi invece si becca il tiro più difficile con una bella sequenza obbligatoria su piccole tacche (VIII+), dietro di noi anche Sam e Mark sbuffano sul duro e si godono questi splendidi tiri. Ancora un lungo tiro con un passaggio ostico su un diedro strapiombante (VII+) e siamo in cengia, da qui restano i due tiri che già avevo percorso quindici giorni primi, non facili ma almeno si sa dove andare.

Usciamo in cresta e scoppio di Felicità… non solo a momenti! Sento che si è chiuso un cerchio iniziato cinque anni fa, ed è stato bellissimo condividere con tanti amici questo percorso, sono proprio contento. Adesso può scendere l’autunno sullo Spiz e chissà, magari ci rivedremo…

di Diego Toigo

Diego ringrazia Elbec, Karpos, Linea Verticale




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