Cascate di ghiaccio in Norvegia. Un viaggio regalo nel grande nord

Elio Bonfanti parla del suo settimo viaggio in Norvegia alla ricerca di cascate di ghiaccio da lui finora non salite.
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Cascate di ghiaccio in Norvegia
Elio Bonfanti

"Va bene ma speriamo che non sia a pedali". "Cosa?" mi chiede Gloria. Il camper che ho noleggiato per il tour in Norvegia, perché dato che costa incredibilmente quasi la metà che in Italia qualche dubbio mi pervade. Fatta anche la registrazione telematica alla frontiera Norvegese del "green pass", rivelatasi poi perfettamente inutile (ci hanno fatto il tampone prima di entrare), ed una volta provata l’importantissima pernacchia pronta per l’albergatore di Hemsedal che nel 2019 aveva cacciato Daniele, il sottoscritto e le relative compagne senza nemmeno stringerci la mano siamo pronti per andare.

E allora si parte, con questo viaggio ho raggiunto per la settima volta la Norvegia. Sempre d’inverno e sempre alla ricerca di nuove cascate di ghiaccio da aggiungere alla lista di quelle che non sono riuscito a salire creandomi un pretesto valido per ritornarci un ennesima e chissà forse l’ultima volta.

Questo giro però è nato sotto altri auspici e soprattutto l’ho affrontato in un modo per me totalmente nuovo, utilizzando per spostarmi e dormire un piccolo Camper adeguatamente attrezzato per i rigori dell’inverno Norvegese.

Come già ho avuto modo di raccontare per me la Norvegia, molto spesso, si risolveva in un weekend lungo stiracchiato sino al lunedì sera e poi via di corsa a casa. Questa volta invece complice il mio sessantesimo compleanno ho deciso di regalarmi un percorso itinerante di 4500 km che toccasse tutte le zone dove proprio per la brevità dei miei precedenti viaggi non ero mai riuscito ad andare.

Così la prima tappa è stata Oppdal località posta tra Oslo e Trondheim dove abbiamo fatto base nel Camping Granmo. Questa località rimane abbastanza baricentrica rispetto alla zona circostante dove è possibile, percorrendo pochi chilometri, trovare ghiaccio per tutti i gusti. Tra l’altro, si tratta di una delle poche zone della Norvegia che godono di una pubblicazione recente ed esaustiva di quanto possa offrire il circondario in termini di bellezza e difficoltà degli itinerari. Questo libro tratta sei differenti zone dove troviamo dai veri "Mostri" di 700/800 metri di Litjdalen, alle più abbordabili salite di Drivdalen e Vistradalen. Purtroppo Sunndalen, uno di questi settori, è sul mare e nei giorni in cui eravamo presenti noi c’è stata una bolla di caldo che ha compromesso le strutture più facilmente raggiungibili! Per cui ci siamo dovuti accontentare di stare all’interno dove per sei giorni il termometro non è mai salito oltre ai meno 12°C.

Da Oppdal l’idea era di salire ancora più a nord per vedere ‘sta benedetta Aurora Boreale, ma più si sale e più drammaticamente diminuiscono le ore di luce disponibili per fare attività. Per cui girato il nostro furgoncino verso sud (rispetto a dove eravamo è un sud abbastanza relativo…) ci siamo diretti verso il distretto di Valdres e precisamente ad Aurdal dove il Campeggio Fjordcamping ci ha accolto in tutto il suo maestoso gelo. Fortunatamente i servizi erano caldi e puliti ma in quel posto fa un diavolo di freddo da non credere. Sarò certamente poco intelligente ma grazie alle relazioni che avevo in mano (disponevamo solo del materiale tratto dal sito Isklatring) ci ho messo un paio di giorni per orientarmi bene nella zona. Qui le pareti di Stavedalen e di Vang, rigate da decine di linee sono i Masterpieces del luogo, ma anche tutte le altre cascate non sono da sottovalutare e poi… WOW molte di queste sono al sole!

Insomma anche qui ci sarebbe molta ciccia per fare un bel libro… che ancora non c’è! Proseguendo questo viaggio verso ovest, grazie alla poca neve ed ai passi aperti, siamo arrivati ad Ardal circondati da linee "Monstre" delle quali poco si sa ma molto si immagina. Anche quì come pure a Laerdal c’era qualcosa da fare ma solo rimanendo in quota, in quanto l’influsso caldo del mare nei giorni della nostra permanenza si era fatto sentire un po’ troppo. E allora via verso la Sognedal mettendo insieme tre passi "alpini" di notte, da soli e con una pista da bob per strada. Una vera avventura modello "extreme drivers" ed il tutto sempre con il naso per aria a vedere e a stupirsi di quanto ghiaccio abbiano questi Norvegesi. Nel tratto che precede la stazione sciistica di Voss ci siamo imbattuti in una interminabile serie di cascate di ogni tipo, tutte però legate da un comune filo conduttore: nessuno ne sa nulla. Poi casualmente fermandoci in un localino piuttosto singolare ed un po’ fuori mano abbiamo scoperto che il "Boss" della zona si chiama Øystein Ormåsen, che fa la guida e che avrebbe potuto darci "forse" tutte le info del caso. Ma credetemi, da perderci la testa.

Dopo mille peripezie siamo finalmente arrivati nella Setesdaen che da quanto avevo letto sempre sul sito Isklatring avrebbe dovuto essere una Rjukan ancora sconosciuta ai più. Effettivamente le linee di salita ci sarebbero pure ma invece di essere concentrate in una piccola porzione della vallata queste si distribuiscono su un area lunga almeno 30 chilometri e detto tra di noi, secondo me i periodi di freddo intenso sono più brevi che a Rjukan. Fortunatamente di questo settore, colonizzato soprattutto dagli inglesi c’è un recente libro redatto da Geoff Hornby per conto dell’Oxford Alpine club. La zona è ambientalmente bellissima e la cascata simbolo della località, che si può quasi toccare dalla strada, è Reiårfossen. Si tratta di una valle con una vocazione molto agricola ed il turismo privilegiato è quello estivo essendoci nel tratto compreso tra Evje e Valle una serie di pareti di granito fantastiche che contano circa 700 vie, alcune delle quali lunghe sino a 18 tiri. L’inesorabile clessidra del tempo mi ha suggerito poi di fare comunque un saltino a Rjukan dove nel complesso le condizioni non è che fossero top ,ma tra la gola di Vemork e la falesia di Krokan qualcosa da fare lo abbiamo comunque trovato.

Time out. Il viaggio è finito e alla fine sono stati circa 4500 i chilometri percorsi. Oltre a scalare abbiamo visitato Oslo e Bergen, abbiamo festeggiato il Natale in intimità ed il Capodanno in pescheria nel porto di Bergen. Siamo usciti di strada due volte ed abbiamo rischiato di farlo pure una terza. Abbiamo preso come si dice da noi una "giaccata di freddo della madonna" e ci siamo riempiti gli occhi ed il cuore di panorami che in alcuni luoghi sono di una bellezza ancora primordiale. Il tutto consapevoli di essere parte di una società che in questo momento storico sta soffrendo e combattendo contro ad un nemico invisibile che sta mettendo in ginocchio vite famiglie ed economie. Anche quassù molti negozi sono sbarrati, attività fallite, stazioni sciistiche completamente chiuse, alcolismo dilagante. C’è una situazione che noi nemmeno immaginiamo. Il modello sociale che quei paesi ci hanno a lungo presentato, è sempre stato quello di realtà perfette e lontane dalla nostra atavica confusione ma molto amaramente e sicuramente a causa di questa Pandemia ho dovuto constatare che non è così. A loro e a tutti noi un grande 2022.

di Elio Bonfanti 

SCHEDA: Cascate di Dammen - La cascata del Laghetto, Norvegia

SCHEDA: Drivstua, Norvegia

SCHEDA: Kyrjukulen, Norvegia

SCHEDA: Saujukulen, Norvegia

SCHEDA: Leite, Norvegia

SCHEDA: Varstigen, Norvegia

SCHEDA: Cascate di Vang - Drosja, Norvegia

SCHEDA: Code red - Setesdalen, Norvegia

SCHEDA: Great Gully - Setesdalen, Norvegia

SCHEDA: Cascate di Stavadalen

BIBLIOGRAFIA:

- Sito internet Isklatring www.isklatring.no
- OPPDAL & SUNNDAL edito da vpg.no
- SETESDAL “Ice climbing in Norway’s Setesdal and Åseral regions”. www.climb-setesdal.com
- HEAVY WATER “Ice climbing in Rjukan” edito da rockfax.com
- RJUKAN selected Ice Climbs del 2017 edito da Oxford Alpine Club

CONTATTI:
Øystein Ormåsen:post@wildvoss.no post@wildvoss.no

PUNTI DI APPOGGIO:

CAMPEGGIO OPPDAL: granmocamping.no
CAMPEGGIO AURDAL: aurdalcamp.no
CAMPEGGIO RJUKAN: www.rjukanhytte.compost@rjukanhytte.com




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