Campanile di Val Montanaia e il primo BASE Jump di Marco Milanese
"Qui ho iniziato a sognare l'alpinismo e proprio qui si è chiuso un cerchio di evoluzione personale. Salire slegato e scendere saltando rappresenta per me lo stile in assoluto più puro di alpinismo, una sfumatura in un arte creativa che ognuno interpreta a suo piacimento. Dove nulla viene disturbato, dove si va e si ritorna velocemente, dove non serve nient'altro oltre a uno zaino. veloce e pulito." Con queste parole la guida alpina Marco Milanese introduce il suo free solo - effettuato in 20 minuti - della Via Normale al Campanile di Val Montanaia, e successivo salto BASE Jump. È il primo lancio dalla più famosa cima nel gruppo Monfalconi, e per trovare le motivazioni Milanese si è interrogato a fondo, come si capisce nelle sue riflessioni molto personali pubblicate di seguito.
FREESOLO & BASEJUMP
Esiste solo una profonda connessione.
Un armonia eterea.
L’amore per la bellezza della natura è quello che siamo.
Un cuore così pieno non invecchierà mai.
Voglio parlare di morte, o meglio, parlare di morte per ricordare la vita.
Negli ultimi mesi ho perso tanti amici, persone che sciavano, scalavano, volavano o saltavano.. Tutti rincorrevano un sogno, come me del resto.
Pratichiamo delle attività sicuramente definite rischiose, anche se su questo ci sarebbe da spendere qualche parola.
Il rischio in se ha dei connotati sicuramente oggettivi, ma anche molti soggettivi. La gran parte delle persone pensa che il solo fatto di andare in montagna sia pericoloso, ma sbaglian. La paura come sappiamo, spesso è data dall’ignoranza. L’esposizione per periodi prolungati a situazioni rischiose tuttavia, porta inevitabilmente un aumento dell’incidenza delle morti. La cosa però ha infinte variabili, definite da come ci si muove in montagna, con quali precauzioni, dall’attività svolta e dal fattore sfortuna. Quindi il rischio è innanzitutto, a mio parere, soggettivo. Tutti si scandalizzano se una persona muore in montagna ma troviamo normale che una droga come l’alcol venga utilizzata fin dalla tenera età. Morti all’anno in Italia collegate all’alcool 40000, morti nel base jump 30 in tutto il mondo, per esempio.
Ebbene per riflettere sulle morti, tralasciando ogni aspetto tecnico sugli incidenti ( che farebbe capire meglio molte dinamiche), bisogna prima riflettere su chi siamo. Per giudicare la morte altrui bisognerebbe prima guardare alla propria vita. Siete o siamo veramente sicuri che stiamo vivendo una vita dove sentiamo di essere vivi? Alcune persone che ci hanno lasciato ultimamente si sono fatti questa domanda e hanno scelto la risposta più radicale ma anche forse quella più vera. Dare tutto, ogni cazzo di giorno.
Nelle attività alpine in generale la morte o la possibilità di farsi male è una probabilità, ma per quanto mi riguarda la vita è semplicemente una questione di qualità non di quantità. La morte arriva per tutti, e potrebbe arrivare per moltissime ragioni diverse che possono anche non dipendere da noi, e potrebbe essere anche domani, o oggi. L’idea di morire senza aver vissuto come volevo mi attanaglia.
Come viviamo le nostre vite è molto più importante di come moriamo. Io mi sono immaginato il momento subito prima della morte, e non voglio avere rimpianti. Voglio vivere dando il massimo, voglio amare profondamente. Senza scorciatoie o ripensamenti.
Se esiste qualcosa che avete sempre desiderato, fatela! Non pensateci neanche due volte perché a rimandare alla fine…. si muore. E se per caso non desiderate niente di particolare, mi dispiace per voi, ma siete già pronti per godervi il vostro tramonto. Non lasciate che le persone attorno a voi vi condizionino, loro possono avere visioni diverse e interessi diversi, accettate i consigli ma non fatevi intimidire dalle raccomandazioni.
Siamo persone estremamente felici ma il nostro equilibrio è fragile perché siamo attaccati a delle pratiche sportive o a delle attività,. Abbiamo bisogno di sudare, di provare paura, di raggiungere obbiettivi inutili che solo noi ci siamo posti. Abbiamo bisogno di avventura, di esplorare l’esterno per ritrovare l’interiore,in una spirale infinta che si alimenta di anno in anno. Per chi ha sete, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. In qualche modo siamo in gabbia ma ci sentiamo molto liberi. Poteva andarci peggio. Invece che la montagna poteva piacerci la droga, anche se alla fine la differenza è sottile, diciamo le cose come stanno.
Non c’è mai la garanzia di un domani, ma c’è l’ora, ed è li che noi diamo tutto, dove noi agiamo. Non voglio vivere una vita dove limito i miei desideri, dove vivo con il miraggio del fine settimana o delle vacanze. Ho scelto una vita dove posso essere felice, senza rammarichi con le persone che amo.
Ogni tanto mi piacerebbe avere sogni o progetti più normali, ma sono cosi, quando hai toccato il cielo è difficile scendere. Quando hai provato la sensazione di volare col il tuo corpo o di camminare su una fettuccia nel cielo o di arrampicare pareti impossibili ti sembra tutto cosi insignificante. E’ cosi difficile combattere la propria natura, il proprio istinto.
Abbiamo la fortuna di vivere una vita piena di emozioni, di ispirare e di essere ispirati. Di avere una forma di espressione etica ed estetica in cui realizzarsi. Di avere una filosofia, uno stile di vita. Di ricercare la libertà con il corpo per poter nutrire lo spirito.
Siamo i bambini sperduti in una società che fa difficoltà a capirci, tutta presa a trovare responsabilità e colpe per le morti. Sempre pronta a dire: siete pazzi! Ma siete veramente sicuri che siamo noi i pazzi? Oppure: Se l’è andata a cercare no? Si andiamo a cercarcela ma almeno ne siamo consapevoli e viviamo una vita con coscienza della morte. Vedendola cosi vicina sappiamo anche che non possiamo perdere neanche un giorno della nostra vita. Quanti invece muoiono lentamente ogni giorno?
Siamo gente che non si accontenta. Siamo gente che ha fame … sempre.
Vivi, ama, dona, canta, balla, corri fino a finire il fiato, oppure siediti e ascolta il tuo respiro, contempla ciò che hai davanti e ringrazia, ma agisci, non essere succube di nessuno, la lancetta gira per tutti. La sento ogni tanto, la sento ogni giorno in cui splende il sole e io non posso agire come voglio.
Spesso riprendo quello che faccio, spesso voglio rivedere attimi magici. Molti pensano che “noi” riprendiamo le nostre “imprese” ( odio questa parola) per il nostro ego, per poterle condividere, per qualche like. Ma nessuno si è mai fatto queste domande quando si fanno le riprese del matrimonio, dei compleanni e cosi via. Questi momenti sono riconosciti da tutti come momenti speciali della vita che capitano poche volte e che bisogna ricordare bene con un video. Bene, i nostri momenti speciali saranno sicuramente anche questi ma badate, i nostri momenti speciali sono quando noi siamo lassù e vogliamo ricordarne ogni fottuto momento. Momenti speciali.
Non voglio insegnare a vivere, non ho le “risposte”, dico solo come vivo la mia vita e come vedo le morti dei miei amici, alcuni di loro hanno semplicemente avuto sfortuna, come può capitare a chiunque, altri invece hanno inseguito un sogno cosi profondo che alla fine si sono scottati, ma lo sapevano, e non hanno avuto rimpianti.
Infine i miei pensieri vanno alle persone che mi vogliono bene, e probabilmente proprio loro mi hanno già salvato la vita, ogni momento speso con le persone che amo sono tutti giorni tolti all’esposizione al rischio. Se muoio sono morto e a me non importa più niente, le persone che lascio invece potrebbero essere addolorate a vita, ma sbagliano. Ho ragionato a lungo sulle morti dei miei amici, e alla fine ho concluso che la tristezza non ha mai fatto parte delle nostre vite ed è cosi che dobbiamo continuare, perché se per caso loro ci vedessero da lassù sarebbero solo più tristi.
Dobbiamo vivere di gioia,inseguendo i nostri sogni. I nostri sorrisi saranno la loro pace.
Mucho love
Marco
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