Bruno Detassis
Ieri, 8 maggio 2008, è scomparso a 97 anni nella sua Madonna di Campiglio Bruno Detassis, un grande dell'alpinismo e della montagna.
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Bruno Detassis, l'alpinista trentino universalmente conosciuto come il 'custode del Brenta'.
arch. Ermanno Salvaterra
Ci sono momenti di cui forse non si dovrebbe scrivere, o almeno di cui non si vorrebbe mai scrivere. Perché non ci sono mai parole per "comprendere" e rappresentare una perdita. C'è il profondo e indescrivibile dolore dei familiari e degli amici, che sembra affondare nelle radici stesse della vita e del cuore. Ma c'è anche quella sensazione di sentirsi più soli che a volte coglie anche chi non è toccato così direttamente.
Non succede sempre. Anzi in questi tempi sempre più cinici di una società sempre più chiusa in se stessa, accade sempre più raramente che si abbia questa percezione di dolore diffuso, di partecipazione collettiva. Per Bruno Detassis è successo. E' sicuro: non c'è alpinista, escursionista, uomo di montagna che oggi, alla notizia della sua scomparsa, non abbia pensato di aver perso una parte del suo sogno.
Il perché potrebbe avere molte risposte. Bruno Detassis è stato certamente uno dei più grandi alpinisti e arrampicatori delle Dolomiti, e non solo. Le vie che ha aperto soprattutto sulle "sue" Dolomiti del Brenta sono lì a testimoniarlo. Sono linee (come La via delle guide sul Crozzon di Brenta), che sembrano avere un'anima. Hanno un tocco di eleganza e bellezza che rispecchiano la figura stessa di Detassis. Quel suo sguardo diritto, quella barba che gli incorniciava il viso, erano lo specchio di una nobiltà innata, una nobiltà del cuore. Era l'alpinista, anche nell'aspetto, che tutti avremmo voluto essere, Detassis. E amava la montagna come ben pochi l’hanno amata.
Aveva scelto la montagna in tempi lontani Detassis. L'aveva scelta in modo totale diventando il "Custode del Brenta". Impossibile scordarsi di lui. Per tutti i moltissimi alpinisti ed escursionisti che sono passati per il Rifugio Brentei aveva sempre una parola. Per tutti aveva uno sguardo. E a tutti regalava uguale considerazione. Impossibile non ricordarsi di lui: la sua energia buona sarà sempre tra le montagne del Brenta.
Vinicio Stefanello
Per Bruno
Oggi sono molto triste. Un Grande Uomo ieri sera ci ha lasciati. Il Grande Bruno Detassis ha terminato la sua lunga vita terrena. Ieri sera ha cenato e, diversamente dagli altri giorni, ha bevuto due bicchieri di vino anziche’ uno. Poi si e’ fatto la sua fumata e poco dopo e’ andato a letto. Si e’ spento come si spegne una candela, in modo sereno. Così mi ha detto il figlio Claudio.
Stamattina sono stato da lui. L’ho visto per l’ultima volta. Era sul suo letto, vestito dalle feste, con il vestito delle Guide alpine. Era bello, sereno, sembra facesse un pisolino. L’ho abbracciato per l’ultima volta. So che non era triste e ricordo l'ultimo incontro che abbiamo avuto il 18 marzo. Avevamo fatto una piacevole chiacchierata.
Eravamo molto amici io ed il Bruno. Quello che ci passava per la testa prima, continuera’ anche d’ora in poi. Quando si parla di “morra” si fa sempre riferimento al Bruno. Quando si va’ in Brenta si parla di lui. Quando si guarda il Crozzon c’e’ sempre lui. Se si scala il Campanile Basso il Detassis entra sempre nella chiacchierata. E questo continuera’ ad esistere perche’ il Bruno ci lascia solo materialmente.
Ricordo quando passavo al Brentei ed andavo ad arrampicare da solo. Mi chiedeva dove sarei andato. Io gli dicevo che non lo sapevo. Allora lui mi rispondeva: “Tu non lo sai ma io sì!” Ricordi indelebili. Aveva 80 anni quando andammo insieme in cima Presanella. Fu una giornata indimenticabile. O due anni dopo quando salimmo con Andrea Sarchi e Mario Bertamini lo Spigolo della Madonnina alla Brenta Alta. Che giornata anche quella!
Ciao Bruno, resterai sempre nel mio cuore e ti portero' in montagna con me. Grazie di tutto quello che mi hai dato e che mi hai insegnato. Sei stato un Grande Maestro, il Re del Brenta e lo rimarrai anche in futuro. Ciao, un tenero abbraccio come quello che ci siamo scambiati poco tempo fa.
Ciao, il tuo amico Ermanno Salvaterra.
Non succede sempre. Anzi in questi tempi sempre più cinici di una società sempre più chiusa in se stessa, accade sempre più raramente che si abbia questa percezione di dolore diffuso, di partecipazione collettiva. Per Bruno Detassis è successo. E' sicuro: non c'è alpinista, escursionista, uomo di montagna che oggi, alla notizia della sua scomparsa, non abbia pensato di aver perso una parte del suo sogno.
Il perché potrebbe avere molte risposte. Bruno Detassis è stato certamente uno dei più grandi alpinisti e arrampicatori delle Dolomiti, e non solo. Le vie che ha aperto soprattutto sulle "sue" Dolomiti del Brenta sono lì a testimoniarlo. Sono linee (come La via delle guide sul Crozzon di Brenta), che sembrano avere un'anima. Hanno un tocco di eleganza e bellezza che rispecchiano la figura stessa di Detassis. Quel suo sguardo diritto, quella barba che gli incorniciava il viso, erano lo specchio di una nobiltà innata, una nobiltà del cuore. Era l'alpinista, anche nell'aspetto, che tutti avremmo voluto essere, Detassis. E amava la montagna come ben pochi l’hanno amata.
Aveva scelto la montagna in tempi lontani Detassis. L'aveva scelta in modo totale diventando il "Custode del Brenta". Impossibile scordarsi di lui. Per tutti i moltissimi alpinisti ed escursionisti che sono passati per il Rifugio Brentei aveva sempre una parola. Per tutti aveva uno sguardo. E a tutti regalava uguale considerazione. Impossibile non ricordarsi di lui: la sua energia buona sarà sempre tra le montagne del Brenta.
Vinicio Stefanello
Per Bruno
Oggi sono molto triste. Un Grande Uomo ieri sera ci ha lasciati. Il Grande Bruno Detassis ha terminato la sua lunga vita terrena. Ieri sera ha cenato e, diversamente dagli altri giorni, ha bevuto due bicchieri di vino anziche’ uno. Poi si e’ fatto la sua fumata e poco dopo e’ andato a letto. Si e’ spento come si spegne una candela, in modo sereno. Così mi ha detto il figlio Claudio.
Stamattina sono stato da lui. L’ho visto per l’ultima volta. Era sul suo letto, vestito dalle feste, con il vestito delle Guide alpine. Era bello, sereno, sembra facesse un pisolino. L’ho abbracciato per l’ultima volta. So che non era triste e ricordo l'ultimo incontro che abbiamo avuto il 18 marzo. Avevamo fatto una piacevole chiacchierata.
Eravamo molto amici io ed il Bruno. Quello che ci passava per la testa prima, continuera’ anche d’ora in poi. Quando si parla di “morra” si fa sempre riferimento al Bruno. Quando si va’ in Brenta si parla di lui. Quando si guarda il Crozzon c’e’ sempre lui. Se si scala il Campanile Basso il Detassis entra sempre nella chiacchierata. E questo continuera’ ad esistere perche’ il Bruno ci lascia solo materialmente.
Ricordo quando passavo al Brentei ed andavo ad arrampicare da solo. Mi chiedeva dove sarei andato. Io gli dicevo che non lo sapevo. Allora lui mi rispondeva: “Tu non lo sai ma io sì!” Ricordi indelebili. Aveva 80 anni quando andammo insieme in cima Presanella. Fu una giornata indimenticabile. O due anni dopo quando salimmo con Andrea Sarchi e Mario Bertamini lo Spigolo della Madonnina alla Brenta Alta. Che giornata anche quella!
Ciao Bruno, resterai sempre nel mio cuore e ti portero' in montagna con me. Grazie di tutto quello che mi hai dato e che mi hai insegnato. Sei stato un Grande Maestro, il Re del Brenta e lo rimarrai anche in futuro. Ciao, un tenero abbraccio come quello che ci siamo scambiati poco tempo fa.
Ciao, il tuo amico Ermanno Salvaterra.
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