Black Tooth del Muztagh Tower, i dettagli della prima salita di Simon Messner e Martin Sieberer
Come riportato l'altro giorno, il 26 luglio 2019 il 28enne sudtirolese Simon Messner e il 31enne austriaco Martin Sieberer hanno completato la prima salita di Black Tooth, la montagna di 6718 m metri immediatamente accanto alla suggestiva Muztagh Tower nella regione del Baltoro nel Karakorum Pakistano.
I due hanno raggiunto il ghiacciaio Younghusband all'inizio di luglio. insieme al terzo membro della loro piccola spedizione, il 27enne austriaco Philipp Brugger. Una prima salita di acclimatamento fino a 5200 metri ha rilevato che la prevista linea di salita - la lunga cresta di roccia e ghiaccio che porta da est a ovest tentata dagli alpinisti tedeschi Felix Berg e Matthias Konig nel 2016 - sarebbe stata troppo pericolosa. Il trio ha quindi scelto una linea sulla parete SSO e ha raggiunto la base della parete seguendo l’avvicinamento sul ghiacciaio utilizzato dai francesi nel 1956 durante la seconda salita della Muztagh Tower. Dopo aver installato una corda fissa su 20 m di ghiaccio ripido (WI5+), sono scesi a campo base per riposarsi.
Nonostante non fossero sufficientemente acclimatati, hanno decisero di sfruttare le buone previsioni e hanno effettuato un primo tentativo il 21 luglio. Il ghiaccio sottile e la neve bagnata e pesante hanno rallentato la salita e a mezzogiorno hanno deciso di bivaccare, per poi riprendere la salita quando faceva più freddo. Ma poiché le temperature non si sono abbassate sufficientemente, la mattina successiva sono rientrati a valle.
Rientrati al campo base hanno visto le previsioni del tempo e si sono resi conto che il tempo sarebbe rimasto stabile e coperto per i successivi quattro giorni. Così hanno deciso di fare un secondo ed ultimo tentativo. Brugger non si sentiva sufficientemente acclimatato e quindi è rimasto a campo base e, dopo soltanto un giorno di riposo, il 24 luglio Messner e Sieberer sono ripartiti. Inizialmente le cose non sono andate per il verso giusto: il cuoco non si era svegliato in tempo e hanno fatto la prima colazione con Snickers e Coca Cola, e durante l’attraversamento del ghiacciaio Sieberer è caduto in una pozza d'acqua ghiacciata. Tuttavia sono riusciti a raggiungere il precedente bivacco alle 8 del mattino. Esausti dopo questi 1200 metri di dislivello, si sono riposati e sono partiti alle 4.20 la mattina successiva. Per risparmiare tempo hanno salito molti tratti in conserva, e all’alba hanno raggiunto il nevaio superiore che si è rivelato molto più ripido del previsto.
Messner racconta che "Martin stava salendo da capocordata quando ci siamo resi conto della ripidità per la prima volta. Accidenti, era più ripido del previsto! Non c'era tempo da perdere, quindi abbiamo continuato a salire in conserva per circa 250m su ghiaccio ripido attorno ai 55-60°. Il ghiaccio duro e scheggiato era coperto da uno strato molto instabile di qualcosa che non definirei né ghiaccio né neve... l'arrampicata sembrava estremamente insicura! Ad un certo punto eravamo troppo stanchi per salire in sicurezza e per fare sosta sul ghiaccio marcio le nostre tre viti da ghiaccio non erano assolutamente sufficienti. Rimaneva solo un’opzione, la strada verso l'alto."
I due hanno raggiunto la fine del ghiaccio e la cresta superiore alle 8:30 am circa. Finalmente sicuri, ma esausti, sono scesi circa 60 metri e hanno raggiunto una cengia, troppo piccola per piantare la tenda ma sufficiente per consentire ad entrambi di sdraiarsi e riposarsi durante il giorno.
Alle 4:00 del mattino seguente sono partiti per la vetta. Hanno lasciato tutto il materiale da bivacco sulla cengia per essere più leggeri, hanno superato degli sbalzi ripidi ed una torre di roccia (M5). Nevicava, la visibilità era pessima ma hanno continuato verso l’alto, raggiungendo la cima alle 13.00. Per scendere dovevano attraversare i ripidi pendii carichi di neve. Si sono slegati per non trascinare l’altro in caso di caduta, poi hanno iniziato le calate.
Dopo 6 corde doppie le nuvole si sono alzate per un’attimo e si sono resi conto che stavano scendendo nella direzione giusta. Sono scesi disarrampicando dove possibile, ma la stanchezza ha iniziato a farsi sentire. "Stavamo diventando sempre più lenti e non avevamo molto materiale, soltanto un piccolo chiodo sull’imbrago di Martin. Mentre il sole tramontava, ha piantato il chiodo in una roccia che sporgeva dalla neve e ha iniziato a costruire una sosta. Ero troppo stanco per controllarlo e mi sono attaccato alla sosta. Nel momento in cui Martin ha iniziato la doppia, ho sentito un forte, brusco strappo sul mio imbrago. Ho fissato gli occhi perplessi e spalancati di Martin. Il chiodo non aveva tenuto e non appena Martin aveva messo il suo peso sulla sosta, il chiodo era uscito quasi portandoci giù entrambi."
Dopo questo spavento hanno raggiunto la base della parete al buio, senza altri intoppi. Si sono riposati, hanno sciolto un po’ di neve e hanno bevuto per la prima volta dopo molte ore, poi hanno costretto i loro corpi stanchi lungo il ghiacciaio, arrivando in qualche modo a campo base alle 3.00 del mattino.
Il tempo è rimasto brutto nei giorni seguenti e già la mattina successiva hanno iniziato il loro ritorno a casa lungo il ghiacciaio del Baltoro.
Questo è il secondo successo di Messner nella regione in questa stagione. Qualche settimana fa aveva effettuato la prima salita, in solitaria, del Toshe III, una montagna di 6200m conosciuta localmente come Geshot Peak.
Link: FB Simon Messner, www.simon-messner.com, Salewa