Aspettando Alice, una nuova via sulla bastionata del Martellot (Val Grande di Lanzo)
La vasta bastionata che si innalza dai resti del ghiacciaio del Martellot è speculare a quella della Gura e divisa da essa dalla lunga cresta che culmina sulla Dent d’Ecot. Questo angolo delle Alpi Graie è tra i meno conosciuti e frequentati dagli arrampicatori. Eppure le alte pareti della Gura, che sovrastano i due ghiacciai del Mulinet, sono percorse da innumerevoli itinerari, vie dove si può ancora respirare un alpinismo vero, fatto di incognita, avventura e fatica. L’avvicinamento dall’accogliente rifugio Daviso è lungo ma ciò che, forse più di tutto spaventa, sono le complesse o ben che veda interminabili discese per rientrare a Forno Alpi Graie, l’ultimo paese della Val Grande. Se le vie della Gura sono poco conosciute, le poche che corrono sulla bastionata del Martellot sono decisamente sconosciute e in alcuni casi probabilmente irripetute.
Il sabato di un fine settimana di giugno saliamo per l’ennesima volta al Daviso per ripetere la Grassi-Comino che porta all’elevazione della Cresta di Mezzenile denominata Punta Grassi. Dalla terrazza del rifugio cominciamo a binocolare le torri che sostengono la lunga cresta della Dent d’Ecot, sull’estrema propaggine sinistra della bastionata del Martellot. Perché non provare ad aprire una via? Un itinerario con le calate in doppia, dove finalmente si possa scalare senza avere sulle spalle picca, ramponi e scarponi. L’indomani ripetiamo la bellissima via in programma, ma quell’idea si fa via via più insistente.
Ne parliamo con il CAI di Venaria, proprietaria del Daviso, accolgono con entusiasmo la possibilità di avere una via che nelle intenzioni dovrà poter essere percorribile da una vasta fetta di arrampicatori e decisamente più comoda e a portata di mano che le selvagge ascensioni della Gura.
Ed è così che con mio fratello Matteo e Luca Brunati pianifichiamo la salita. Devo dire che il risultato è stato persino al di là delle aspettative, la roccia si è rivelata da buona a ottima ed è nata una via di montagna di 450m di sviluppo, su una parete alta e selvaggia. Qualche spit e le soste ne hanno decretato fin da subito il successo.
Aspettando Alice ha così le carte in regola per diventare la grande classica di arrampicata di questa porzione di Alpi Graie permettendo al Daviso di essere finalmente punto di appoggio non solo per escursionisti o per la normale della Levanna, sempre più in sofferenza a causa dell’arretramento dei ghiacciai. Noi ve la consigliamo, ai ripetitori la sentenza.
Un grazie va al Rifugio Paolo Daviso, sez. di Venaria Reale del CAI per aver appoggiato e sponsorizzato la chiodatura della via.
di Luca Enrico, C.A.A.I.
Gruppo Valli di Lanzo in Verticale
SCHEDA: Aspettando Alice, Dent d’Ecot, Martellot (Val Grande di Lanzo)