Appello per cinque alpinisti iraniani
Una nuvola si è fermata sopra l'Iran in seguito alle proteste a favore della democrazia nel paese dove è difficile ottenere informazioni e la repressione non risparmia nessuno. In Francia il Comitato per l'alpinismo dell'UNESCO ha ricevuto notizie molto preoccupanti riguardanti diversi climber e alpinisti iraniani arrestati nelle ultime settimane per aver preso parte alle manifestazioni che si sono svolte nel Paese. Alcuni di loro vengono da Shiraz, da dove ci sono pervenuti questi drammatici frammenti di notizie. Il comitato invita tutti gli alpinisti e amanti della montagna a mobilitarsi per condividere il proprio sostegno ai colleghi iraniani.
Dena Sheibani, insegnante di snowboard, è stata arrestata il 10 novembre. Era in un taxi quando è stata fermata dalle forze armate. Da allora la sua famiglia non ha più avuto sue notizie.
Eshragh Najaf Abadi, ex membro delle squadre nazionali di ciclismo e alpinismo, è stato messo in primgione il 30 ottobre. I suoi parenti non sanno dove sia tenuto e temono che sia "sotto pressione" per confessare.
Amir Arslan Mahdavi, insegnante di snowboard, scalatore e membro della squadra nazionale di alpinismo, è stato arrestato il 26 ottobre lungo la strada Maali Abad Street a Shiraz, prima di essere trasferito in un posto sconosciuto.
Il 22 novembre Mohammad Khived, alpinista e Hessam Mousavi, istruttore di arrampicata sono stati arrestati, così come l'alpinista Hamid Ghashghaei, è stato recluso dopo aver scritto "Libertà" con il gesso su una montagna vicina.
Si dice che alcuni di loro abbiano ammesso di aver preparato una bomba. Secondo i loro parenti, queste confessioni sono state ottenute "sotto pressione". Altri non esitano ad usare la parola "tortura". Una fonte sostiene: "È una confessione forzata dopo la tortura. Pratica che la Repubblica islamica mette in atto sempre quando arresta qualcuno".
Questa confessione li rende potenziali detenuti nel braccio della morte. Il sito iranwire.com ha pubblicato questa mattina un'argomentazione che smonta l'accusa.
La comunità alpinistica è preoccupata per la loro sorte: sache molti altri iraniani si trovano nella stessa situazione. e si augura che fare luce sul destino di questi uomini e donne, colleghi, possa aiutarne altri.
Spetta agli alpinisti di tutto il mondo mobilitarsi. La solidarietà in montagna è una realtà che non conosce confini. Lo ha riconosciuto anche l'UNESCO quando ha inserito l'alpinismo nel Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità nel dicembre 2019. Purtroppo tra i 178 paesi che hanno ratificato il testo della convenzione, c'era proprio l'Iran.
Il Comitato Alpinismo dell'UNESCO della Francia invita tutti gli alpinisti a mobilitarsi per far conoscere il loro sostegno ai loro colleghi iraniani.
Una petizione è online, su change.org. Al momento ha raggiunto 7900 firme. Ne servono molte altre!
Per firmare la petitizione clicca qui: www.change.org