Andamento Lento liberata in Valscura, Dolomiti. Il report di Mirco Grasso

Il report di Mirco Grasso che insieme a Nicolò Geremia e Francesco Rigon ha effettuato la prima libera di 'Andamento Lento', la via aperta in Val Scura (Dolomiti Feltrine) da Gigi Dal Pozzo, Maurizio Fontana, Venturino De Bona nel 1997.
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Mirco Grasso durante la prima libera di 'Andamento Lento' in Valscura (Vette Feltrine, Dolomiti
Enrico Polo

La prima volta che ho messo le mani sulla bella roccia della parete di Valscura è stato diversi anni fa e già al tempo spulciando un po’ nel web non ho potuto non notare questa Andamento Lento, ma mi è bastato guardare la relazione piena di sezioni in artificiale per farmici stare alla larga.

Negli anni un pochino è aumentata la consapevolezza di quello che posso fare in montagna e con Nicolò Geremia abbiamo cominciato sempre più spesso a parlare di andare a vedere cosa volessero dire tutti questi tiri in artificiale segnati A3 e A2.

Finalmente le condizioni fisiche e della parete sono buone quindi armati di ferraglia più di quando siamo in apertura partiamo con in testa un piano ben chiaro. Primo step: riuscire a passare sui tiri, anche in artificiale. Secondo: individuare gli appigli e gli appoggi per decifrare le sequenze arrampicatorie. Terzo: sistemare le protezioni fisse in modo tale che fossero sicure e utilizzabili durante la libera. Quarto ed ultimo step: scalare ogni tiro da primi senza mai cadere.

La strategia si è rivelata vincente e in qualche giornata, con anche l’aiuto di Francesco Rigon, sistemiamo e decifriamo tutti i tiri. A questo punto non era importante chi lo avrebbe fatto, tutti e tre eravamo riusciti in qualche modo a fare i singoli movimenti, bastava che uno solo riuscisse a liberare i singoli tiri per ritenerci soddisfatti.

Complice l’ombra nel momento giusto, in due giornate diverse riesco a salire tutti i tiri più difficili da primo, possiamo quindi sentenziare che Andamento Lento non è più una linea da panico in artificiale, ma è una bellissima difficile via, su roccia super e con boulderini davvero interessanti. Tutto sommato non è nemmeno troppo kamikaze, quindi avanti i prossimi!

Qualche considerazione: abbiamo sostituito qualche chiodo e alcuni spit messi a mano vecchi quasi 30 anni, in un paio di casi ci siamo permessi di spostarli di qualche spanna (non più di 30 cm) in modo tale che fossero utilizzabili durante la libera. La precisa relazione originale quindi rimane invariata, aggiungiamo solo un numeretto per indicare il grado in libera che proponiamo. La via non ha assolutamente cambiato il carattere, credo solo che questa sia la giusta evoluzione di vie di questo tipo, aperte in ottica futuristica, con altri mezzi e altre priorità.

di Mirco Grasso

Mirco ringrazia Karpos, Hdry, SCARPA, Linea verticale

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