Alpinisti dal Futuro, nuova via d’arrampicata sull' Altar Knotto, Altopiano di Asiago
Alpinisti dal Futuro è un nome un po’ bizzarro e forse presuntuoso da dare ad una via. Eppure per noi questa è la concretizzazione di tutte le chiacchiere sul cosa è giusto e meno giusto fare per salire. E’ quello che speriamo sia lo stile utilizzato da chi cercherà nuove linee in futuro.
Abbiamo pensato di aprire una via assieme, abbiamo visto la parete e prima ancora di decidere la linea ci siamo imposti poche e chiare regole che tanto nuove non sono: salire rigorosamente in arrampicata libera, cliff solo per piantare i chiodi, protezioni veloci lungo i tiri e soste sicure, eventualmente a spit. O passiamo a queste condizioni, o si scende e si torna a casa con la coda tra le gambe.
Questi, secondo noi, sono alcuni degli ingredienti fondamentali per garantire qualcosa da fare anche alle future generazioni di rocciatori. Oltre ovviamente al buonsenso di non farsi prendere la mano dalla voglia di aprire linee nuove saturando intere pareti che sono già piene di vie.
Con questa breve linea abbiamo voluto buttare li qualcosa, sperando venga colto il nostro messaggio. Ci piace immaginare che un giorno, che può essere dopodomani come tra 30 anni, un giovane che vuole creare qualcosa riesca a trovare lo spazio per mettersi in gioco. Sicuramente ringrazierà chi prima di lui ha saputo abbandonare, piuttosto di ricorrere a stratagemmi tecnici pur di salire come un carpentiere. Infatti, l’unica direzione da prendere per garantire delle possibilità anche al prossimo è quella di rifiutare l’artificiale per aprire nuove linee, altrimenti chiunque può salire ovunque e magari, nella peggiore delle ipotesi, con un trapano a batteria vincere qualsiasi tipo di difficoltà bucando a lunghezza braccio.
Aprire in libera richiede più impegno in generale e secondo noi è questo lo stile che deve essere "regola" sia per vie a chiodi normali sia per vie sportive. Tuttavia non vogliamo essere troppo categorici , ovviamente se si trova roccia blindata, bagnata o marcia (…o per evitare voli catastrofici), ben venga la chiodatura ravvicinata. L’importante è non partire da casa certi di vincere!
Le parole di Raffaele Carlesso pronunciate a fine degli anni ’70 sono da prendere in considerazione: “La mia passione per la montagna era sostenuta dallo spirito che mi permetteva superare degli itinerari e raggiungere delle cime con il principio di non profanare la natura. Intendo per profanare , adoperare mezzi artificiali, staffe, chiodi ad espansione, pertiche, compressori ,ecc. Ammettevo solo la disciplina atletica che mi permetteva affrontare nelle migliori condizioni fisiche ,la montagna, con l’uso di un limitatissimo numero di chiodi per sicurezza. Da quanto sopra si comprenderà il mio pensiero, nel considerare l’alpinismo e per salvarlo“.
Riguardo alla nostra via possiamo solo dire che è un capolavoro della natura. Affronta la parete nella sua zona più strapiombante senza mai sforzare il percorso e seguendo in modo impeccabile la logica delle prese!
Il primo tiro aperto da Andrea ha richiesto 4 ore per arrivare al punto di sosta in fase di apertura, 4 lunghe ore continue di tentativi, voli su chiodi, su friends , su micro per fare soli 30 metri. Tiro che si poteva aprire in un’ora appena salendo in artificiale su chiodi e friends senza troppo rischiare. L’apertura di questo tiro, più di ogni altro, esemplifica quanto scritto. Questo è lo stile che speriamo venga portato avanti, o perlomeno provato. Lo stile dei crodaioli del domani che sapranno osare e passare arrampicando, o tornare a casa quando forza, tecnica, convinzione, possibilità verranno meno. Senza dover per forza salire.
Infine, ringraziamo la cordata Stefani - Toldo che con la loro bella via Supernatural ci hanno fatto conoscere questa parete e luogo molto suggestivo, che merita una visita anche solo a piedi.
Di Andrea Simonini e Leonardo Meggiolaro