Ala Daglar, l'arrampicata in Turchia vista da Petit e Bodet
All’inizio di settembre Arnaud Petit e Stephanie Bodet hanno visitato il massiccio dell’Ala Daglar in Turchia. Considerato che hanno lasciato il segno un po’ ovunque sulle pareti del pianeta, si sentiva mancanza dei due fuoriclasse francesi in questo massiccio “dolomitico”, che è stato portato all’onore delle cronache negli ultimi anni soprattutto dagli scalatori italiani. Arnaud e Stephanie hanno trovato il luogo molto affascinate e, per cominciare, hanno saggiato un po’ le varie falesie della zona, gradendo soprattutto la Kazliki Valley, ormai da tanti definita come la “Margalef turca”. Accompagnato dal loro amico locale e atleta della Petzl, Mumin Karabas, si sono dunque dilettati nella ripetizione di un po’ di vie sino all’8a come “Muster of papets” e “French kamuflaj”. Giusto un piccolo riscaldamento per la montagna, che è il vero piatto forte dell’Ala Daglar. Nel massiccio la meteo non è mai un problema, così è stato sufficiente gestire i giorni e le energie a disposizione. Arnaud e Stephanie hanno dapprima fatto un giro su “Cose Turche” al Kazilin Basi, la via aperta da Matteo Bernasconi e Davide Spini nel 2011 e non ancora liberata. Arnaud ha trovato la via molto bella ma purtroppo con un tratto secondo lui "impossibile" in libera…
Nei giorni seguenti, dopo una veloce ripetizione di “Orient”, al Parmakkaya (280 m, 7b, Helmut Gargitter e Pauli Trenkwalder nel 2006), ormai quasi una classica, Arnaud ci ha ripensato ed è tornato su “Cose Turche” con il forte arrampicatore di Dresden Jörg Andreas, per vedere se aveva proprio visto bene. Il verdetto di questa seconda giornata è stata una via possibile in libera tranne forse un punto d’aiuto, e con difficoltà sino all’8c… Anche per Arnaud c’è quindi di che tornare! Per ora i tiri son quindi 7a+, 8c? (non liberato), 8a/+, 8b+? (non liberato), 7c+.
Negli ultimi giorni a disposizione Arnaud è Stephanie hanno ripetuto, ancora al Kazilin Basi la via di Rolando Larcher e Luca Giupponi “Red moon and Star”, aperta e liberata dagli stessi nel novembre 2010. Arnaud ha salito la via interamente a vista mentre Stephanie, da seconda, ha sbagliato un solo tiro. Si tratta in ogni caso della prima ripetizione di questa via, che Arnaud ha definito come l’ennesimo capolavoro di Rolando, molto psicologica e stressante, su roccia talvolta fragile. Per quanto riguarda i gradi, per Arnaud sono sostanzialmente corretti, con qualche 7b un po’ stretto e la lunghezza chiave sull’8a.
di Maurizio Oviglia
Resoconto sul blog di Stephanie unevieagrimper.blogspot.fr
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