Aguja Poincenot, Nicolas Favresse e Sean Villanueva salgono altre due vie in Patagonia
Con una finestra di bel tempo di due giornate relativamente calde abbiamo pensato che sarebbe stato ideale rimanere al fresco tentando qualcosa sull'imponente ed ombreggiata parete sud dell' Aguja Poincenot. Rolando Garibotti, autore della guida Patagonia Vertical, ci aveva indicato un paio di possibili nuove linee che dalle foto sembravano promettenti.
Dopo circa 10 ore di avvicinamento abbiamo finalmente raggiunto la base della parete, che ci è sembrata più ripida e con meno possibilità di salita di quanto non fosse apparso dalle immagini. Senza portaledge, con soltanto 3 chiodi, un paio di spit e 2 giorni di bel tempo a disposizione ci siamo resi conto che non eravamo arrivati adeguatamente preparati per una parete così difficile. A questo punto abbiamo acceso di nuovo il nostro radar in cerca di linee e abbiamo scansionato rapidamente un’altra via circa cento metri più a sinistra. Le fessure sembravano pulite e continue, e si sono rivelate altrettanto buone nella realtà.
Ben presto però abbiamo scoperto che altri radar avevano scannerizzato questa linea ben prima di noi, e ci siamo imbattuti su vecchi chiodi, vecchie corde, spit arrugginiti ed un portaledge rotto ed abbandonato. Comunque sia, abbiamo continuato come se fossimo stati i primi a mettere le mani su quelle fessure perfette e ci siamo davvero divertiti! Il passo chiave era un offwidth di 30 metri protetto con solo un Camelot #6, per la maggior parte completamente aperto! Sebbene nel corso degli anni Sean abbia sviluppato un amore per l'arrampicata offwidth, una partita di sasso - carta - forbice aveva deciso che sarei stato io a salire questo tiro da primo. Mi ci sono volute 2 ore di intensa lotta, guadagnandomi ogni centimetro e coinvolgendo tutto il mio corpo, sia fisicamente che mentalmente, per raggiungere la cima dell'ampia fessura...
Tutto quello che è seguito è stato niente di più che un gioco da ragazzi. Persino il dolore causato da tutte le ferite alle ginocchia, ai gomiti, alle spalle e alle caviglie non era niente in confronto alla lotta per uscire vivo da quella fessura. La cosa migliore che Sean potesse dire, in segno di compassione, era affermare che ovviamente non so come scalare le offwidth.
Successivamente abbiamo scoperto che avevamo effettuato la prima ripetizione, e la prima libera, di una via chiamata Historia Interminable, aperta nel 1987 da un team di alpinisti spagnoli. Per me è stata la prima volta in cima al Cerro Poincenot, quindi ero molto felice!
Pochi giorni dopo è arrivata un'altra finestra di bel tempo. Questa volta la ventana è stata accompagnata con venti forti che hanno ridotto le nostre opzioni per il nostro successivo obiettivo. La nostra idea era quella di tentare una nuova via sulla est della Poincenot, una parete nota per essere protetta dal vento. Sfortunatamente non avevamo sufficiente tempo per recuperare il nostro materiale dal Nipo Nino, il nostro campo base avanzato sull’altro versante della montagna, quindi pensavamo che una nuova via fosse fuori questione. Tuttavia, dopo aver parlato con alcuni amici e la comunità di alpinisti incredibilmente generosa di El Chalten, nel giro di poche ore siamo riusciti a raccogliere più materiale di quanto necessario per questa missione.
La salita si è rivelata piuttosto avventurosa con molte larghe fessure piene di ghiaccio che ci hanno offerto pochissime possibilità per una protezione adeguata. Abbiamo anche superato un paio di sezioni interessanti con camini pieni di ghiaccio strapiombante, che perdevano acqua come fossero una doccia. Siamo riusciti a superarle soltanto con l'aiuto di una piccozza, una buona giacca impermeabile e le nostre mutande bagnate. Fortunatamente abbiamo scoperto che il vento della Patagonia funziona perfettamente anche come phon!
Ho salito l'ultimo tiro e ho fatto sosta proprio sotto la cima, sorprendentemente protetto dal forte vento. Ciascuno di noi ha poi fatto un rapido giro in vetta per sentire la forza della natura e raggiungere la cima della Poincenot per la seconda volta. Abbiamo chiamato la nostra nuova via Beggars banquet perché è quello del famoso album dei Rolling Stones, ma anche perché avevamo preso in prestito tutto il materiale per salirla.
di Nicolas Favresse
Link: Nico Favresse, Petzl, SCARPA
Ricordiamo che alcune settimane prima i due aveva aperto El Flechazo sull' Aguja Cerro Standhardt