A Mazzilis e Lenarduzzi il premio Silla Ghedina per la via sul Cridola
Il riconoscimento”, giunto alla sua terza edizione, ed istituito dalla Fondazione “Silla Ghedina Apollonio Menardi di Cortina per premiare la migliore via aperta nelle Dolomiti, è stato assegnato da una Giuria composta da un membro della Fondazione e da un rappresentante dei gruppi alpinistici della Provincia di Belluno: Scoiattoli di Cortina, Caprioli di San Vito, Ragni di Pieve di Cadore, Rondi del Comélico, Gir di Agordo, Gruppo Rocciatori Val Bios, Gruppo Rocciatori Val di Zoldo, Scuola Alpinismo CAI Belluno, Gruppo Rocciatori CAI Feltre.
I friulani Mazzilis e Lenarduzzi, da oltre sette anni formano una fortissima cordata. Specialmente Mazzilis è (molto) conosciuto nell’ambiente alpinistico per le sue belle e difficili vie che privilegiano le isolate e selvagge pareti della Alpi Giulie, e quelle scelte tra le meno conosciute delle Dolomiti. Ma Mazzilis è conosciuto anche per la sua etica “ferrea” che esclude l’uso del chiodo ad espansione e anche per la sua ritrosia a comparire. Uno stile che il fortissimo e schivo alpinista ha confermato anche a Belluno.
Come riportato da "Il Gazzettino" di Belluno del 14 ottobre 2007, Roberto Mazzilis commentando il Premio appena ricevuto ha dichiarato di credere che la giuria “abbia apprezzato l'etica che usiamo in montagna, che esclude l'uso del chiodo ad espansione, ed il fatto che fosse in un luogo insolito”, aggiungendo poi «non so se questa è la nostra via più difficile, io e Fabio ogni anno ne apriamo 15-16 su questo livello, ed è difficile per noi sceglierne una».
Poi, parlando delle Alpi Giulie, il loro terreno d’azione prediletto, Mazzilis le descritte come “montagne misconosciute, ma lì c'è il miglior calcare che esista, solo la Marmolada è superiore». Aggiungendo poi che la via più dura di quella zona e quella che hanno dedicato a Gino Buscaini sulla cima di Riofreddo. E, inoltre, che tra gli alpinisti da segnalare per il futuro secondo lui “andrebbe rivalutato Gildo Zanderigo della Val Comelico”.
La via sulla parete est dell’Antecima Nord-Est del Cridola ha una lunghezza di 500 metri e percorre il grande pilastro a punta che si stacca dal versante est. La direttrice, molto logica, segue una sottile fenditura che, per fessure e diedri superficiali, percorre tutta la parete superando difficoltà di V, VI, alcuni tratti di VI+ e passaggi di VII. Il tutto è stato superato dagli apritori in 6 ore, naturalmente in libera, su roccia nel complesso buona ad eccezione di alcuni passaggi estremamente friabili ma non particolarmente pericolosi, e affrontando alcuni tratti (i più impegnativi) assolutamente non proteggibili (fonte http://digilander.libero.it/delio/bacheca.htm).