Le cascate del Lago di Mauvoisin
Elio Bonfanti, Enrico Bonino e Veronica alla scoperta delle cascate del Lago nella svizzera Val de Bagnes.

In sosta su Mur de Pleureurs (Val de Bagnes - Svizzera )
Il mio approccio all’alpinismo è ancora fresco, spesso ingenuo. La prima volta che ho indossato un paio di ramponi risale solo a un anno fa, e ora mi trovo a maneggiare piccozze, corde, chiodi e rinvii su una cascata di ghiaccio.
Tutto è iniziato l’estate scorsa con la mia partecipazione come interprete al secondo corso per ufficiali di collegamento organizzato da Mountain Wilderness nel Hindukush afghano. Lì mi si è aperta la porta sul mondo della montagna.
La giornata inizia all’alba. Ci dirigiamo verso il lago di Mauvoisin nella Val de Bagnes in Svizzera. Il freddo tagliente non riesce a scuotermi di dosso il tepore del letto appena abbandonato, ma non appena i profili delle montagne iniziano a delinearsi nel chiarore del nuovo giorno, mi assale un lieve senso di agitazione che mi scuote dal sonno.
Scesa dalla macchina infilo gli scarponi e mi affretto in silenzio dietro ai passi di Enrico, Elio e Gloria nella galleria che separa la grande diga dalla vista del lago. Il luogo è incantevole e il lento ondeggiare della massa d’acqua verdognola riesce a calmare in parte la mia tensione. Stalattiti di cristallo segnano il nostro cammino sul sentiero che costeggia il lago e che ci porta all’attacco in meno di mezz’ora.
E’ la seconda volta che mi trovo a lottare con piccozze e ramponi contro una lastra di ghiaccio, e so che devo tirare fuori tutto il mio coraggio per non arrendermi al primo crampo che mi tormenterà una gamba.
Enrico apre la via, io lo seguo prendendola da un punto meno verticale. Al mio fianco Elio, che mi guida passo dopo passo e mi aiuta a rendere i movimenti più fluidi e le piccozzate più precise. Il ghiaccio è tenero, acquoso, e presto mi ritrovo bagnata dalla testa ai piedi, ma con mia grande sorpresa m’inerpico su per la gelida salita senza troppa difficoltà.
L’arrivo in sosta mi fa dimenticare la fatica, il freddo e l’ansia iniziale. Sono euforica ma decido di non volere andare oltre le mie capacità proseguendo su per il secondo tiro. Scendo in corda doppia e vado a rilassarmi al sole. Aspetto gli altri bevendo tè. Giù in basso il lago. Intorno, decine di altre cascate che per ora mi permetto di osservare soltanto da lontano.
Veronica
Vai alla scheda delle cascate della Valle de bagnes (Svizzera)
Tutto è iniziato l’estate scorsa con la mia partecipazione come interprete al secondo corso per ufficiali di collegamento organizzato da Mountain Wilderness nel Hindukush afghano. Lì mi si è aperta la porta sul mondo della montagna.
La giornata inizia all’alba. Ci dirigiamo verso il lago di Mauvoisin nella Val de Bagnes in Svizzera. Il freddo tagliente non riesce a scuotermi di dosso il tepore del letto appena abbandonato, ma non appena i profili delle montagne iniziano a delinearsi nel chiarore del nuovo giorno, mi assale un lieve senso di agitazione che mi scuote dal sonno.
Scesa dalla macchina infilo gli scarponi e mi affretto in silenzio dietro ai passi di Enrico, Elio e Gloria nella galleria che separa la grande diga dalla vista del lago. Il luogo è incantevole e il lento ondeggiare della massa d’acqua verdognola riesce a calmare in parte la mia tensione. Stalattiti di cristallo segnano il nostro cammino sul sentiero che costeggia il lago e che ci porta all’attacco in meno di mezz’ora.
E’ la seconda volta che mi trovo a lottare con piccozze e ramponi contro una lastra di ghiaccio, e so che devo tirare fuori tutto il mio coraggio per non arrendermi al primo crampo che mi tormenterà una gamba.
Enrico apre la via, io lo seguo prendendola da un punto meno verticale. Al mio fianco Elio, che mi guida passo dopo passo e mi aiuta a rendere i movimenti più fluidi e le piccozzate più precise. Il ghiaccio è tenero, acquoso, e presto mi ritrovo bagnata dalla testa ai piedi, ma con mia grande sorpresa m’inerpico su per la gelida salita senza troppa difficoltà.
L’arrivo in sosta mi fa dimenticare la fatica, il freddo e l’ansia iniziale. Sono euforica ma decido di non volere andare oltre le mie capacità proseguendo su per il secondo tiro. Scendo in corda doppia e vado a rilassarmi al sole. Aspetto gli altri bevendo tè. Giù in basso il lago. Intorno, decine di altre cascate che per ora mi permetto di osservare soltanto da lontano.
Veronica
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