Luna Nascente - Scoglio delle Metamorfosi - Val di Mello
Luna Nascente può essere considerata una perla delle Alpi, una via di assoluto rilievo della Val di Mello. Una perfetta successione di fessure così belle e lame su di una roccia fantastica ha pochi eguali in Europa. E molti sono concordi nel ritenerla una delle vie esteticamente più belle nel curriculum di qualsiasi arrampicatore. Per il resto, si tratta della seconda via aperta sulla struttura.
E’ raggiungibile da Milano percorrendo la SS36 in direzione Sondrio-Tirano. Giunti al paesello di Ardenno (dopo Morbegno), si segue la deviazione per Val Masino. Da qui, una tipica strada di montagna a cure e tornanti porta in 15 minuti al paesello di San Martino, base di partenza per la Val di Mello.
AccessoAvvicinamento alla parete Sud: dal Parcheggio della Val di Mello seguire il sentiero che si addentra nella valle fino alle baite di Cà di Carna. Proseguire fino alla grande pozza d’acqua azzurrina sul bordo del sentiero: “l’Ansa della Tranquillità” (rinominato dai posteri “Bidet della Contessa”). Da qui parte un sentierino a sinistra che sale nel bosco, inizialmente dritti. Seguire, poi, una traccia che va verso destra nel bosco (abbandonando, quindi l’altro sentiero che sale verso lo Sperone degli Gnomi) e che sale fino al limite sinistro della struttra del Sarcofago.Il sentiero prosegue dritto nel bosco stando a sinistra del Sarcofago, raggiungendone la sommità. Si segure poi un sentierino a destra in lieve discesa che costeggia il bordo del torrente e giunge alla base della struttura delle Sponde del Qualido. Si continua per un sentiero che sale a destra fino a raggiungere il bosco alla sommità delle Dimore degli Dei. Il sentiero continua a salire dritto nel bosco di pini fino alla base della struttura (1 ora e 15 minuti dal parcheggio). Attacco: per un muretto sotto uno strapiombino (nut incastrato).
ItinerarioL1: salire allo strapiombino; superarlo lungo un caminetto sulla sinistra che porta alla sosta sotto il lamone (VII; 20m)
L2: salire un tratto del camino a sinistra, poi piegare a destra e seguire tutto il bellissimo tetto fessurato fino al termine; sosta appena girato il tetto (VII-; 20m)
L3: seguire lungo una bellissima fessura e, dopo che questa ha piegato a destra, si traversa brevemente ad una piccola cengietta (V+; 30m)
E’ ormai consuetudine unire la L2 e L3, evitando la scomoda sosta alla fine del tetto.
L4: ancora per la fessura soprastante e per la bellissima lama-fessura seguente; sosta su spuntone a destra (VI; 40m)
L5: brevemente per una placchetta lavorata e aggirare il tettino sulla destra; seguire ancora la fessura soprastante fino ad un terrazzino (VI-; 40m)
L6: salire per fessure e diedrino fin sotto il tetto a mezzaluna (l’Occhio del falco); traversare a sinistra fino a dei cordini (spuntoncino); scendere un tratto per una lama e salire a sinistra alle fessure nascoste; salire per esse fino ad un pulpito (VI-; 40m)
L7: salire per la lunga e bella fessura fino a raggiungere una piccola pianta (V; 50m)
Da qui ci sono quattro possibilità di uscita:
1: si traversa per la lunga vena bianca in rilievo fino ad incontrare una bella e lunga fessura obliqua a destra (III; 30m). Da qui salire lungo la fessura obliqua che si abbandona per obliquare a sinistra in placca (V) fin sotto uno strapiombino finale, che si aggira a sinistra per placche fino alla cima (III; 50m)
2: dall’albero della S7 seguire la vena bianca a sinistra fino a metà, poi dritti lungo le placche fino ad una cengia erbosa sotto un tettino ad arco (IV; 30m). Aggirare a destra il tettino e salire per placca fino ad una fessura obliqua a destra, che si segue per qualche metro per poi proseguire sulle placche finali fino alla sommità (IV/V+; 50m)
3: dall’albero della S7 seguire la vena bianca a sinistra (il Sentiero di Pietra) fino ad incontrare una fessura obliqua a destra (III; 40m). Continuare a seguire la vena che attraversa le placche verso sinistra fino ad una striscia di vegetazione (III; 50m). Ancora a sinistra per la vena, poi dritti per placchette a risalti fino alla cima (III; 40m)
4: dall’albero della S7 salire dritti lungo le placche dello spigolo arrotondato dello Scoglio (V+; 50m).
Dalla sommità dello Scoglio delle Metamorfosi si sale nel boschetto fino a raggiungere un bel ripiano prativo. Da qui, ha inizio il bel sentierino selvaggio che scende a destra della struttura (faccia a monte) e che, con qualche traversata e qualche passaggino elementare su roccette, riporta all’attacco.
MaterialeNut e friend fino al n° 3.
NoteSoste attrezzate a chiodi, al massimo da integrare (S7 su alberello; S4 su spuntone). Qualche chiodo in via.
Cartografia- Masino Bregaglia, Regno del granito, Volume II, di Andrea Gaddi. Polaris Ed. Sondrio. 2009.
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