Vascello Fantasma - Pera del Ferro
Vascello Fantasma in Valle del Ferro si svolge su una parete di roccia ottima in un angolo particolarmente remoto e suggestivo del Masino, benché essa sia ben visibile dal fondovalle (e addirittura dalla webcam di San Martino!).
La via sale la compatta parete sud-ovest della Pera del Ferro, che si impenna gradualmente da enormi placconate, e cercando su di essa la linea più logica e proteggibile. E' da considerarsi quindi una via di concezione "moderna" ma non certo sportiva: sono stati lasciati solo tre spit di progressione sui nove tiri; quasi tutte le soste inizialmente a chiodi sono state sostituite da un singolo spit con anello di calata. I primi tiri si svolgono sulle suddette splendide placche lisce che fino a qualche decennio fa erano coperte da un ghiacciaio.
Consigliabile ad amanti di luoghi remoti e dimenticati in alta montagna, con un occhio per la qualità della roccia e del piacere dell'arrampicata. Non è continua nelle difficoltà e i passaggi faticosi sono abbastanza brevi, per cui non la suggeriamo ad arrampicatori puramente sportivi e ricercatori di performance o ingaggio fisico.
La vicinanza e praticità del bivacco Molteni-Valsecchi e l'ubicazione della valle del Ferro la rendono relativamente 'veloce' per una via che supera i 3000 metri: ma è pur sempre l'alta val Masino, per cui un po' di fatica è garantita!
È raggiungibile da Milano percorrendo la SS36 in direzione Sondrio-Tirano. Giunti al paesello di Ardenno (dopo Morbegno), si segue la deviazione per Val Masino. Da qui, una tipica strada di montagna a cure e tornanti porta in 15 minuti al paese di San Martino, base di partenza per la Val di Mello.
AccessoDa poco prima del parcheggio della Val di Mello, prendere il sentiero che sale in Val del Ferro è raggiungere il bivacco Molteni-Valsecchi. Dal bivacco Molteni-Valsecchi si sale superando il bivio del sentiero Roma e si procede drittissimi per pietraia (non particolarmente terribile) fino alla base della Pera. Qualche ometto. presso le evidentissime placche che scendono sulla sinistra (nevaio fino a stagione inoltrata). La via attacca sul margine destro dell'enorme placconata (ometto e targhetta alla base) sotto la verticale di un vago diedro dove eventualmente è possibile proteggersi dopo una dozzina di metri (a inizio stagione tale tiro è probabilmente in parte coperto da un nevaio). (0.50h dal bivacco, 360D+).
ItinerarioL1: Salire le stupende e facili placche lisce arancioni fino all’evidentissima grande cengia che le divide. Sosta a destra sulla cengia (spit con maglia rapida). III+ 50m
L2: Gradoni verso destra (non salire subito dritti lungo il diedrino sopra la sosta), poi a sinistra lungo un secondo diedro. Sosta da attrezzare a piacimento in una comoda nicchia. IV 25m
L3: Proseguire in diagonale verso sinistra scavalcando facili diedri e lame fessurate: risalire il terzo diedro fino a scavalcare il risalto che lo chiude e uscire a destra, dove si sosta (spit con maglia rapida). IV 30m.
L4: Salire in leggera diagonale verso sinistra, proteggendosi dove possibile: segue un lungo tratto in placca (spit visibile dalla sosta ma assai lontano). Passo delicato nei pressi dell’unico spit, poi ancora – ma leggermente più facile – fino alla sosta a sinistra di un diedrino (sosta su singolo spit senza anello: è quindi il secondo che si incontra). 6a/6a+ 30m (1 spit).
L5: Superare orizzontalmente verso destra il risalto puntando alle prime fessure proteggibili visibili in alto a una decina di metri (tratto sprotetto ma su placche di roccia lavoratissima). Risalire il diedrino fessurato e poi uscire puntando, sempre in diagonale verso destra, al logico diedro che appare come la via di uscita più facile e logica da questo tratto di parete. Proteggersi alla base e risalirlo (passo difficile in partenza). Sosta su spit con anello qualche metro oltre la fine del diedro. VI- 35m.
L6: A destra dalla sosta fino allo spigolo, non superarlo ma salire in verticale il vago diedro nascosto tra le due facce della parete, su roccia ben ammanigliata. Raggiunta la splendida placca fessurata che costeggia il gigantesco diedro seguirla interamente verso sinistra fino in sosta (spit con anello di calata). IV 50m
L7: Il superamento dello strapiombo. A destra della sosta (proteggersi nella fessura alla base del salto), passo faticoso e di equilibrio per salire sull’aggettante vena che taglia il muro. Spit una volta superato il passaggio. Uscire poi più facilmente verso destra, risalire un secondo facile saltino (spit in uscita). Proseguire facilmente fino a una nicchia erbosa dove si sosta (spit). 6b, 25m, 2 spit.
L8: Risalire a piacimento le belle lame e fessure per una trentina di metri fino all’ovvio risalto finale solcato da alcuni diedri fessurati. Sosta a destra alla base di una splendida placca (spit con anello di calata). III+ 30m.
L9: Salire interamente il primo vago diedro/lama (quello più a destra); al termine della fessura proseguire dritti fino alla sosta finale sempre sulla verticale (spit con anello di calata). IV+ 45m.
L10: Dalla sosta finale si può salire per blocchi e risalti fino al "picciolo" della pera, circa trenta metri, e sostare su clessidre alla base; poi si torna disarrampicando e assicurandosi a vicenda alla sosta finale (III max).
Discesa5 calate molto lunghe. Dalla S9 alla S8. Dalla S8 alla S6 (alla base dello strapiombo del tiro chiave). Dalla S6 alla S5 (scendere diretti quasi sulla verticale, non scendere lungo la placca: la sosta successiva è presto visibile sotto). Dalla S5 alla S3 (anche in questo caso scendere diretti sulla verticale – ignorando il diedro e il percorso di salita). Dalla S3 alla S1 e poi fino a terra.
MaterialeUna serie completa di friends (micro e BD4 non indispensabili), qualche nut piccolo, rinvii allungabili. 2 corde da 60 metri fondamentali per le calate. Martello e chiodi utili ma non indispensabili (in almeno tre occasioni lungo i tiri li abbiamo usati e poi rimossi).
NoteLa "Pera" sembra essere stata salita in passato da Ivan Guerini dal versante sud lungo la via più facile e logica di questo versante - molto a destra rispetto alla via qui descritta.
DifficoltàDifficoltà max 6b (un passaggio breve ma non azzerabile); la maggior parte della salita si svolge su placche lavoratissime e diedri fessurati su difficoltà più abbordabili. Sulla via solo 3 spit di progressione, calate e soste attrezzate (uno spit con anello - eventualmente rinforzabili).
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