Omar Di Felice pronto per la traversata solitaria del Ladakh in bici
Omar Di Felice non si è dimenticato del suo sogno di attraversare in bici l’Antartide passando per il polo Sud. Ambizione purtroppo conclusasi con un ritiro a causa di problemi familiari. Di Felice non si è fatto abbattere dalla situazione, annunciando quasi subito che sarebbe tornato in Antartide per un secondo tentativo. Prima però una nuova avventura, in una delle regioni più alta e fredda della Terra. Il Ladakh, localizzato nel nord dell’India al confine tra Pakistan e Cina, è una delle poche regioni dove si conserva ancora intatto il buddismo tibetano. Un territorio dove le condizioni climatiche invernali sono dure e spesso estreme. Abbondanti nevicate, temperature che raggiungono i -20 o -30 gradi. "Le strade vengono chiuse quasi completamente e le popolazioni dei villaggi migrano a sud, alla ricerca di condizioni migliori" spiega il ciclista.
Un’avventura nel cuore dell’inverno
La partenza è fissata per il 22 febbraio da Manali. Da qui il ciclista, in solitaria, punta a raggiungere Leh, capitale del distretto, e terminare l'avventura sulla cima del Khardung La, a quota 5359 metri dopo aver superato diversi valichi tra i 4000 e i 5000 metri.
La Manali-Leh è una vera e propria icona per i viaggiatori su due ruote, con i suoi 1200 chilometri e oltre 25mila metri di dislivello. In estate non sono pochi i ciclisti che si impegnano in questo viaggio, che non è solo sforzo fisico, ma anche scoperta di un territorio e della sua cultura grazie a incontri, passaggi nei villaggi e momenti di condivisione. Tutto questo in estate, per l’appunto. In inverno è difficile incontrare qualcuno, proprio a causa delle condizioni che insistono sulla regione. "Per questo il percorso potrebbe subire delle modifiche" spiega Di Felice. "Le strade non vengono mantenute e le copiose nevicate che stanno contraddistinguendo l'inverno 2023, se da un lato sono una buona notizia per le riserve idriche, dall'altro potrebbero complicare o rendere impossibili alcuni transiti".
Di Felice pedalerà in sella a un mountain bike, mezzo che gli permette di affrontare al meglio ogni condizione del terreno, così come già sperimentato durante la traversata himalayana che l’ha condotto fino al campo base dell’Everest in pieno inverno. Per poter gestire al meglio le condizioni del terreno monterà copertoni offroad chiodati e un set di borse pensate per il bikepacking. Queste gli saranno utili per portare con sé il materiale fondamentale alla traversata: una tenda, sacco a pelo, abbigliamento, cibo liofilizzato, barrette e integratori, attrezzatura di scorta per la riparazione della bicicletta. Quest’ultima fondamentale durante queste avventure, insieme a delle ottime capacità meccaniche. Ogni minimo guasto potrebbe comportare, in questo ambiente, l’interruzione dell’esperienza oltre a difficoltà nel raggiungere il primo punto utile per mettersi in sicurezza.
Bike to 1.5°C
Questo viaggio invernale alla scoperta del Ladakh si inserisce all’interno del più ampio progetto "Bike to 1.5°C" che l’ultraciclista romano sta ormai portando avanti da diversi anni. Prima il viaggio in bici verso Glasgow, compiuto nell’autunno 2021, fino a raggiungere la sede della COP26 dove si è discusso delle manovre da mettere in campo per contrastare la crisi climatica in atto. Poi l’Artic World Tour che nell’inverno 2021/2022 l’ha visto pedalare lungo la linea del Circolo Polare Artico per sensibilizzare su quanto sta accadendo al nostro Pianeta. Ora il Ladakh dove la crisi climatica ha spinto alla ricerca di soluzioni per contrastare la sempre minore riserva idrica. "Ci stanno provando costruendo i cosiddetti ‘Ice Stupa’, accumuli di ghiaccio invernale che dovrebbero mitigare gli effetti della carenza d’acqua in estate". Un viaggio complesso logisticamente, faticoso e di grande impatto, che sicuramente ci saprà riportare uno spaccato del Pianeta vissuto nel periodo con le condizioni più difficili dell’anno per la sopravvivenza umana.
Di Felice ringrazia: www.ferrino.it
Info: www.ultracyclingman.com