Scialpinismo in Val Visdende, quattro itinerari nelle Alpi Carniche
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PREFAZIONE
Molti anni fa un innamorato della Natura, ma anche del bello e dell'incontaminato, fissò a un palo presso l'entrata della forra che conduce in Val Visdende una semplice tabella, presumibilmente con il solo permesso del suo entusiasmo. Vi si leggeva: "Tempio di Dio, inno al Creatore". Pensai che si trattasse di una delle prime operazioni di marketing in Comelico e pensai anche che scomodare Dio per una valle, seppur bella come Visdende, era piuttosto eccessivo. Invece era giusto così! In definitiva quella valle è opera "Sua" e la tabella in questione era un ringraziamento.
Basterebbe questa frase, dunque, per far comprendere l'importanza dell'ambiente: unico, intatto, incantevole, rilassante. Una vera isola di pace immersa nei boschi secolari di conifere, cosparsa di radure solari e di pascoli immensi.
Su tutto troneggia una piramide superba di calcare bianco: il monte Peralba, la petra alba degli studiosi. La sua altezza, seppur non eccessiva (2694 metri), dà al monte un aspetto faraonico, dominante, elegantissimo come una piramide egizia. Ai suoi piedi sgorga il Piave che, retorica a parte, fu considerato il "fiume sacro alla Patria".
Merita ricordare che, prima e durante la Grande Guerra, il fiume era madre, sorella, donna insomma: si chiamava "la Piave". Fin quando nel 1918 l'estroso vate Gabriele D'Annunzio decise da solo che il fiume non poteva essere femmina. Se aveva respinto il nemico dopo Caporetto era sicuramente maschio. E maschio diventò, ahimè! "Il" Piave…dunque!
Dal Peralba si allunga, prima a nord, poi decisamente a ovest, la Cresta Carnica Occidentale che noi comeliani preferiamo chiamare Cresta di Confine. Fra Italia e Austria oggi, fra Regno d'Italia e Impero austro-ungarico ieri. È una spina dorsale che sostiene le costole erbose e rocciose della Pietra Bianca, del Monte Àntola, del Vancomùn, delle cime Mezzana e Manzón, del Cécido, della Croda Nera (o Negra), del Palombìno e Vallóna… Una corona di monti dall'aspetto bonario e mite visti d'estate, immensi "pan di zucchero" coperti di panna-neve e per nulla banali d'inverno. Un paradiso, insomma, per dirla con una parola che spiega tutto. Lontano dai rumori, dalle funivie, dagli artifizi vari, dalle strade intasate, dai casinisti della festa…
È un mondo candido, vergine, sconosciuto (o quasi) come una landa canadese. In attesa di ospiti entusiasti, educati, rispettosi. Quelli che lasciano tutto come Madre Natura ha creato e come i nostri vecchi hanno lasciato.
Il merito di questa guida allo scialpinismo in una zona così particolare e delicata, guida fra l'altro redatta con esemplare semplicità e competenza, sta proprio nell'"offerta speciale", cioè: senso di libertà assoluta, ampia scelta di itinerari, ambiente sublime, godimento garantito.
Sono lieto soprattutto per il mio conterraneo Albino De Bernardin. La sua felice intuizione e la sua preparazione tecnica hanno permesso anche all'altro bravo autore, Andrea Rizzato non nuovo a queste fatiche, di penetrare in un mondo fantastico, non a caso popolato anche da strani personaggi: gnomi e fate, streghe e fantasmi compresi.
Il tutto senza dimenticare il nostro caro amico dei "Rondi" e guida alpina, Leonardo Gasperina, che ha scelto questi luoghi per "andare avanti"!
Italo Zandonella Callegher
Accademico e Socio onorario del CAI
IN VENDITA SU SHOP.PLANETMOUNTAIN.COM Scialpinismo in Val Visdende Autore: Albino De Bernardin, Andrea Rizzato |
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