Lofoten & Lyngen Powder Expedition in Norvegia
La neve. Chiunque sia mai andato in montagna d’inverno sa quanto questa sostanza può rendere magico qualsiasi ambiente. È proprio la ricerca di questo mistico materiale, che ci ha spinto ad andare lontano dalle nostre amate Dolomiti. Volendo andare a colpo sicuro decidiamo di muoverci oltre il circolo polare artico, per andare a cercare quei pendii magici di cui abbiamo tanto sentito parlare.
Appena arrivati ci ritroviamo immersi in un ambiente in cui due elementi radicalmente diversi come le montagne e il mare si fondono assieme con un’armonia mozzafiato. Non ci era mai capitato di trovarci in un luogo così ricco di contrasti, in cui, anche nel giro di qualche decina di minuti, si passa rapidamente dal sole, alla bufera, al sole nuovamente.
La neve, quasi inconsistente, è di una qualità incredibile; già dopo la prima discesa ci rendiamo conto di aver trovato quello che stavamo cercando, adesso è il momento di gustarsi appieno il nostro sogno. Giorno dopo giorno saliamo e scendiamo su quelle magnifiche montagne su neve sempre più bella, sembra di essere in paradiso, tutto è bianco, magico sotto i nostri piedi.
Volendo vivere al meglio il grande Nord abbiamo deciso di passare la maggior parte delle notti in tenda, volevamo diventare un tutt’uno con la neve che tanto abbiamo cercato. Ogni sera abbiamo cambiato posto, cercando luoghi sempre più lontani e distanti dalla civiltà, per cercare un contatto più intimo con l’ambiente. Questo ci ha insegnato a rispettare ed apprezzare la natura norvegese, una natura severa, al contempo delicata, capace di imporsi sulla nostra piccolezza con nevicate improvvise e forti venti, ma anche di accarezzarci danzando in silenzio davanti ai nostri occhi e dipingendo il cielo con colori incredibili.
Non neghiamo di essere stati intimoriti dall’ambiente che ci circondava, l’enorme quantità di neve e il vento sempre costante formavano accumuli e cornici di dimensioni spaventose, unito agli enormi versanti aperti era facile trovare condizioni tutt’altro che ottimali. Condizioni che richiedevano una certa capacità nel valutare i terreni o, quando necessario, rinunciare alla salita. Sì, perché il nostro viaggio è stato fatto in parte da rinunce, la Norvegia ha infatti canali estremamente estetici su ogni montagna dai quali abbiamo dovuto sempre stare lontani perché intasati di neve riportata dal vento o minacciati da cornici di dimensioni ragguardevoli alla sommità.
Il nostro viaggio non è quindi stato all’insegna dello sci ripido o dell’alpinismo, abbiamo preso atto delle condizioni e deciso di puntare tutto sul divertimento, sciando praticamente per undici giorni di fila.
Tornare alla vita quotidiana non è stato facile, muoversi con scarpe normali al posto degli scarponi da sci, vedere l’asfalto al posto della neve ghiacciata sulle strade, ma soprattutto riabituarsi alla gente. In mezzo a quei posti incontaminati eravamo liberi, spensierati e senza responsabilità, pensavamo solo a quale cima salire il giorno dopo per cercare la neve migliore da tracciare con i nostri attrezzi. Lì tutto risultava più facile, pensavamo solo alle cose fondamentali e cercavamo di goderci il momento, lì anche una semplice tazza di tè era una gioia immensa, perfino nel disagio si stava bene, anche essere in mezzo ad una bufera o in tenda a venti gradi sotto lo zero era fantastico. Da questa esperienza siamo tornati un po' cambiati, ci siamo resi conto che per stare bene non serve avere tutta quella mole di cose che siamo abituati ad avere, ma basta poco. Siamo convinti che la vera felicità non si trovi nelle cose materiali, ma nelle emozioni e nelle esperienze vissute, nelle cose semplici insomma, dove anche un sorriso può cambiarti la giornata.
Lorenzo Barutta, Massimo Guzzonato, Francesco Lazari, Matteo Sala, Enrico Zampieri