The Crystal Ceiling. Un epico viaggio di Jan Reynolds
In un mondo dominato dalla cultura maschile, Jan Reynolds ha vissuto le sue avventure alpinistiche e sportive abbracciando i punti di forza femminili - mediazione, cooperazione, osservazione - e giungendo al successo non emulando semplicemente gli uomini intorno a sé
Spedizioni sull’Everest, prime salite, traversate in sci, immersioni in diverse culture indigene, tutto è stato vissuto con una dedizione instancabile e nel modo più totalizzante possibile. Un modo di essere che ha aperto la strada a molte delle atlete estreme di oggi, rompendo quel soffitto di vetro, invisibile ma presente, che fino a quel momento aveva schiacciato la presenza femminili a tutti i livelli.
Jan Reynolds è un’atleta straordinaria che si è distinta in attività ad alto rischio tipiche della sub-cultura maschile, rifiutando di essere costretta tra i confini della cultura di genere. Come dice in Crystal Ceiling "Ho sempre inteso questo mondo come qualcosa che appartiene in maniera uguale a me come agli uomini".
Jon Krakauer
Con l'espressione "Crystal Ceiling", nel lessico anglosassone, si intende definire quel soffitto di cristallo che separa il penultimo piano dall’ultimo nelle grandi aziende. All’ultimo piano c’è l’Amministratore Delegato e il Consiglio d’Amministrazione, al penultimo spesso ci sono invece persone che avrebbero le qualità per accedere alle più alte cariche. Per molte ragioni, specie se si tratta di donne, per queste persone quel soffitto è infrangibile. Si vede cosa accade, quali decisioni vengono prese, ci si rende conto che si potrebbe essere promossi a quel livelli e dare contributi determinanti, ma molti fattori impediscono di accedervi.
Jan Reynolds, l’autrice di questo libro, vivendo le avventure raccontate ha abitato l’ultimo piano "dell’azienda montagna" in compagnia di uomini di grande valore alpinistico ed esplorativo: Ned Gillette, Jim Bridwell, Steve McKinney, Galen Rowell e altri. Nel vivere quelle esperienze, ha preso nota delle dinamiche che intercorrono tra uomini e donne. Dinamiche che si manifestano anche quando si convive all’ultimo piano. Le descrive qua e là durante la narrazione della traversata delle Alpi del Sud in Nuova Zelanda fatta con sci da telemark, così come molte altre spedizioni sciistiche tutte rigorosamente a tallone libero, durante la circumnavigazione dell’Everest, la salita e prima discesa con gli sci dalla vetta del Muztagh Ata, la prima invernale del Pumori, il tentativo di trasvolata dell’Everest in mongolfiera e altre avventure esplorative. Annota comportamenti, sottolinea caratteristiche dell’uomo e della donna, supportandoli con spiegazioni scientifiche ed estratti da studi sociologici, proponendoli poi come argomenti di riflessione.
Non sono mai dichiarazioni - mi si consenta l’espressione – da femminista arrabbiata, quanto piuttosto un sereno abbinamento di momenti alpinistici, esplorativi alla questione uomo/donna.
Il libro ha così tre filoni descrittivi: la narrazione dell’avventura, la decisione di abbandonare le spedizioni ad alto rischio per dedicarsi a sport estremi quali il biathlon, il triathlon di montagna, voli in mongolfiera e ai viaggi tra le culture del mondo, e la descrizione delle relazioni uomo/donna nel mondo dell’alpinismo. Relazioni quest’ultime che si manifestano come espressione di una cultura sociale così radicata che neppure ai massimi livelli raggiunti, sia dai suoi compagni uomini che da lei donna, ne scompaiono le conseguenze. Questo neppure nel momento in cui tutti si dimostrano capaci, forti e determinati al raggiungimento dell’obbiettivo alpinistico, sciistico, esplorativo.
Questi tre filoni sono accattivanti se non affascinanti sia per le capacità descrittive dell’autrice sia per originalità e spontaneità delle imprese di quei tempi (spontaneità che mi sembra essersi persa ai giorni nostri) anche se il traduttore e l’editore reputano che il filone più stimolante sia proprio quello del "Crystal Ceiling".
Chi leggerà questo libro troverà motivi di riflessione che vanno al di là della semplice espressione sportiva. La valenza del libro è nel farci rendere conto di quanto uomo e donna, per quanto diversi, e sempre lo saranno, possano convivere più facilmente e raggiungere serenamente quell’equilibrio che sembra sempre più sfuggire alla società moderna, se capissero le reciproche nature e le integrassero.
In fondo lo sport dovrebbe essere una metafora della vita e insegnarci come vivere. La qualità della scrittura, della narrazione di montagna, di fatiche, di sofferenze, dei rischi occorsi, quale rimanere senza cibo dispersi in angoli del mondo selvaggi, così come di successi, allegria, convivialità, fratellanza tra sportivi d’élite tende in fine a passare quasi in seconda fila davanti alla saggia presentazione del tema uomo/donna: e questa parte è quella che rimane e fa riflettere. Insomma, lo sport raggiunge il suo scopo aprendoci gli occhi e la mente sulla vita tra generi diversi, incapacità di interagire utilizzando le qualità degli uni e delle altre al fine di raggiungere dei risultati migliori.
L'augurio è che questo testo sappia catturare la curiosità di quelle moltissime donne che praticano l’alpinismo e lo sci alpinismo o che vivono la montagna con i proprio compagni di vita e avventura, in modo da modificare il proprio atteggiamento. E altrettanto per gli uomini. Sicuramente questo libro rimane il primo in assoluto in Italia a trattare l’argomento e introdurre anche nel nostro linguaggio il concetto di "Crystal Ceiling".
di Luca Gasparini
JAN REYNOLDS
Premiata fotoreporter, le sue avventure l’hanno condotta in tutti i continenti. Atleta affermata, vincitrice di medaglie nella Coppa del Mondo di biathlon, detentrice di diversi record di sci in alta quota e in alpinismo, suoi lavori sono apparsi sul New York Times, National Geographic, Esquire, Vogue, People e in diverse riviste di sci e outdoor. E’ autrice e fotografa di numerosi libri, tra cui la pluripremiata serie di libri per bambini Vanishing Culture.
CALENDARIO PRESENTAZIONI
26 aprile Intervista con Tv Svizzera Italiana a Lugano
27 Patagonia Milano ore 19.00 corso Garibaldi
28 aprile, Livigno presso Aqua Granda ore 20,45
29 aprile, Bormio "Sc’tua granda" presso Palazzo de Simoni
1 maggio, Trento Film Festival - ore 18,00 presso il Salotto Letterario di MontagnaLibri
5 Maggio, Frascati – presso Scuderie Aldobrandini (in collaborazione con il Cai sez. di Frascati)
Info: www.montagneincitta.it/o/edizioni_del_gran_sasso.html