David Lama, intervista dopo il Lunag Ri

Intervista a David Lama dopo la sua prima salita in solitaria nell’ottobre 2018 del Lunag Ri, la montagna di 6907 m situata al confine tra il Nepal e il Tibet.
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David Lama, autoscatto durante la sua salita del Lunag Ri (6907m) in Himalaya, ottobre 2018
David Lama / Red Bull Content Pool

Come riportato, il 25 ottobre 2018 l'alpinista David Lama ha completato la straordinaria prima salita in solitaria del Lunag Ri, la montagna di 6907 metri che si trova a cavallo tra il Nepal e il Tibet. Lama è partito dal campo base il 23 ottobre e, dopo due freddi bivacchi in quota, ha raggiunto la cima verso le 10.00 del mattina, per poi scendere rapidamente ed aspettare che il freddo della notte congelasse la parete e ritornare al campo base. Il successo è arrivato dopo due tentativi precedenti, il primo nel 2015 quando insieme all’alpinista statunitense Conrad Anker si sono dovuto arrendere 300 metri dalla cima, il secondo nel 2016 quando Lama ha deciso di tornare indietro a soli 250 metri dalla vetta. Stava arrampicando in solitaria, pochi giorni dal drammatico infarto di Anker che è stato immediatamente portato in elicottero a Kathmandu dove aveva subito un intervento. Il successo arriva al terzo tentativo quindi e segna una tappa importante nella vita del 28enne alpinista austriaco.



David, abbiamo visto il filmato. Sembra incredibile ...

Sì, è stata una bella salita. Sono felice.

In cima sembrava che stessi piangendo lacrime di gioia
Beh, no, in realtà non stavo piangendo per la felicità. Ho gli occhi pieni di lacrime perché avevo arrampicato all'ombra fino agli ultimi metri, quindi non avevo indossato occhiali da sole. Inoltre, il vento era molto forte ed è per questo che i miei occhi stavano lacrimando. Quindi no, non sono lacrime di gioia, ma sicuramente sono stato molto contento di essere in cima. Però sapevo anche che volevo scendere il più rapidamente possibile.

Questo era il tuo terzo tentativo di salire questa montagna. Puoi spiegarci brevemente come sono andate le cose?
Innanzitutto ho adottato una strategia simile a quella che avevo sperimentato durante il mio tentativo in solitaria nel 2016, con un primo bivacco a circa 6400 metri. Sono partito dal campo base poco dopo la mezzanotte del 23 ottobre e ho iniziato a salire per tutta la notte. Quando è al sole, la parte bassa della via è molto esposta alla scariche, ecco perché volevo superare questo tratto nel silenzio della notte. Le cose sono andate molto meglio del previsto e ho raggiunto il bivacco poco dopo l'alba, e poi ho trascorso il resto della giornata lì.

Perché dici meglio del previsto?
Non c'è molta neve sulla montagna quest'anno e quindi ho pensato che avrei dovuto superare un sacco di terreno di misto. Nonostante il buio sono riuscito a salire abbastanza velocemente, grazie anche a quello che ricordavo dai miei precedenti tentativi nel 2016 e 2015.

Quanto tempo sei rimasto al bivacco?
Ho riposato tutto il giorno in tenda e volevo riprendere la salita alle 5:00 del mattino successivo. Avevo messo la sveglia alle 4:00, ma quando mi sono svegliato il vento era troppo forte. Quindi ho aspettato un'altra ora. Avevo ricevuto una previsione del tempo da Karl Gabl che diceva che il vento sarebbe stato attorno agli 80 km/h durante il primo giorno, poi tra 40-60 km/h nei giorni successivi ma che si sarebbe abbassato durante il giorno, quindi ho deciso di posticipare la mia partenza fino alle 6:00. Ho pensato che così sarei stato al sole prima. Quando fa -30°C l'arrampicata è semplicemente molto, molto fredda.

Come si è svolta la giornata?
Il freddo è stato sicuramente un problema, ma ho continuato a scalare per tutto il giorno e poi ho raggiunto un punto più alto del tentativo precedente, dove ero tornato indietro due anni prima. Ho continuato fino a circa 6800 metri, dove ho poi bivaccato per una seconda volta.

E sei andato in cima il giorno successivo
Sì. Ho scalato l’inviolata headwall e ho raggiunto la vetta verso le 10:00, poi sono subito tornato al mio secondo bivacco, per proseguire verso il basso. Nel pomeriggio ho raggiunto il punto dove avevo trascorso la prima notte e ho montato tenda, mi sono riposato mentre il sole andava via dalla parete. Sono poi sceso nel buio e sono tornato al campo base attorno a mezzanotte.

Messo così, sembra quasi facile ...
Sapete com'è con i grandi progetti. Quando tutto fila liscio, sembra quasi facile. E al contrario, quando fallisci, tutto sembra davvero difficile, perché sei andato così vicino al tuo limite. La salita non è stata difficile come quella del 2016, ma in realtà è difficile da paragonare, perché le due salite erano molto diverse. La grande differenza è che nel 2016 non avevo progettato di salire in solitaria. Conrad aveva avuto un infarto ed era stato trasportato in elicottero a Kathmandu, e quando alla fine ho deciso di tentare la montagna da solo, la mia mente non era preparata come lo era quest’anno. Per rispondere concretamente alla domanda: quest'anno la salita è stata più piacevole. Ma certamente non è stata semplice.

Qual è stata la cosa più difficile?
Affrontare il freddo era difficile. La finestra di bel tempo che era stata prevista continuava a cambiare giorno dopo giorno, e sebbene avessi già fatto lo zaino, ho continuato a posticipare la partenza. Alla fine ho dovuto tentare la fortuna con l'ultima chance che mi era rimasta. Le condizioni erano tutt'altro che ideali e salire in quel freddo era impegnativo, soprattutto durante l’ultimo giorno. Alcune sezioni di misto erano tecnicamente abbastanza impegnative e affrontarle con le dita dei piedi fredde non era il massimo.

E la headwall?
Anche questa non è stato facile. Stavo salendo terreno sconosciuto, nessuno era mai stato lì prima di me. Non era del tutto chiaro quale linea avrebbe portato in cima. Ma come ho detto prima, ciò che mi ha più messo alla prova è stato il freddo estremo.

Gli ultimi metri sulla cima sembrano piuttosto esposti ...
Forse sembrano più spettacolari visti dal drone di quanto lo fossero in realtà. Non ho mai pensato di non salire fino al bordo, soprattutto perché avevo salito sezioni in basso che mi sembravano molto più esposte. Quei metri finali, per me, erano un terreno piuttosto semplice.

Come giudichi questa salita?
Voi ormai mi conoscete, non sono uno a cui piace usare grandi superlativi, e mettere questa salita a confronto con le altre mie salite è difficile visto che tutto quello che ho fatto finora sembra così diverso. Cerro Torre era certamente importante, con la storia degli spit e il fatto che volevo salire la via in libera. Allo stesso modo Lunag Ri è stato molto importante sia perché volevo raggiungere la cima sia per quello che è successo con Conrad. Paragonare le due salite sembra impossibile e anche ingiusto. Detto questo, il mio istinto mi dice che questa è stata una grande salita per me, e il completamento significa molto al livello personale.

Hai salito la via in solitaria. Hai mai pensato di farlo con qualcun altro, oltre a Conrad?
C’ho pensato brevemente, ma per me la domanda non era tanto se era possibile salire il Lunag Ri oppure no, ma come volevo salirlo. Salire questa montagna con un compagno diverso sarebbe stato più facile, ma avevo imparato dal mio tentativo del 2016 che con un po’ di fortuna e con le giuste condizioni sarei stato in grado di farlo da solo. Quando Conrad mi ha detto che sicuramente non avrebbe più tentato la montagna, invece di sostituirlo con qualcun altro ho deciso di andare in solitaria. Il progetto lo avevamo iniziato insieme alcuni anni fa, e ho pensato che per completarlo questo fosse il modo più bello.

Link: www.david-lama.comLa SportivaThe North Face 




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