L'affaire dello streaming, intervista al presidente IFSC Marco Scolaris
Riepiloghiamo brevemente il caso: lo scorso 5 aprile l’IFSC (International Federation of Sport Climbing) con un comunicato informa che dalla Coppa del Mondo Boulder di Meiringen, in Svizzera, le trasmissioni in streaming delle gare non saranno più visibili gratuitamente ma sarà necessario pagare un abbonamento. Questo per l’accordo triennale firmato con la statunitense Flosports. Subito parte la protesta. Una petizione online contro lo streaming a pagamento, promossa da Peter Crane e condivisa anche dalla Federazione austriaca, ottiene in poche ore più di 7000 firme di adesione. I Social impazzano. In moltissimi si oppongono ad una decisione che non riescono né a comprendere né a giustificare. Intanto la IFSC decide che la gara di Meiringen sarà trasmessa gratuitamente. E’ di ieri (12/04/17 ndr), invece, l’intervento della Commissione Atleti IFSC che da parte sua lamentava cambiamenti di regole e appunto la vendita dei diritti ai media senza essere stata consultata. A stretto giro è sempre di ieri (12/04/17 ndr) il comunicato stampa IFSC che ritirava tutto: lo streaming continuerà ad essere gratuito. Come sia potuto accadere tutto questo l'abbiamo domandato al Presidente IFSC Marco Scolaris.
Allora, Presidente, cos’è successo?
E' successo un bel pasticcio! Nel senso che è partita una comunicazione che non doveva partire. Perché in realtà, e lo posso dire a ragion veduta perché sono il presidente che deve firmare i contratti insieme al segretario generale, né io né il segretario generale avevamo firmato alcun contratto. Ed infatti non è stato firmato alcun contratto. Quindi è partita una comunicazione inopportuna. Insomma, abbiamo passato dei momenti interessanti! Tra l'altro la cosa è scoppiata mentre ero in Danimarca con tutta una serie di meeting, Tokyo, Buenos Aires, World Games, Wada, ecc. ecc. è stata una bella prova di resistenza direi!
Sulla base di cosa è partita questa comunicazione che non doveva partire?
Sulla base di uno studio che si stava effettivamente facendo per un progetto - peraltro già annunciato più volte da due anni a questa parte - di considerare la possibilità di rendere il webcasting a pagamento.
Perché stavate studiando la possibilità di far pagare lo streaming?
Perché al momento con le risorse che abbiamo non riusciamo a garantire la qualità necessaria per andare in televisione. Questa è la base dell'analisi che si stava facendo, e di cui le federazioni erano al corrente, perché nelle assemblee plenarie questo era stato annunciato, e quindi era un’ipotesi sul tavolo.
Quindi si tratterebbe di un misunderstanding?
Sì, chiamiamolo così... di fatto c’è stato evidentemente un problema interno che adesso verrà analizzato, anche perché queste cose non possono succedere un anno sì e un anno no. Si può tranquillamente dire che è stata veramente una pessima figura, per cui si vedrà come sia potuta succedere una cosa del genere e se ci sono delle responsabilità. Oltretutto la cosa più assurda in tutta questa storia è che oltre a non aver firmato il contratto, personalmente, dal punto di vista sentimentale, sono sempre stato contrario alla pay per view...
Ma se c’era stata una comunicazione che non doveva partire, come mai non si è intervenuti subito. Anche perché in quel comunicato c’è un virgolettato attribuito al Presidente.
Appunto! Ti trovi spiazzato, c'è un virgolettato attribuito a te e dici: un momento, vediamo di capire cos’è successo. Anche perché poi ogni parola che dici potrebbe complicare ancora di più la situazione. Comunque, prima di dire che questo o quell'altro aveva sbagliato ci voleva un attimo di calma. Quindi sono stato zitto, ho cercato intanto di ricostruire più o meno quello che era successo, di ricucire la cosa, di capire quali fossero in quel momento i rapporti con Flosports - perché chiaramente Flosports era coinvolto in questo progetto e lavoravamo su delle proposte - e di vedere insieme agli altri membri del board come uscire da questa situazione.
Avevate già in programma una riunione del board?
Sì, per fortuna avevamo già in programma il board per il 12 aprile e quindi abbiamo avuto come si dice i telefoni roventi in attesa del 12 prendiamo la decisione. Tuttavia, i membri del board sapevano già domenica che si sarebbe andati in quella direzione. Non solo, dal momento in cui con Meiringen sei nella situazione precedente, cioè quello dello streaming su youtube, nel nostro canale, beh insomma, si poteva capire che si sarebbe andati in quella direzione. Però bisogna anche stare attenti alle possibili implicazioni, insomma, non era facile, anche perché tutto questo era inatteso.
Ad essere sinceri, non è così capibile. Sul sito di Florsport c'erano già i costi dell'abbonamento streaming...
La dico così: io non ho mai ricevuto i costi degli abbonamenti. Si prepara, si analizza, i rappresentanti di Flosports, parlano coi nostri referenti e dicono noi faremo così e così. Bene. Domande: quanto costa? La durata del contratto? Tre anni non sarebbe stato comunque logico, né per noi né per loro...
Ma allora alla domanda se è stato un mero errore qual è la risposta?
Che al momento stiamo indagando. Attualmente preferisco non dire nulla perché comunque questa, chiamiamola inchiesta interna, alla fine chiarirà le dinamiche di questa assurdità.
Al di là di questo sarebbe interessante capire che numeri muove lo streaming delle gare...
Normalmente circa 60.000 persone vedono in momenti diversi tutta la trasmissione. Mentre le punte “live” arrivano anche a 10.000 – 12.000 persone. Picchi ben più alti si registrano per i major events, come il Campionato del Mondo. I firmatari della petizione, se vogliamo fare una battuta, superano i 12/13.000
Altro aspetto interessante: le motivazioni che vi spingevano ad esplorare questa possibilità erano incentrate sulla qualità?
Sì, il problema è che con questa qualità, che è discreta per uno streaming, non ci si può proporre alle televisioni. Anche perché abbiamo pochi soldi. La produzione la dividiamo come costi con gli organizzatori delle gare. E ovviamente agli organizzatori più di quello che chiediamo non si può chiedere perché fanno già i salti mortali. Noi stavamo cercando di analizzare delle possibilità alternative, ma non ci sono solo pay per view (avevamo tre proposte sul tavolo), evidentemente ce ne sono anche altre per immaginare un futuro televisivo. Anche perché è lì poi che fai il salto di qualità. Mi insegnate voi che anni fa si pensava che il web avrebbe sorpassato la televisione, ma invece questa previsione non è poi stata suffragata dai fatti. La televisione si mangia ancora la maggioranza del mercato, per cui bisogna pensare a come arrivarci, a meno che si voglia rimanere dove siamo.
Altro scenario: in giro si leggeva, e si mormorava, che l'IFSC è alla canna al gas con i conti e per questo è stata obbligata a fare questo passo
No, non siamo alla canna del gas. Direi che il problema è un altro. Il problema è che con un bilancio annuale di un 1.200.000 € e 6 impiegati dobbiamo gestire un'attività che adesso è doppiamente olimpica perché l’anno prossimo abbiamo l'appuntamento di Buenos Aires e nel 2020 i giochi olimpici Tokyo. Lo stesso impegno di altre federazioni olimpiche che hanno dei budget 10 volte superiori e anche il triplo di impiegati o anche più. Per fortuna non siamo alla canna del gas e continuiamo a fare le nostre cose e aldilà di questo pessimo incidente di percorso continuiamo a farle bene. Certo è che tiriamo la struttura ai limiti, e se non ci fossero dei volontari che coprono quello che lo staff non riesce a fare...
Questo spiega anche qualche cantonata che prendiamo, ma non è una giustificazione.
Anche la commissione atleti ha dichiarato di non essere stata coinvolta
La commissione atleti è coinvolta per tutto quello che riguarda le regole, l'attività ecc. Per quello che ho saputo, effettivamente su questa cosa dello streaming non è stata coinvolta nel suo insieme. D'altra parte però la commissione atleti ha il suo presidente che fa parte del board...
Stai dicendo che c'è una qualche mancanza di partecipazione?
Abbiamo sbagliato, ci siamo scusati, abbiamo fatto una stupidaggine, per me la storia era già chiusa a Meiringen, quando ho detto basta casino, streaming su youtube come sempre e chiuso. Adesso si tratta intanto di migliorare la comunicazione, migliorare il coinvolgimento delle parti, però incoraggiandole ad essere attive. Perché tu, noi, tutti, siamo tutti bravi a protestare. Però quando possiamo dire la nostra, magari stiamo lì, in silenzio, pigri o inattivi, o magari ce ne andiamo a scalare. Quello che io vorrei fare è una revisione delle procedure di funzionamento, dove tutti siano incoraggiati e stimolati a partecipare. Questo a partire dal board (dove qualcuno dorme e si sveglia solo all'ultimo minuto), alle federazioni nazionali, alle assemblee generali e tutto il resto. L’ho detto l'anno scorso: dopo il 3 agosto siamo entrati in un'altra dimensione, quella olimpica. Quindi le sfide sono incommensurabilmente più importanti, più grandi, i tempi si restringono. Bisogna andare ad una velocità a cui non eravamo preparati. Pertanto è indispensabile rivedere alcuni meccanismi: nessuno si deve sentire escluso, ma allo stesso tempo nessuno si deve tirare fuori. L’IFSC siamo tutti: dagli atleti al presidente, al Board, alle Federazioni Nazionali, alle commissioni, ai tracciatori, ai giudici. E poi abbiamo una Comunità piuttosto…attiva, ma questa non è una sorpresa ed è un valore aggiunto.
A proposito di Olimpiadi. La spada di Damocle sembra essere la formula di gara... per ora non ho sentito nessuno a cui piaccia.
Ho capito, ma cosa dovevamo fare? Allora, nel momento in cui si è aperta la possibilità olimpica, di avere una medaglia alle olimpiadi, dovevamo non andare? Io voglio ricordare solo una cosa: nel 2007, quando c’è stata l'assemblea fondativa della IFSC, è stata votata una risoluzione all'unanimità da tutte e 57 le federazioni, obiettivo giochi olimpici. Io mi sono adeguato. Quando nel 2014 siamo andati fuori dalla shortlist e non ci hanno presi, parlando con il presidente del CIO e con altre istanze internazionali mi sono reso conto che una porticina poteva riaprirsi. Avrò sbagliato, non so, ma io ci ho provato. Nel momento in cui mi sono impegnato, ci siamo andati. Chiaramente sapevamo dall'inizio che ci davano una sola medaglia. Se ti danno una medaglia e ti dicono portate una, due o tre discipline, vedete voi, però se ne proponete una o due, la/le scegliamo noi, cosa fai? Cerchi di proteggere gli atleti. Cerchi di fare in modo che tutte le discipline in qualche modo siano rappresentate, con l'obiettivo di fare così bene da guadagnarsi lo status permanente nel programma futuro, magari con tre o quattro medaglie. Certo che questa è una situazione di compromesso, però non è che hai molta scelta. Quello ognuno deve capire, e che noi abbiamo capito da un pezzo, è che i giochi olimpici non sono il campionato del mondo dell'IFSC, sono i giochi olimpici del CIO. Le regole, tutte, compreso il colore del tappeto che c'è da mettere nella sala VIP, le decide il CIO. Quindi non è che si può dire "dovevate avere 3 medaglie!“ Sì caro, ci abbiamo provato, però se loro dicono una, è una.
Tornando allo streaming, tutto a posto allora? Tutto rientrato?
Le ferite si devono rimarginare. Siamo rimasti tutti feriti da questa cosa che è stata molto antipatica, molto sgradevole, credo che tutti abbiano sofferto, quindi questo mi dispiace. Dobbiamo tirare un po' il fiato, riprenderci e poi partire di nuovo per l'avventura olimpica insieme con una comunità d'intenti. Poi però ripeto, come nella vita, non si può avere tutto e subito, ahimè, i cicli olimpici sono lunghi, durano 4 anni, lavoriamo per fare il migliore spettacolo possibile, a Buenos Aires già l’anno prossimo, a Tokyo nel 2020, poi sicuramente il futuro sarà molto brillante.
Per il futuro, continuerete ad esplorare lo streaming a pagamento o no?
Adesso creeremo una commissione ad hoc di esperti che coinvolgerà un po' tutti, dagli atleti alle federazioni, per cercare una soluzione. L'obiettivo è quello di migliorare l'immagine per andare in televisione e preparare un report sulle varie possibilità le varie opzioni. A quel punto si aprirà il dibattito per vedere in quale direzione muoversi e con quali strategie. Speriamo di coinvolgere tutti, sperando che tutti siano attivi.
Allora al prossimo streaming!
Sì, dalla Cina...
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