Sentiero Italia - Il palcoscenico della montagna, quest'estate la tournée di (S)legati e CAI
Il Club alpino italiano organizza con la compagnia teatrale "(S)legati" il progetto "Sentiero Italia - Il palcoscenico della montagna", una tournée teatrale in 11 tappe lungo il SICAI, per altrettante regioni d’Italia, con un totale di 22 rappresentazioni da giugno a ottobre 2024. L’obiettivo è quello di raccontare il Sodalizio tramite le persone che hanno segnato la sua storia passata e recente. Da Quintino Sella a Vitale Bramani, passando per Ninì Pietrasanta, Ettore Castiglioni, Guido Rossa, Antonia Pozzi, Federica Mingolla e Matteo Della Bordella.
Ogni tappa, organizzata grazie al coinvolgimento delle sezioni Cai, si compone di uno spettacolo a valle, in teatro o in piazza scelto tra il repertorio della compagnia e di una rappresentazione a monte, per rifugi e all’aperto: un racconto teatrale sulla vita dei grandi personaggi della storia dell’alpinismo.
Si parte, con le prime date confermate, venerdì 31 maggio a Roma con la rappresentazione dello spettacolo "Anche i sogni impossibili" (Teatro Trastevere, ore 21), seguita, sabato 1 giugno, dal racconto teatrale sulla figura di Ettore Castiglioni durante l'escursione nella tappa Livata - Cervara di Roma. La due giorni è organizzata dal Cai Roma. Si prosegue sabato 8 e domenica 9 giugno in Friuli-Venezia Giulia con lo spettacolo "Anche i sogni impossibili" (Teatro Auditorium Comunale di Lestizza, ore 21) e con il racconto sulla figura di Guido Rossa al culmine dell’escursione lungo il sentiero Cai 635, nella tappa che va dal rifugio Divisione Julia (Sella Nevea) al rifugio Gilberti Soravito. L’evento è organizzato dalla Società Alpina Friulana e rientra nelle attività collaterali del programma di celebrazione dei 150 anni della sezione. Sabato 22 e domenica 23 è il turno delle sezioni Cai di Bolzano, Laives e Appiano che organizzano "Un altro Everest" (Teatro delle Muse di Pintea di Laives, ore 20.30) e il racconto su Ninì Pietrasanta al Rifugio Oltradige. Chiude la prima parte di tournée la tappa organizzata dal CAI Bergamo sabato 13 e domenica 14 luglio con "Anche i sogni impossibili" e il racconto su Antonia Pozzi al Rifugio Calvi, punto di arrivo della tappa D18S e partenza della D19S. Ogni informazione sarà disponibile direttamente presso le sezioni organizzatrici.
"Questo progetto denota la sempre maggiore sensibilità del Cai verso le rappresentazioni teatrali, nella convinzione che la drammaturgia abbia la capacità di suscitare emozioni forti e di coinvolgere gli spettatori, trasmettendo loro nel modo più efficace i valori e gli ideali della montagna, che sono quelli propri del Club alpino italiano", ha dichiarato Angelo Schena, componente aggiunto del Comitato direttivo centrale del Cai.
La compagnia (S)legati
Nata nel 2008 dall’unione artistica di Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi, attori professionisti e appassionati di montagna, Compagnia (S)legati è la prima compagnia di teatro e alpinismo. Il loro nome deriva dal primo spettacolo che hanno allestito, "Slegati", in cui hanno messo in scena l’incredibile vicenda di Joe Simpson e Simon Yates raccontata dallo stesso Simpson ne "La morte sospesa". Oggi il loro repertorio comprende anche: "Un altro Everest", storia vera di un’emblematica scalata al Monte Rainier (Stati Uniti) da parte di due amici che ne usciranno completamente cambiati, e "Anche i sogni impossibili", sulla vita di Fausto De Stefani, il secondo italiano dopo Reinhold Messner ad aver salito tutti i 14 Ottomila.
Dal 1863 ad oggi. Otto grandi protagonisti del Club Alpino Italiano.
Ettore Castiglioni - La montagna al servizio degli uomini.
Ettore Castiglioni: uno degli alpinisti più famosi negli anni a cavallo delle due guerre. Gli anni dell’alpinismo eroico, della gara alla conquista delle vette, in cui la montagna era appannaggio di afflati patriottici e nazionalisti.
Ma non è questo il punto. Castiglioni, verso la fine della Seconda guerra mondiale, entra nelle schiere della Resistenza come "passeur": mette in salvo profughi che fuggono dal regime attraverso i valichi alpini. Mette al servizio di una causa più grande le sue competenze di "guida alpina".
La sua storia non è soltanto esemplare in quanto portatrice di valori universali (l’impegno politico, la solidarietà, la scelta), ma si interseca in modo sorprendentemente rivelante con vicende e personaggi politici del tempo. Potremmo senza dubbio dire che la nostra grande storia sarebbe stata diversa se non fosse esistito Ettore Castiglioni. Il racconto indaga proprio uno degli episodi più significativi di quel periodo della sua attività.
Guido Rossa - La ricerca di senso
La storia di Guido Rossa è contemporaneamente due cose: quella di uno degli scalatori più talentuosi, forti e stimati della sua epoca e quella dei grandi movimenti sociali e politici degli anni ‘60 e ‘70, di cui è stato uno dei protagonisti. Primo operaio ad entrare nella elitaria schiera degli accademici del Club Alpino Italiano, dopo aver flirtato con l’ambiente "superomista – eroico" dell’alpinismo di conquista, Guido si fa via via più attento alle questioni sindacali, alle ingiustizie sociali, alle disuguaglianze economiche. Il suo impegno politico e la sua fede nel dialogo e nelle istituzioni saranno così compromettenti, da farlo entrare nel mirino delle BR che, il 24 gennaio del 1979, lo uccideranno a sangue freddo sotto casa.
La storia di Guido è quella di un uomo a cui il "salire in alto" è servito per imparare a guardare in basso. Una sua celebre frase lo spiega meglio di qualunque discorso: "… per questo penso, che noi [alpinisti] dobbiamo finalmente scendere giù in mezzo agli uomini a lottare con loro, allargando fra tutti gli uomini la nostra solidarietà che porti al raggiungimento di una maggior giustizia sociale, che lasci una traccia, un segno, tra gli UOMINI di tutti i giorni e ci aiuti a rendere valida l’esistenza nostra e dei nostri figli".
Nini’ Pietrasanta - La bellezza… delle montagne
Ortensia Pietrasanta, detta Ninì. Fine. Non diremo altro della sua storia.
Non i dati anagrafici: "nasce nel 1909 in Francia e muore nel 2000 ad Arese, Milano" etc. Non che "è stata una della più forti, diciamolo anche una delle pochissime, alpiniste degli anni 20-30" etc. Non della sua celebre storia d’amore con l’altrettanto celebre alpinista Gabriele Boccalatte o del loro matrimonio o delle loro conquiste alpinistiche e che a lei è intitolato un pilastro del Monte Bianco: "Pointe Ninì".
Tutto questo è possibile trovarlo facilmente digitando il suo nome on line. Non parleremo di lei. Cercheremo di far sì che sia lei a parlare attraverso i suoi scritti.
Sì, perché Ninì non è stata solo una della pochissime donne alpiniste di quegli anni, ma è stata anche l’unica che ci ha lasciato qualcosa di scritto. Il suo libro "Pellegrina delle Alpi" è di una densità sorprendente: c’è amore, bellezza, senso, spirito, ironia, riflessioni politiche... tutto. Tutto ciò che la montagna è capace di contenere.
Antonia Pozzi - La poesia della montagna
Poesie, lettere, pensieri di Antonia Pozzi, una delle grandi voci della poesia del ‘900, narrata come in un flusso poetico e analogico.
La sensibilità, il fascino, la generosità di una ragazza di vent’anni, innamorata della vita e della montagna e che forse perché troppo sensibile ha messo fine alla sua vita nel dicembre 1938 a soli 26 anni in un prato alla periferia di Milano.
Antonia ha attraversato con ardore l’Italia fra le due guerre, in attrito silente con la sua famiglia borghese, ma fatto esperienze precluse ad altre donne del suo tempo, come studiare all’università, viaggiare in tutta Europa, andare in montagna e scalare. La montagna nelle sue poesie è sempre teatro del suo mondo interiore ed esteriore. È casa, è rifugio, è balsamo, è ispirazione. Antonia ha esplorato il mondo e se stessa con desiderio e coraggio attraverso la poesia. Lo ha fatto con tale profondità e talento, da meritarsi un posto riservato nella schiera delle grandi poetesse e dei grandi poeti della nostra storia.
Quintino Sella - Lo "statista con gli scarponi"
Così Quintino Sella viene chiamato nella densa biografia di Pietro Crivellaro.
Fondatore del Club Alpino Italiano, la storia di Quintino Sella è… la storia italiana.
Rileggere le sue gesta e i suoi discorsi, ripercorrere le sue imprese alpinistiche (in particolare la celebre salita al Monviso) significa ripassare attraverso una delle tappe fondamentali della storia del nostro Paese, quella della sua nascita. "Abbiam fatto l’Italia, ora facciamo gli italiani". Ecco, a suo modo Quintino, con la fondazione del CAI, ha contribuito a questa (forse ancora in atto) impresa!
Vitale Bramani - Di necessità… virtù
Prima di leggere fermatevi un attimo. Guardate adesso le vostre scarpe, osservatene la suola. Bene, ci sono moltissime possibilità che al centro di essa compaia un marchio ottagonale giallo. Se è così quelle sono suole "Vibram": VI(tale) BRAM(ani). Alpinista e imprenditore Vitale Bramani fu una personalità indubbiamente eclettica, vitale, istrionica e visionaria come poche ce ne sono state nella storia dell’imprenditoria italiana. Uomo capace di grandi visioni, fu in primis uomo montagna. È proprio grazie alla sua esperienza alpinistica che nacque la celeberrima suola Vibram. È bello sapere che una grande storia imprenditoriale non nasca dal banale desiderio di "fare soldi", ma da una necessità da un bisogno profondo, dalla capacità di sognare: Vitale non cercava il successo, ma qualcosa che aiutasse gli alpinisti a procedere meglio in quota, a rischiare meno… qualcosa che potesse salvare delle vite in montagna…
Federica Mingolla - Fragile come la roccia
Federica è una delle più giovani e importanti figure femminili delle mondo del climbing e dell’alpinismo contemporaneo. Non a caso è tra le poche prescelte della spedizione femminile italiana sul K2 organizzata dal CAI per celebrare i 70 anni dalla prima salita (1954-2024). Il suo percorso, oltre a catapultarci all’interno dell’alpinismo contemporaneo, è anche di grande ispirazione per chiunque, al netto che sia alpinista o meno. Nel suo libro "Fragile come la roccia", Federica si racconta cercando di trarre insegnamenti, possibili riflessioni, piccole agnizioni, dalle sue esperienze di climber, poi di alpinista. Dai suoi racconti emergono temi e spunti di riflessioni che superano di gran lunga i confini della montagna: la pressione della spasmodica ricerca del risultato e la sfrenata corsa al successo, la differenza tra passione e pressione (agonistica), la dipendenza dai social e dagli sponsor, l’importanza delle relazioni, il rapporto con le emozioni, la capacità di accettare i fallimenti. Temi che attraversano le nostre vite tutti i giorni, al di là che saliamo o non saliamo sulle montagne!