Rock The Mountain! a Ceresole Reale, Valle dell'Orco

La montagna nell'iconografia della musica pop: fino al 29 settembre la mostra del Museomontagna 'Rock The Mountain!' alla Casa Alpina Iren di Ceresole Reale
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La montagna nell'iconografia della musica pop: fino al 29 settembre la mostra del Museomontagna 'Rock The Mountain!' alla Casa Alpina Iren di Ceresole Reale
Museomontagna

L’estate 2024 della Valle Orco, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, viene animata da Rock the Mountain!, mostra del Museo Nazionale della Montagna ospitata da IREN nella Casa Alpina “Pierfranco Nigretti” alla diga di Ceresole fino al 29 settmbre

Dopo le tappe a Torino, Trento e Bilbao, la mostra – curata da Daniela Berta, direttrice del museo, e da Paolo Ferrari, giornalista e critico musicale – presenta in una nuova veste la collezione di cover di vinili a soggetto montano del Museomontagna. Attraverso una selezione di questo patrimonio unico, Rock the Mountain! percorre l’evoluzione della comunicazione visiva dell’industria musicale e del gusto per la rappresentazione della montagna negli ultimi cinquant’anni.

Il Museo possiede una ricca collezione di vinili con copertine a soggetto montano: testimonianze culturali che fotografano un mondo peculiare in un periodo significativo della sua storia. Attraverso una selezione di questo patrimonio unico – oggetto di un progetto di acquisizione, studio, catalogazione e digitalizzazione – Rock the Mountain! percorre, utilizzando un’inedita chiave di lettura, l’evoluzione sia delle strategie di comunicazione dell’industria musicale, sia del gusto per la rappresentazione della montagna negli ultimi cinquant’anni.

L’esposizione propone anche manifesti pubblicitari di album e tournée, che concorrono alla costruzione di un entusiasmante viaggio attraverso i generi musicali contemporanei e i rispettivi immaginari di riferimento: dal rock al soul, dal folk al metal, dall’elettronica alla disco music, fino alla ricerca e alla sperimentazione d’avanguardia.
Riusciamo a pensare ai nostri dischi preferiti senza visualizzarne subito la copertina o senza associarli a momenti specifici della nostra vita? Le cover dei vinili sono un’espressione del loro e del nostro tempo, un prodotto rappresentativo della cultura popolare e un segno indelebile impresso nella memoria individuale e collettiva.
Il Novecento – in particolare nella sua seconda metà – è il secolo della distribuzione di massa della musica, il periodo storico in cui gli incontri tra suono e immagine si fanno sempre più fertili. Negli anni Cinquanta le cover iniziano infatti, grazie all’illustrazione, ad affrancarsi dal ruolo di mero packaging: esplode il mercato e nasce una vera e propria ”album art” i cui effetti saranno dirompenti. A stretto giro si ricorrerà anche all’immagine della montagna per veicolare messaggi e fare breccia nei fruitori, stimolandone l’attenzione e la curiosità tramite una declinazione quanto mai eterogenea di scenari naturali e umani d’alta quota.

Grafica pura, fotografia, collage: le tendenze del gusto informano il design delle cover in ogni periodo, come pure le tecniche utilizzate per realizzarle. In alcuni casi le vette sono una presenza puramente episodica e strumentale ai fini commerciali, senza veri e propri legami di contenuto con il prodotto cui sono abbinate. In altri riescono invece a veicolare efficacemente il carattere e il messaggio dell’album, oppure a evocarne l’esperienza sonora.

Scorrere la galleria di copertine e poster di cui si compone questa mostra e far mente locale alle canzoni importanti che la pop music ha dedicato alla montagna significa constatare una sorta di cortocircuito tra estetica e contenuti. In altre parole: quasi mai un disco che sfoggia un paesaggio montano in copertina contiene testi in sintonia con quell’immagine. Viceversa, ad avvolgere ellepì e singoli con riferimenti d’alta quota sono soluzioni grafiche slegate dall’argomento. Per quanto concerne il materiale qui raccolto, le eccezioni a questo testacoda emotivo sono per lo più fisiologiche, ovvero legate a progetti artistici che vivono in simbiosi con la montagna, in primis le colonne sonore. Per il resto, pareti e cime sono perlopiù assenti dai testi o utilizzate in chiave metaforica.

Come molte mete d’alta quota presentano diverse possibilità di accesso, vie più o meno praticabili o impegnative, così sono differenti le strade che portano la montagna nell’immaginario della musica. Ripercorrere le tappe di questo flirt emotivo attraverso il materiale grafico significa imbattersi in un eccitante intrigo internazionale di evoluzioni semantiche ed estetiche.




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