Manolo ed i gradi stretti di Cornalba. Di Emilio Previtali

Sabato 4 luglio a Colere (BG) la serata con Maurizio Zanolla condotta da Emilio Previtali che spiegherà perché dalle sue parti, a Cornalba e nel bergamasco, i gradi sono sempre stati strettissimi. La colpa è di Manolo e la storia è questa qui
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Sabato 4 luglio ore 21:00 a Colere - Presolana Cultural Forum la serata dedicata all'arrampicata in compagnia di Maurizio Zanolla, in arte Manolo. Presenta la serata Emilio Previali.
Matteo Mocellin / Storyteller-labs

Manolo era il climber più figo di tutti perché aveva un nome tipo quello di un calciatore brasiliano. Era come Pelè o Socrates o Zico, non aveva un nome e cognome. Aveva un nome, bastava quello. Manolo, la parola in bocca rotolava via liscia come una caramella. Il giorno precedente alla grande visita - Manolo sarebbe venuto a Cornalba e "forse" avrebbe provato ad arrampicare su Peter Pan - tra noi arrampicatori bergamaschi c’era grande fermento. Bruno Tassi, il Camos, doveva sapere se la sua via, se Peter Pan, il suo capolavoro arrampicatorio, era o non era 8a. Tra il 7c e l’8a negli anni ’80 non c’era di mezzo un grado. C’era il paradiso. C’era la stessa distanza che c’è tra un uomo e una creatura extraterrena, lo spazio buio tra la terra e la luna. C’era lo spazio che c’è tra gli uomini e gli Dei. In Cornalba c’era già una via chiamata Solo gli Dei, che però si capiva che era solo 7c. Non bastava. Manolo l’8a l’aveva già fatto e aveva già fatto anche l’8b, certi favoleggiavano l’ 8b+ quindi per noi, Manolo, era come se fosse Dio.

Il giorno prima della sua visita il Càmos mi prese da parte, lo avevo capito subito quella mattina, appena lo avevo visto, che mi doveva parlare. Io ero un bòcia e Peter Pan non ero ancora in grado di farla tutta in un colpo, ma i movimenti sì, quelli li sapevo fare. Tutti. Anche il passo iniziale e quello finale e l’incrocio. L’incrocio era il movimento segreto, la sequenza delle prese andava cominciata al contrario e un piede bisognava lasciarlo a penzoloni nel vuoto, mettendosi di traverso, la soluzione del rebus era quella lì. Manolo non lo doveva sapere. Il Camòs quel giorno mi prese in disparte e mi fece sedere su un sasso ai piedi di Rambo, un’altra via che avevamo appena salito per riscaldamento. C’erano le foglie dei carpini e dei noccioli che tremavano al vento, c’era il cielo azzurro e c’erano le mie mani ancora sporche di magnesite, gli avambracci ingolfati. C’ero io accovacciato su un sasso, mi ero fatto piccolo-piccolo. Più piccolo che potevo. Il Camos stava per iniziare a parlare, eravamo solo io e lui. Un po’ ero preoccupato. Avevo fatto qualcosa che non andava bene? A me quando uno dice "Ti devo parlare" viene sempre in mente di chiedermi se per caso non ho fatto qualcosa che non va. Non avevo fatto niente, almeno mi pareva.

Il Camos stava in piedi davanti a me con l’otto ancora agganciato all’imbracatura, con indosso una tuta della Francital blu in ciniglia (una di quelle che andavano di moda allora e che Manolo reclamizzava sulle pagine dei giornali), sopra aveva un gillet di piumino rosso, slacciato. Camminava avanti e indietro nervosamente. Si accese una sigaretta - la duecentocentocinquantesima della giornata, credo - e fece un gran tiro. Prima di parlare guardò la brace arancione sulla punta della sigaretta. Poi cominciò. "Tu domani devi stare zitto. Manolo dell’incrocio non deve sapere niente. Non deve sapere quale è la presa da prendere per prima, altrimenti capisce tutto. Domani, mentre Manolo arrampica e prova Peter Pan, non voglio sentire una parola." Fece una breve pausa nel discorso che mi parve io dovevo riempire con qualcosa. "Ok", dissi. Era l’unica cosa che potevo permettermi di dire.

Il Camos fece un’altra tirata di sigaretta e riprese: "Meglio ancora sarebbe che tu e quell’altro (chèl òter era Simone Moro") steste direttamente a casa vostra, domani. Così non dite cazzate." Io feci segno di sì con la testa. Mi sarebbe piaciuto vedere Manolo arrampicare e vederlo alle prese con la via che era anche il mio sogno segreto ma che ancora non potevo provare seriamente perché non era ancora alla mia portata e poi perché era la via del Camos. Era la sua. Era lui che l’aveva immaginata, noi li non immaginavamo nemmeno le prese. Era lui che la doveva salire per primo. Non Manolo. Non Andrea Gallo. Non io. Non nessun altro. Io il tifo facevo per lui. Doveva salirla il Camos, Peter Pan, punto e basta.

Il giorno dopo, quando veramente venne Manolo a Cornalba e finalmente provò Peter Pan, io ero a casa. Per non combinare pasticci e per ubbidire al Camos non andai ad arrampicare. Fu dura, ma quel giorno non andai nemmeno in Cava a Nembro. Aspettai, tutto il giorno. Il Camos e il Vito Amigoni e tutti quelli che c’erano a vedere Manolo quel pomeriggio mi raccontarono del fatto che il passaggio duro non era riuscito né a capirlo né a farlo. Era Dio ma era anche umano, come noi. Come erano andate le cose quel giorno lo avrei sentito raccontare tante altre volte ancora, all’infinito, negli anni, ma le prime notizie, fresche, di prima mano, le ricevetti dal Camos, quella sera stessa. Allora non c’erano telefonini e sms. Da una cabina telefonica, poco dopo l’orario di cena, mi aveva chiamato e telegraficamente mi aveva detto: "Waldo (Waldo era il mio soprannome) l’ha càpit n’cazzo. Il movimento non è riuscito a farlo. Però ha detto che è 7c, massimo 7c+, non 8a." Nella voce del Camos c’era un tono dispiaciuto e tragico "Dobbiamo abbassare tutti i gradi delle altre vie di Cornalba." Poi riattaccò. Io misi giù e mi misi a piangere. In silenzio.

Bruno Tassi Camos salì Peter Pan nell’aprile del 1988. Io la salii per quarto, dopo il Camos, dopo Andrea Gallo, dopo il Vito Amigoni. Dieci minuti dopo il Vito. Quello fu uno dei giorni più belli della mia vita. Quanto al grado, la valutazione si è alla fine stabilizzata sull’8a+.

di Emilio Previtali

MANOLO A COLERE
Sabato 4 luglio ore 21:00 a Colere - Presolana Cultural Forum
Serata dedicata all'arrampicata in compagnia di Maurizio Zanolla, in arte Manolo
Presenta la serata Emilio Previali
Nel pomeriggio (solo in caso di condizioni meteo favorevoli) ci sarà la possibilità di arrampicare con Manolo in falesia Roby Piantoni, loc. Pian di Vione
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SCHEDA: la falesia Cornalba




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