Emozioni con 'Il sergente nella neve' di Mario Rigoni Stern a MontagnaLibri
Il 25 settembre 2008, in Piazza Walther a Bolzano, nell’ambito della sezione bolzanina di MontagnaLibri, il TrentoFilmfestival ha ricordato lo scrittore Mario Rigoni Stern con la lettura integrale de 'Il sergente nella neve', suo primo e più famoso libro.

Un momento della lettura collettiva del 26/09/2008 a Bolzano
A volte si può ricordare con la semplicità delle emozioni. E’ il caso di questa lettura integrale e collettiva che, come ci racconta Augusto Golin, ha fatto rivivere nel cuore di Bolzano le pagine de “Il sergente nella neve” e il ricordo di Mario Rigoni Stern.
Ricordare un amico di Augusto Golin
Eravamo in 28, come i giorni del mese più breve dell’anno quando non è “bisesto”. Insegnanti, pensionati, studenti, archivisti, semplice lettori. Volevamo ricordare un amico, un vecchio dalla barba bianca, anche se a non tutti era capitato di essere in confidenza con lui. Tutti però avevano letto le sue opere e lo avevano incontrato durante una sua visita a Bolzano alcuni anni fa. Era scomparso da alcuni mesi e intendevamo ricordarlo con qualcosa di non ufficiale, di formale, un relatore famoso, qualcuno che lo aveva conosciuto bene, che era in confidenza con lui, un personaggio, che so? Marco Paolini o Eraldo Affinati che aveva curato il “Meridiano” a lui dedicato. Questi avrebbero parlato di loro stessi, noi saremmo stati spettatori, nessuno avrebbe richiesto i nostri ricordi, quando e come lo avevamo letto, che impressione avevamo avuto quando lo abbiamo incontrato, cosa aveva rappresentato per noi.
Così abbiamo deciso di leggere un suo romanzo, integralmente, il primo, quello che l’ha reso famoso, quello che aveva aperto uno squarcio sulla guerra, una sporca guerra voluta dal regime fascista, contro un popolo le cui colpe non avevano nulla a che fare con la guerra che gli avevamo imposto, con l’occupazione del suo territorio, la distruzione dei suoi villaggi.
Così, in 28, ci siamo trovati una sera a Bolzano, lo scorso 26 settembre, in Piazza Walther, nel centro della città, in un tendone, una tenso-struttura che ospitava una mostra di libri, libri che parlano di gente di montagna come quelli che scriveva lui. Nessuno di noi era un attore famoso, non c’era Benigni, nemmeno leggevamo la Bibbia e nessuno di noi aveva un rapporto diretto con l’ultraterreno, come sponsor . Abbiamo letto “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern, dalla prima all’ultima riga. Cinque ore di lettura con la temperatura autunnale che andava via via rinfrescandosi nella notte. A scaldarci un samovar con del forte thè nero alla russa. Non era un’isba ma si sentiva lo stesso il calore dell’emozione.
“Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore.... “ erano passate da poco le sei e mezza quando abbiamo incominciato e quando siamo arrivati verso mezzanotte con il “Sergentmagiù” nell’isba dove se ne stava sdraiato sfinito e svuotato ad ascoltare la voce di una giovane donna che fila anche a noi era sembrato di essere arrivati “a baita”.
“Il bambino dormiva nella culla di legno, che dondolava sospesa al soffitto; il sole entrava dalla finestra e rendeva la canapa come oro; la ruota del mulinello mandava mille bagliori; il suo rumore sembrava quello di una cascata; e la voce della ragazza era piana e dolce in mezzo a quel rumore”.
Augusto Golin
Vai al video della lettura collettiva
Ricordare un amico di Augusto Golin
Eravamo in 28, come i giorni del mese più breve dell’anno quando non è “bisesto”. Insegnanti, pensionati, studenti, archivisti, semplice lettori. Volevamo ricordare un amico, un vecchio dalla barba bianca, anche se a non tutti era capitato di essere in confidenza con lui. Tutti però avevano letto le sue opere e lo avevano incontrato durante una sua visita a Bolzano alcuni anni fa. Era scomparso da alcuni mesi e intendevamo ricordarlo con qualcosa di non ufficiale, di formale, un relatore famoso, qualcuno che lo aveva conosciuto bene, che era in confidenza con lui, un personaggio, che so? Marco Paolini o Eraldo Affinati che aveva curato il “Meridiano” a lui dedicato. Questi avrebbero parlato di loro stessi, noi saremmo stati spettatori, nessuno avrebbe richiesto i nostri ricordi, quando e come lo avevamo letto, che impressione avevamo avuto quando lo abbiamo incontrato, cosa aveva rappresentato per noi.
Così abbiamo deciso di leggere un suo romanzo, integralmente, il primo, quello che l’ha reso famoso, quello che aveva aperto uno squarcio sulla guerra, una sporca guerra voluta dal regime fascista, contro un popolo le cui colpe non avevano nulla a che fare con la guerra che gli avevamo imposto, con l’occupazione del suo territorio, la distruzione dei suoi villaggi.
Così, in 28, ci siamo trovati una sera a Bolzano, lo scorso 26 settembre, in Piazza Walther, nel centro della città, in un tendone, una tenso-struttura che ospitava una mostra di libri, libri che parlano di gente di montagna come quelli che scriveva lui. Nessuno di noi era un attore famoso, non c’era Benigni, nemmeno leggevamo la Bibbia e nessuno di noi aveva un rapporto diretto con l’ultraterreno, come sponsor . Abbiamo letto “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern, dalla prima all’ultima riga. Cinque ore di lettura con la temperatura autunnale che andava via via rinfrescandosi nella notte. A scaldarci un samovar con del forte thè nero alla russa. Non era un’isba ma si sentiva lo stesso il calore dell’emozione.
“Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore.... “ erano passate da poco le sei e mezza quando abbiamo incominciato e quando siamo arrivati verso mezzanotte con il “Sergentmagiù” nell’isba dove se ne stava sdraiato sfinito e svuotato ad ascoltare la voce di una giovane donna che fila anche a noi era sembrato di essere arrivati “a baita”.
“Il bambino dormiva nella culla di legno, che dondolava sospesa al soffitto; il sole entrava dalla finestra e rendeva la canapa come oro; la ruota del mulinello mandava mille bagliori; il suo rumore sembrava quello di una cascata; e la voce della ragazza era piana e dolce in mezzo a quel rumore”.
Augusto Golin
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Note:
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Il sergente nella neve - lettura |
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www.trentofestival.it |
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