Zenyatta Mondatta l'A4 della California per Stucchi e Davila
Agli inizi di giugno Silvestro Stucchi ed Elena Davila hanno ripetuto Zenyatta Mondatta, via in artificiale estremo aperta da Bridwell, Mayfield e Row sulla grande parete di El Capitan (Yosemite - California).
Agli inizi di giugno Silvestro Stucchi ed Elena Davila hanno ripetuto Zenyatta Mondatta, la via di 540m, aperta da Bridwell, Mayfield e Row nel 1981 che rappresenta un vero caposaldo- capolavoro dell'arrampicata artificiale estrema sulla grande parete di El Capitan, nella valle delle meraviglie di Yosemite. Questa di Silvestro ed Elena (che hanno arrampicato alternandosi al comando) è probabilmente la prima salita italiana di quella che viene definita una sorta di porta d'ingresso al particolare e difficile mondo dell'arrampicata artificiale estrema. Ma non è certo di una possibile prima che vogliamo parlarvi. Vogliamo invece presentarvi il mondo dell'A4 e dell'incredibile gioco tra: "hooks, copperheads, passaggi al limite, psicologia, stress e soprattutto paura..." come lo definisce Valerio Folco, l'italiano che in questi anni è stato un riferimento per questa particolarissima passione verticale. Perchè, come scrive Valerio commentando questa salita: "Elena e Silvestro hanno fatto una cosa molto seria e molto difficile ma anche molto bella". Dunque: "Avanti c’è spazio per tutti; El Capitan è un sogno ad occhi aperti...". ZENYATTA MONDATTA (A4 a Yosemite) Quando l'allieva supera il maestro... di Silvestro Stucchi Io ed Elena avevamo già provato un'anno fa a salire questa mitica via sul Cap, ma al quinto tiro ci siamo bloccati... un blocco psicologico, paura di non farcela... Una perturbazione durata due giorni ci ha aiutato a prendere la decisione di scendere. La ritirata, l'amarezza, la rabbia, la voglia di riprovare ci hanno accompagnato tutto l'anno... Giugno 2005 siamo nuovamente lì all'attacco della via, più carichi e più conviti di poterla fare. Ci siamo preventivamente divisi i tiri; i primi due toccano a me,poi io salirò il fatidico quinto tiro e da li la via la saliremo in alternata. Ore 6:00, mi preparo ad affrontare il tiro. So già cosa mi aspetta, non sarà facile e svuoto completamente la mente dai pensieri negativi. Un errore mi costerebbe caro! Calzo le scarpette d’arrampicata, e con me porto solo ganci e qualche friends medio. Dopo sette passi in artificiale su ganci incomincio un breve tratto di arrampicata libera, scuoto la corda dietro di me per far saltare i tre ganci che avevo lasciato e moschettonato come sicurezza. Ora solo un tratto di arrampicata su roccia instabile mi separa dalla sosta. Un urlo di gioia fa capire ad Elena che sono in sosta! La scalata ora diventerà sempre più sostenuta e dobbiamo tenere la massima concentrazione. Con queste condizioni arriviamo ad affrontare il decimo tiro. La vecchia guida di Mc Manara lo valuta A4, ed è Elena che deve affrontarlo. Tutto procede bene ma la sorpresa è a 4 metri dalla sosta. Infatti li Elena ha dovuto concentrarsi al massimo e con quattro passi di gancio di cui due veramente brutti è arrivata in sosta;sotto di lei solo alcuni copper heads la proteggevano. Gli ultimi sei tiri che ci hanno portato fuori dalla via ci hanno dato filo da torcere, e dopo sei giorni di parete finalmente il calvario finisce. Negli ultimi tre giorni non siamo stati soli in parete, infatti sulla vicina Tangerine trip, gli amici spagnoli Cecilia e Juan ci incitavano a non mollare e ci incoraggiavano. Tornati a valle consultiamo la nuova Supertopo e scopriamo che altri due tiri quotati A3+ sono passati ad A4 ed alcuni di A3 quotati A3+. La roccia, infatti, il alcuni punti è molto instabile ed è sufficiente che si stacchi una reglette dove appoggiare il gancio che... Elena è stata molto brava a superare le difficoltà di questa salita ed è il caso di dire "l'allieva ha superato il maestro!" Silvestro Stucchi UN SOGNO AD OCCHI APERTI di Valerio Folco Hooks, copperheads, passaggi al limite, psicologia, stress e soprattutto paura… Questo è Yosemite, questo è El Capitan e questo è l’arrampicata artificiale estrema. La salita di Elena e Silvestro su ZM ci da lo spunto per riparlare di questo modo di salire una parete. In salite di questo genere comprendi come la scalata in se stessa sia solo una parte del tutto. Il tutto è fatto di molti particolari; devi ascoltare la tua mente che ti dice che sei un pazzo e devi tornare a casa; devi ragionare sul materiale e sulla strategia; la meteo, i Rangers che ti scoraggiano su ogni cosa che intendi fare, gli orsi che vogliono il tuo cibo, e infine quando sei pronto a partire e guardi su verso quello che ti aspetta non riesci a staccare i piedi da terra. Da parte mia sono felicissimo che ce l’abbiano fatta e spero che in futuro si possa ancora leggere sulle loro salite in Yosemite. Ora li lascio la sulla cima di El Capitan a godersi il loro momento magico per il quale, anche se non lo sapevano, hanno faticato tanto... Elena e Silvestro hanno fatto una cosa molto seria e molto difficile ma anche molto bella. Avanti c’è spazio per tutti; El Capitan è un sogno ad occhi aperti...
Foto dall'alto: Silvestro Stucchi in sosta su Zenyatta Mondatta; Super Capitan (archivio Stucchi - Davila) |
Note:
Ultime news
Expo / News
Expo / Prodotti
Rinvio arrampicata super versatili con moschettone Keylock
Imbracatura regolabile a tre fibbie per l’arrampicata in montagna, le grandi pareti e le vie di ghiaccio e misto.
Scarpette arrampicata per bouldering e per scalare in palestra.
Uno scarpone dal taglio mid-cut agile e leggero per hiking su terreni misti.
Giacca da montagna leggera minimalista
Il nuovo PHANTOM 6000 HD è uno scarpone progettato per l'alpinismo estremo. Grazie alla tecnologia HDry, offre una protezione impermeabile e traspirante superiore.