Valle Cochamó, Cile: nuova big wall sul Cerro Trinidad Central di Leo Gheza, Angelo Contessi, Diego Diaz
Dal Cerro Torre a Cochamó è un attimo, dalla via di ghiaccio perfetta all’apertura di una big wall sul granito del Cerro Trinidad decollando dalla cima. Questo è quello che mi piace fare, cercare stimoli in situazioni diverse provando ad essere polivalente e versatile in base alle esigenze...
Per chi non conoscesse Cochamò, si può presentare come la Yosemite del Sud America, fortunatamente molto meno famosa e turistica. Non avendo strade ed infrastrutture, è rimasta naturale e selvaggia al punto giusto. Il trail d’ingresso sono 13 km, e questo aiuta a scremare gran parte della gente che crea il classico sovraffollamento dei parchi a portata di auto.
Dopo un sopralluogo l’anno scorso a febbraio 2023 con Magda Mittersteiner, durante il quale abbiamo scalato e volato col parapendio aprendo 3 bellissimi decolli, quest’ anno il progetto era aprire una nuova via proprio sul centro della montagna simbolo del parco, un monolite di 800 metri con tagli e linee che ricordano quelle del mitico El Capitan in Yosemite.
Sono i primi di febbraio, il team è al completo. Io e Magda dopo un gennaio abbastanza disastroso a El Chalten raggiungiamo casa di Diego Diaz a Puerto Montt, amico e local di Cochamó, mentre "Angelino" Contessi arriva dall’Italia, altro amico fidato di vecchia data con cui ho condiviso parecchie aperture nelle alpi. Così, pronti via, carichiamo i cavalli con quasi 200 kg, tutta l’attrezzatura necessaria per rimanere dentro qualche settimana.
Il 7 di febbraio siamo già operativi, ma fin da subito incontriamo un grosso problema: la linea che volevamo aprire sul Cerro Trinidad Nord era già stata aperta! La mancanza di informazione è un grosso problema in questi posti e reperire le ‘topo’ spesso non è per niente facile. L’umore va a terra, ma fortunatamente avevo un buon piano B sul Cerro Trinidad Central, visto durante un climb&fly con Magda qualche giorno prima.
Iniziamo a portare tutto il materiale alla base della parete, purtroppo la linea nella parte bassa resta un po' più esposta rispetto al piano A, ma facciamo le nostre valutazioni e ci prendiamo qualche rischio abbastanza calcolato.
Utilizziamo fin da subito una buona finestra di 4 giorni per aprire i primi 500 metri che serpeggiano tra placche tecniche, fessure e qualche passo di artificiale su cliff, probabilmente liberabile anche se duro. Nel frattempo Magda si dedica a scalare ed aprire nuovi decolli, incredibile che nessuno prima di noi avesse volato col parapendio in questo posto, le cime sembrano fatte apposta, e le vie son molto belle da scalare.
Da qui altro problema: Diego oltre ad essere ammalato ha un "piccolo" incidente, visto il volo di 20 metri in un canale marcio direi che se l’è cavata bene, oltre alla botta e qualche graffio fortunatamente niente di rotto, ci è mancato poco... Tutto rimandato, riportiamo Diego a casa e visto anche il brutto tempo in arrivo con due giorni instabili, decidiamo di approfittarne per un breve rest.
Noi ricarichiamo le pile mentre Magda scappa alle Torri del Paine, altro posto magico, il richiamo è troppo forte, uno dei posti più belli per scalare del sud America, da un certo punto di vista la invidio. Ma la missione qua è aperta!
Così io e Angelo recuperiamo le forze e partiamo per l’ultimo push, apriamo la parte alta, la seconda metà della via, altri 450 metri tutti logici che seguono un evidente sistema di fessure mai banali, sostenuti e verticali, siamo gasatissimi! Riusciamo a liberare tutti i tiri tranne uno, lo abbiamo rinominato il Changing corner del Trinidad, d'altronde il tempo a nostra disposizione non era molto, ma speriamo resterà un progetto free per le nuove generazioni. Ripagati dagli sforzi arriviamo in cima verso le 9 e mezza di sera, la luna piena ed il cielo sereno ci accompagna per la notte, bivacchiamo 100 metri sotto la vera cumbre sapendo che col pensiero anche Diego è li con noi.
La mattina seguente "levo le ancore" con il parapendio che in 15 minuti mi riporta a fondo valle, atterrando proprio dentro il camping, beh cosa chiedere di più? Invece ad Angelo e all'amico Aro che ci raggiunto in cima, aspettano 4 ore di discesa a piedi, forse sono in debito con loro di qualche birra ;-)
Non è uscita una via di arrampicata, ma una vera big wall! Avventurosa, varia e soprattutto completa. Aprire una via di 1000 metri e poi decollare penso sia una delle cose che non dimenticherò mai, e alla fine quello che resta sono i bei ricordi di tutti noi insieme. Tenere la cordata unita è importante, come dicono loro qua, la "buena onda". C’è sempre qualcosa da imparare.
di Leo Gheza
Gheza ringrazia: La Sportiva, Salewa, Skywalk paraglider, Samaya, Lappas climbing
Cerro Trinidad central
NUNCA SAY NUNCA (spanglish)
5.12+ / A1 / 1000 mt
12-13-14-24 febbraio 2024 Angelo Contessi, Diego Diaz, Leonardo Gheza