Umbras alla Punta Cusidore in Sardegna e la ripetizione di Federica Mingolla

Dopo la prima puntata di ieri di 'Mezzogiorno di Fuoco' alla Punta Giradili, oggi pubblichiamo il report di Federico Orlandini della ripetizione di 'Umbras' alla Punta Cusidore in Sardegna, con la quale Federica Mingolla ha completato quello che è stato descritto da Rolando Larcher, uno degli apritori, come un ‘magico tris d’eccellenza’ in Sardegna.
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Federica Mingolla sale 'Umbras' alla Punta Cusidore in Sardegna con Federico Orlandini, autunno 2023
archivio Federica Mingolla

Dopo la prima puntata di ieri di 'Mezzogiorno di Fuoco' alla Punta Giradili, oggi pubblichiamo il report di Federico Orlandini della ripetizione di 'Umbras' alla Punta Cusidore in Sardegna, con la quale Federica Mingolla ha completato quello che è stato descritto da Rolando Larcher, uno degli apritori, come un ‘magico tris d’eccellenza’ in Sardegna.

UMBRAS di Federico Orlandini
Che il vento fosse un elemento da considerare ce n’eravamo accorti la notte prima, quando scuoteva, con troppo accanimento, il soffietto del furgone. E anche al mattino: attacchiamo o non attacchiamo? Domanda retorica, ovviamente.

Dopo la prima lunghezza però le raffiche spariscono, o ce ne dimentichiamo, chissà. Roccia perfetta, compatta, verticale, linea fiera: Umbras ci rapisce, una lunghezza dopo l’altra. La distanza tra le protezioni mette distanza anche col mondo che sta in terra. È un gioco ancora abbastanza sicuro ma che strizza l’occhio all’avventura; semplice e bellissimo, netto: accettare di danzare o non danzare affatto. Le vie di mezzo non esistono più, e la loro assenza dà colore ad ogni movimento.

Le ore passano e le sfumature cambiano. Grigio chiaro del 4° tiro, grigio più scuro del 5°: Fede, dopo un veloce primo giro di studio, passeggia anche questo. Io invece mi spiaggio sui metri iniziali di quella placca, troppo… placca. Ultima lunghezza, rosso. Il sole si nasconde dietro il massiccio verso Oliena e infuoca il cielo, dalla stessa direzione il vento ha ripreso adesso a soffiare prepotente.

Naso all’insù, fisso, perché lei si muove avanti e indietro tra uno spit e l’altro, cercando la linea, senza mai considerare l’opzione di appendersi. Più notte che giorno, quella luce dove non vedi senza frontale e non vedi con. Il vento aumenta. Tra un’imprecazione di rabbia ed una lamentela di paura le faccio da controcanto con qualche monosillabo di incoraggiamento: ne esce una litania un po’ seria, un po’ comica, che ci accompagna per un’oretta buona. Con la determinazione incrollabile che le ho visto sfoderare ormai altre volte raggiunge finalmente la catena. Vento…troppo vento. Festeggiamo dopo magari.

Doppia di discesa, recuperiamo il cordino ma la corda si avvolge su sé stessa e non scende… Ops. Paranco: inutile. Veloce valutazione delle alternative per uscire da lì: tutte assai poco invitanti. Telefonate, messaggi. Sì, vi vengono a prendere domani. Ci piace, grazie. Buio.

Sosta a friends tre metri più in alto per essere forse più riparati e forse più comodi. Né comodi, né riparati. Cena? Cena. Formaggio dimenticato in fondo al saccone, acqua, sali. Ma quanti sali ti porti? Vabbè, film? Film. Ho il telo termico nel saccone! Grande! Ce lo avvolgiamo tipo copertina da divano: uno, due, tre e… il vento ce lo strappa in mille pezzi. OK, niente telo.

50% di batteria. Basta film, spegniamo. Canticchiamo la colonna sonora appena imparata, ridiamo, guardiamo le stelle. Quante ore mancano? Almeno 12 ancora. Vabbè, proviamo a dormire?Proviamo a dormire. La temperatura scende; decisamente meno allegri e un po’ tremolanti entriamo in uno stato di dormiveglia, dove il protagonista è uno solo: il vento, sempre più forte, sempre più vincitore.

Nella valle ad est di Punta Cusidore c’è un sistema carsico la cui parte superiore è denominata grotta di “Su Bentu”. Ripenso a questo nome, evocativo di una terra che nasconde bellezza che riempie. Penso che, una volta scesi a terra, vorrei poter continuare lo stesso gioco che abbiamo trovato oggi quassù, in questo angolo di Sardegna, dove la natura prevale ancora e ti incanta, dove chi ha tracciato la linea di salita ha lasciato quell’impronta che non è forzatura, ma poesia e coraggio.

Forse anche se è scomodo, freddo e il tempo scorre lento, troppo lento, è esattamente qui che voglio essere. Penso a tutto questo e mi addormento, pare, profondamente.

di Federico Orlandini

NDR: la cordata ringrazia la guida alpina Roberto Pau e i membri del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Nuoro che presto la mattina successiva sono saliti per sbloccare le corde.

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