Tavolara, l’arrampicata sull’isola avvolta tra leggenda e realtà
L’Isola di Tavolara è una delle meraviglie del Mediterraneo, un’isola che si erge dal mare per più di 500 metri come una gigantesca nave pietrificata, circondata da ogni lato da pareti e scogliere di roccia di ottima qualità.
Sito carico di mitologie e leggende, da sempre attira lo sguardo di chi, proveniendo dal "continente" con il traghetto, si accinge ad attraccare nel Porto di Olbia. Penso che ogni alpinista o arrampicatore abbia almeno sognato con lo sguardo su quelle pareti e si sia chiesto come mai non fossero state mai stata recensite nelle guide alpinistiche. Eppure le notizie di salite da parte di arrampicatori risalgono ai primi anni settanta, da parte dei soliti finanzieri di Predazzo, primi esploratori del Supramonte di Oliena. Ebbene anche loro avevano compiuto delle salite sulle pareti dell’isola! Lo sapevate? Si vocifera che non le resero note perché non autorizzati a compierle da parte del loro comando eppure esse sono regolarmente recensite nella "bibbia" di Alessandro Gogna, "Mezzogiorno di Pietra". Tuttavia poco dopo Tavolara scompare dalle pagine delle successive guide alpinistiche della Sardegna e sull’isola cala il mistero: si può scalare? Oppure è vietato? A chi bisogna chiedere per poter aprire delle vie? In effetti, come riportato da wikipedia, l’isola è privata e l’accesso alla sua cima rimane vietato se non in possesso di regolare autorizzazione. Tanto bastò a Gino Buscaini per stornarla dalla mia guida "Sardegna" e per lo stesso motivo decisi di escluderla dalle successive edizioni di Pietra di Luna.
Ma la storia alpinistica dell’isola non si è fermata, anzi, è proseguita in modo più o meno "clandestino"... Alla fine degli anni settanta il tedesco Bodo Habel vi apre numerose vie tradizionali; poco dopo il forte dolomitista Giuliano Stenghel si innamora dell’isola e vi apre molte vie nuove, spesso in compagnia di scalatori di origine sarda. Stiamo sempre parlando di vie tradizionali, senza materiale fisso. La prima via moderna arriva però negli anni novanta ad opera di Lecis e Sarti, come riportato da Gogna nel suo ultimo libro: se reato c’è stato, ormai dovrebbe essere caduto in prescrizione… :-) Mai pubblicata per esteso, raramente ripresa, questa estate ho avuto occasione di ripeterla due volte e sistemarla un po’, ripulendola dall’erba e aggiungendo qualche cordone. A differenza di quel che si legge sul libro di Alessandro Gogna "La pietra dei sogni", non mi pare che la via ricalchi la Via dei Finanzieri, semmai risulta spesso vicina a quella di Bobo Habel, senza però mai sovrapporsi ad essa. Ciò almeno secondo le mie ricerche ed i miei sopralluoghi sul campo. Quindi, forse, possiamo finalmente pubblicare questa bella via!
Ma allora, si può scalare a Tavolara? Che volete, fate un po’ voi… Ogni estate centinaia di escursionisti salgono sulla Punta Cannone, il suo punto più elevato, dove si può godere di una vista straordinaria. E ci salgono con l’aiuto di corde fisse ed ogni altro genere di manufatto, accompagnati da ottime guide escursionistiche locali (consigliamo ai non esperti di farsi assolutamente accompagnare). Quindi perché non potrebbero frequentarla gli scalatori?
Particolare attenzione va però prestata a seguire i sentieri di accesso indicati nella scheda, evitando di passare, una volta sbarcati, nelle proprietà private. Chissà, potrete magari incontrare il "Re" di Tavolara, che peraltro è una persona gentile a cui non dispiace che la sua parte di isola sia frequentata dai turisti. Eh si, perché su quest’isola vige ancora la monarchia, lo sapevate?! Se volete saperne di più procuratevi il libro di Giuliano Stenghel "Nonno… perché abbiamo i denti d’oro?"
di Maurizio Oviglia
SCHEDA: Affora sa nato, Isola di Tavolara, Sardegna