Scogliera di Pal Piccolo, Arrampicarnia e la nuova alba del Passo di Monte Croce Carnico
La parete della Scogliera, più di tutte nella zona del Pal Piccolo e dei suoi dintorni racconta la storia e l'evoluzione della scalata in questi luoghi di confine, in questa terra di mezzo.
Dopo l'esplorazione e lo sviluppo negli anni culminati nello storico ed ora mitico Arrampicarnia a metà anni ‘80, questa parete è lentamente caduta in un silenzioso letargo, dimenticata, negli anni in cui il restante territorio della Carnia ha vissuto un enorme sviluppo con la continua scoperta e chiodatura di nuove falesie. Non si ha memoria, se non di una manciata di casi, di nuove vie e nuove libere di prestigio nella parete madre del Pal Piccolo per un periodo di quasi due decenni.
Forse è vero che le belle opere nascono dalla pazienza e dal lasciare correre il tempo, forse questo oblio, questo grande sonno della Scogliera l'hanno salvata dalla moda dello scavo di inizio anni '90 preservandola così ancora vergine e ricca di un enorme potenziale e di tanta bellezza per le nuove e future generazioni di chiodatori e scalatori.
A risvegliarla dal tepore del suo riposo, a darle un nuovo spirito, una nuova linfa è stato nel 2010 il talentuoso scalatore locale Mattia Casanova con la sua salita in libera della via Sliwovitz, difficoltà 8b/b+, un vecchio progetto risalente agli anni dell'Arrampicarnia, ora divenuta con merito una classica di alta difficoltà della parete. E' stata questa salita che ha fatto aprire gli occhi sul reale potenziale della parete per le difficoltà di grado 8 e più, e soprattutto ha aperto gli occhi sul valore della bellezza e della quantità di nuove linee che da quel momento in poi sono state chiodate o che restano ancora da chiodare.
Gli anni successivi hanno visto un lento e silenzioso fermentare di nuove salite in libera di vecchi itinerari, Alex Corrò unirà il nuovo tiro dell'Italia se desta (chiodatore l'instancabile Gianni Cattaino) con il secondo tiro della vecchia via Steppin Out e ne nascerà così un lungo e bellissimo 7c+, ora un grande classico della parete. Il leggendario Luciano "Chen" Cimenti unirà in un unica soluzione i due tiri di Take it Easy facendo nascere così un bellissimo 8a. Moreno Not salirà il 7c+ di Viagrus una linea stupenda opera del trapano di Cattaino; Andrea Polo salirà presumibilmente per primo in libera i 40 mt della via di 8a+ del settore "X".
La meteora che però sconvolgerà le pareti del passo sarà la visita nel 2013 di Adam Ondra che per tre anni consecutivi tornerà in scogliera in occasione dei raduni Find Your Way organizzati dall'associazione Chiodo fisso e che regalerà alla nostra terra le prime libere di Bella senza Nome 8c (chiodatori austriaci), il Paradiso è altrove 8c+ al settore "X" (chiodatore Not Moreno), Team Vision 8c+ (chiodatore Alberto Dal Maso) e di Find your way...60 mt di 8c OS!! (chiodatore Andrea Polo).
Negli ultimi tre anni l'esplorazione di queste pareti continua, Moreno Not innamorato di questi luoghi ha liberato L’invida del Pane 8c (Chiodatore Mattia Casanova) al vicino settore SPQR. In Scogliera Moreno ha chiodato e liberato Fuga da Camomilla 8b+ ed ha allungato e poi liberato tre vecchi classici degli anni '80 facendo nascere così Sugar Man 8a, Tango Mumbo Jumbo 8b, Sgneck Assoluto L3 7c+. Andrea Polo dopo avere ripetuto le tre perle di 8c/c+ della Scogliera liberate da Sir Adam Ondra, ha allungato ulteriormente L'Italia se... creando e liberando così Fratelli d'Italia uno stupendo 8b di 55mt, Charly Fritzer ha liberato la variante dx di Schurckenpach 8a+ (chiodatore Reinhard Ranner) e Davide Danna ha liberato la vecchia placca di Desirè Bamoko 7c.
L'esplorazione di queste pareti è ancora lontana dal dirsi esaurita, vecchi progetti come Softcell e Il senso del possesso sono stati richiodati ed aspettano la prima libera, altri ancora sono di fresca chiodatura ed in attesa che qualcuno si innamori di loro; alcuni come il secondo tiro di Per Aspera ad Astra chiodata da Chen o il progetto Camomilla chiodato da Moreno sono in odore di grado 9... Tanto resta ancora da chiodare, questa è una seconda e speriamo longeva giovinezza per la Scogliera!
Vi domanderete forse come mai questa parete, nonostante la qualità altissima della sua roccia, la bellezza della scalata e l'eleganza disegnata nelle sue linee sia ancora sconosciuta ai più e non sia praticamente frequentata da nessuno se non dai suoi pochi innamorati.
Dovete sapere che la regola che vuole che le cose più belle siano le più dure e dolorose da raggiungere trova qua la sua conferma, in Scogliera le vie sono dotate di grande carattere, non aspettatevi di scalare in relax gustandovi il sole ed il bellissimo panorama alpino che vi circonda. La roccia compatta richiede un continuo e difficile uso dei piedi, gli appigli non sono mai troppo netti e generosi, la scalata è per lunghi tratti continua ed atletica, la gradazione dei tiri più classici, che nei numeri sono i più facili, è figlia della tradizione dei climbers degli anni '80, e la ristrettezza e la bastardità di questi gradi non può che farci ammirare i pionieri a cui si deve la nascita, la rivoluzione dell'arrampicata sportiva e che questi tiri liberarono.
In questa parete non basta la forma fisica, la forza di dita, la buona tecnica ed una buona testa, queste vie richiedono prima di tutto una buona dose di umiltà, moneta rarissima dei giorni nostri, ma superato lo scoglio iniziale i pochi che resisteranno devono aspettarsi grandissime soddisfazioni.
I rari frequentatori di questo luogo si trovano sovente a dire con gli occhi sorridenti di felicità: "ho ripetuto Roxy", "ho ripetuto Soupe Ici", "ho ripetuto Spitemo", "Mambo Jumbo", "ho ripetuto l'Italia"…, in Scogliera le vie possiedono il dono di essere chiamate con il loro nome molto prima che con il loro grado.
Un altro capitolo che potremmo aprire è quello a riguardo della possibilità di nuove chiodature, ma non vorremmo svelarvi così tutti i segreti, lasciamo ai pochi interessati che sia la curiosità, la creatività e l'impegno il loro meritato regalo.
Vi mettiamo in guardia però perché il mal di Passo è contagioso e potreste ritrovarvi a percorrere innumerevoli volte quei quindici minuti di sentiero che vi separano dalla parete, siamo sicuri pure che molti di voi storceranno il naso e la scogliera non la visiteranno più dopo il primo impatto, del resto come ricorda un lungo tiro di questi posti... Il paradiso è altrove.
I ragazzi del "plockenstone"
>> Scarica le vie della Scogliera di Pal Piccolo