Rocca Busambra... in Sicilia una nuova via d'arrampicata ed un pilastro per Maurizio Lo Dico
18-05-2015
Partiamo, e come spesso accade la nostra direzione è quell’Ovest che da tanti anni ci offre nuove avventure, fatte di aria e di pietra. Queste piccole spedizioni in Sicilia occidentale mi ricordano spesso i film western Americani, ma a differenza delle pellicole a stelle e strisce, per noi la promessa di terre lontane da conquistare, qui in Sicilia si tramuta nella voglia di mettersi in viaggio, di fuggire dalla nostra piccola realtà quotidiana, e di vivere così a fior di pelle tutte quelle cose che a causa degli impegni della vita di tutti i giorni spesso siamo costretti a mettere da parte.
Non abbiamo neanche il tempo di partire, che già a Gela siamo costretti a cambiare strada per via di un’interruzione. Un brutto incidente stradale ha costretto le forze dell’ordine a chiudere la SS 115, quindi non possiamo far altro che accettare di buon grado la cosa e dirigerci per vie alternative verso la nostra meta. Dopo aver attraversato paesi di cui ignoravamo l’esistenza, il lungo e rocambolesco viaggio nel cuore della Sicilia ci porta a Ficuzza: un nome bizzarro per questo piccolo borgo sovrastato dalla massiccia mole di Rocca Busambra. Quando arriviamo sotto la montagna abbiamo ancora un po’ di tempo per guardarci intorno e per ammirare silenziosamente le pareti arrossate dal tramonto, dopo di che anche per noi arriva il momento di perderci nella notte.
19-05-2015
La sveglia non fa neanche in tempo a suonare, abbiamo gli occhi aperti già da un pezzo infatti, tanto che impazienti saltiamo fuori dalla tenda. Il tempo di una fugace colazione e finalmente ci inoltriamo nella tanto desiderata libertà. Un estetico pilastro incastonato nel cuore della grande parete Nord, da tempo stuzzicava la mia fantasia, e ad Arturo è stato sufficiente accennarglielo per far si che anche in lui scattasse la voglia di scalarlo.
La roccia fin da subito si dimostra bellissima, e le prime due lunghezze filano via velocemente e senza intoppi. Un piccolo errore di valutazione però ci coglie impreparati. La terza lunghezza che nelle foto sembrava facilmente scalabile in stile tradizionale, si rivela più difficile del dovuto e ben poco proteggibile, tanto che saremo costretti ad impegnarci un bel po’ per aprirla. Ne verrà fuori un gran bel tiro, ma questo piccolo contrattempo farà volar via tempo prezioso. Ancora una breve lunghezza di corda e per tutta una serie di considerazioni, decidiamo che per questa volta va bene così. Torneremo a rifarci presto, questo lo sappiamo bene, ma fino ad allora sappiamo anche che quel tarlo sottile, lo stesso di sempre, prenderà nuovamente possesso delle nostre menti. Speriamo solo che questa attesa sia breve…
25-06-2015
Torniamo, e nonostante sia passato poco più di un mese dall’ultima volta, sentivamo già una grande nostalgia per questo posto. Questi luoghi nella loro semplicità, riescono a custodire una profonda quanto aspra bellezza! Lei bellissima come sempre, al nostro arrivo è avvolta nella luce pomeridiana di questa estate appena iniziata. Piazziamo il nostro piccolo campo base in corrispondenza della Ciacca di Mezzogiorno, il ripido canalone che taglia in due la montagna, e dopo aver trasportato l’attrezzatura alla base della via, passiamo il resto della giornata a fantasticare nuove avventure.
L’indomani il bellissimo avvicinamento senza il saccone sulle spalle risulta oltre modo piacevole, e risaliti velocemente tutti i tiri già aperti, ci ritroviamo finalmente laddove l’ultima volta avevamo deciso di scendere. La giornata però non inizia come ci aspettavamo, e non appena iniziamo a scalare si alza un vento furioso che ci fa dimenticare di essere a giugno, e come se non bastasse, contro tutte le previsioni meteo inizia anche a piovere.
Non desistiamo però, e per questo veniamo premiati soltanto con fortissime raffiche di vento, ma questo piccolo inconveniente unito alla difficoltà di apertura delle successive lunghezze, come al solito ci farà perdere tempo prezioso. A circa quaranta metri dalla punta del pilastro ed in mezzo ad un diedro di commovente bellezza, vista l’ora decidiamo di rimandare la cima per la prossima volta. Dedicheremo il resto del tempo a pulire la via, un lavoro questo che comunque era indispensabile. Anche se con un velo di tristezza addosso, non possiamo fare altro che lasciare il nostro pilastro senza ancora averne toccato la punta, ma questa volta manca davvero poco!
21-11-2015
Dopo un lungo periodo di lavoro trascorso in Sardegna, il ritorno a casa oltre a ritrovare gli affetti e gli amici più cari, è il momento per portare a termine i progetti lasciati in sospeso, e uno di questi è naturalmente il nostro bellissimo pilastro. Il tempo di riprendere fiato e con Arturo eccoci di nuovo sotto l’amata Rocca Busambra, che tanto per cambiare sa sempre stupirci con la sua bellezza.
Questa volta a rendere ancora più piacevole la nostra piccola spedizione si è aggiunta anche la compagnia di Giorgio Iurato. Un amico da sempre il Torello, ci aspetterà alla base della montagna mentre noi saremo impegnati ad ultimare la via, e si terrà pronto per effettuarne la libera il giorno seguente. Come da programma raggiungiamo il punto massimo raggiunto, e cercando di restare fedeli alla linea immaginata mille volte, ci impegniamo per completare al meglio l’ultima parte della via.
Dopo due bellissime lunghezze di corda e in cima al pilastro che da tanto tempo desideravamo raggiungere, l’abbraccio felice che due amici possono scambiarsi è qualcosa che difficilmente può essere messo nero su bianco. Ci lanciamo in doppia lungo la via con il sorriso di chi sa di aver vissuto pienamente, ancora una volta, l’ennesima opportunità che le montagne ci offrono.
Il giorno seguente desiderosi di scalare in libera la via, purtroppo siamo costretti ad arrenderci di fronte alla natura. Nebbia fitta e vento fortissimo ci danno il buongiorno, al punto tale che siamo costretti a lasciare Rocca Busambra prima del previsto. Questa volta però non ci resta che aspettare la fine di questo inverno ormai alle porte, per poi ritornare ancora, quando la roccia sarà nuovamente desiderosa di essere accarezzata!
Buone scalate a tutti…Max e Arturo
A Maurizio Lo Dico, alpinista siciliano scomparso nel 1994, abbiamo voluto dedicare questa via, e soprattutto questo pilastro finora innominato. Maurizio è stato un grande alpinista, e ancora oggi risulta troppo poco conosciuto alla grande massa degli arrampicatori siculi e non solo. Fantasioso apritore di vie nuove, protagonista di salite solitarie, e tra i primi siciliani a scalare sulle Alpi confrontandosi con grandi itinerari classici in quota. Non abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, ma i racconti di chi con lui ha condiviso momenti importanti, hanno accresciuto la stima che già nutrivamo nei suoi confronti. Per questa ragione nel nostro piccolo abbiamo voluto dedicargli questa nostra realizzazione, con la speranza di far conoscere anche ad altri questa importante figura dell’alpinismo isolano. Perché importantissimo è guardare al futuro, ma ancora di più lo è ricordandosi del passato!
SCHEDA: Melodie mai perdute, Pilastro Maurizio Lo Dico, Rocca Busambra