Nina Caprez e Barbara Zangerl ripetono Die Unendliche Geschichte in Rätikon
Due delle più esperte climbers di vie sportive su grandi pareti, la svizzera Nina Caprez e l’austriaca Barbara Zangerl, hanno effettuato due notevoli rotpunkt di Die Unendliche Geschichte, il capolavoro aperto dall’austriaco Beat Kammerlander sulla 7° Kirchlispitze in Rätikon, Svizzera. Salita dal basso nel 1990 e liberata l'anno successivo, la "storia infinita" ha dovuto aspettare ben 14 anni per la prima ripetizione, per mano di Pietro Dal Prà. E mentre negli anni successivi la vicina Silbergeier (sempre di Kammerlander) riceveva tutta l’attenzione dell’élite mondiale, dal 2005 fino ad ora Die Unendliche Geschichte rimaneva sempre lì, in disparte e trascurata quasi, silenziosamente in attesa di un'altra salita…
Quest’estate Nina Caprez e Barbara Zangerl erano in gran forma dopo le ripetizioni, rispettivamente, di Hannibals Alptraum sulla vicina 4° Kirchlispitze e di Bellavista alla Cima Ovest di Lavaredo. Così, a fine agosto, le due avevano deciso di unire le forze per esplorare un nuovo progetto insieme. A dire il vero Caprez e Zangerl arrampicano spesso insieme - anni fa avevano provato Silbergeier come team, poi la salita congiunta è saltata a causa dell’infortunio alla schiena della Zangerl - e adesso i tempi erano finalmente maturi per mettere alla prova le loro abilità tecniche, ed il loro coraggio, su Die Unendliche Geschichte. Lì, di entrambi questi attributi, ce ne vuole assai: si parla infatti di difficoltà che sfiorano l' 8b+ massimo, con 7c+ obbligatorio e lunghi run-outs, tanto da spingere Kammerlander a sostenere che Unendliche Geschichte è ben più esigente fisicamente e psicologicamente di Silbergeier, aperta due anni più tardi, nel 1993.
Dopo la salita di Dal Prà, nel corso degli anni sulla via erano cresciute le ragnatele... Senza l’aiuto di segni di magnesite sugli appoggi e rinvii lasciati sulla via, Caprez e Zangerl hanno iniziato a decifrare i 12 tiri. Un compito non facile, così difficile infatti che sono stati necessari 3 giorni solo per capire come salire i primi 3 metri del secondo tiro chiave, quello gradato 8b. "La cosa che rende questa via speciale" ci ha raccontato la Zangerl "è che a differenza di Silbergeier, questa è molto più appoggiata e le prese non sono per niente ovvie. Devi sperare che le scarpette rimangono sugli appoggi e che non scivolino via. Su alcuni movimenti hai il 50% di probabilità di stare attaccato." Ma non sono stati soltanto i tiri chiave che hanno dato filo da torcere, come spiega ancora la Zangerl " Se guardi il tracciato della via pensi, ehi 6b, facile, ah 7a, non dovrebbe essere troppo brutto. Invece quando ti trovi lassù la via non ti regala niente, in particolare sui lunghi run-out su alcuni dei tiri più facili."
Inizialmente la via sembrava praticamente impossibile e i progressi erano molto piccoli, ma le due hanno perseverato e poi, dopo 10 giorni di lavoro, improvvisamente tutto ha funzionato alla perfezione e la via è stata salita in rotpunkt ben due volte, l' 8 e il 9 settembre.
Queste ripetizioni potrebbero facilmente essere archiviate con l’etichetta, molto alla moda, di "prima salita femminile", ma con questo si rischierebbe di trascurare l'importanza di quello che è, in effetti, soltanto la seconda e la terza ripetizione in 25 anni, a prescindere dal sesso. Con questo in mente, vale la pena ascoltare ciò che Caprez ha da dire su questo argomento: "Ai miei occhi non c'è alcuna differenza tra ragazzi e ragazze, in particolare su pareti verticali e tecniche come quelle in Rätikon. C'è solo una differenza che conta ed è tra la prima salita e tutti gli altri che seguono. Chi viene a ripetere una via si trova sempre in una posizione privilegiata, sa già che la via è fattibile."
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