Manolo ripete Thin Ice
Il 25 aprile Maurizio "Manolo" Zanolla ha ripetuto Thin Ice a Terlago.
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Manolo
archivio Manolo
Il Mago, che il prossimo venerdì sarà presente a Trento per la serata alpinistiche Sarca (R)evolution assieme a Luisa Iovane, Heinz Mariacher ed altri esploratori del gioco verticale degli anni '80, proprio il giorno della Liberazione ha ripetuta Thin Ice, la via chiodata da Larcher e Bonvecchio e liberata da Favresse a Terlago, che solo pochi giorni fa è ritornata alla ribalta con la prima ripetizione di Riccardo Scarian.
Manolo quella mattina era con noi, a regalarci la sua visione, bella, intensa, profonda, prima di toravare la sua speciale leggerezza e libertà sulla parete. Come ha sempre fatto, come siamo sicuri farà ancora.
Thin Ice di Manolo
Se non era per Rolly (dicasi Larcher) probabilmente quest’anno non avrei ancora ricominciato a scalare. E’ stato un anno difficile per la scalata quello del mio mezzo secolo che nemmeno tutta la neve caduta questo inverno è ancora riuscita a seppellire.
Mi ero ormai quasi adattato alla lontananza dall’ambiente e da tutto quello che lo circonda, ma proprio nei giorni che inciampavo nei miei 51 anni Rolandone è riuscito a trascinarmi a Terlago. Era davvero strano ricominciare, così indeciso, fra quella tribù che guarda sempre in su ed i suoni ormai sempre meno metallici dei moschettoni. Improvvisamente, una presa mi si è staccata dalle mani e, mentre l’azzurro terso dell’inverno si allontanava rapidamente, ho capito che ero ritornato a scalare.
Quella linea, in mezzo, era davvero bella e non ho resistito... non ho nemmeno atteso che il sole se ne andasse ed ero già là, e addirittura i singoli non mi sembravano nemmeno tanto difficili. Dopo una settimana avevo ancora tutti i tendini incazzati da tanta boria ma quella via dimenticata da quasi due anni improvvisamente aveva trovato diversi corteggiatori. Allora ho pensato che forse era meglio attendere, ma facevo fatica e chissà perché con tutte le linee che esistono al mondo a volte qualcuna ti cattura più di un’altra, probabilmente anche perchè non sono così bravo e quindi non posso avere molte scelte. Ma una velenosa accetta con un serio taglio ad un dito mi ha decisamente costretto a desistere.
Quando stavo guarendo sono ritornato per capire se quella linea poteva ancora rientrare nelle mie ambizioni. Le sensazioni non erano molto buone avevo perso quasi completamente la resistenza ma la forza era decente e avevo intuito che quel passo potevo farlo meglio anche senza usare quel povero dito. Tre giorni dopo, il 25 aprile, nel giorno della Liberazione, senza crederci nemmeno per un momento quel passo l’ho fatto, proprio come volevo, dopo bastava solo arrivare in cima.
A volte alcune vie diventano più facili se pensiamo solo al prossimo passaggio e riusciamo ad estraniarci dalla globalità del cammino, diventiamo più leggeri, forse solo mentalmente, ma può servire. Ringrazio davvero anche Guido un talento semisconosciuto di quella generazione che si avvicina ai cinquanta divertendosi e che ho visto incredibilmente volare due volte all’ultimo passo, forse per cavalleria. Lì proprio a fianco un mio grande amico, qual’era Roberto Bassi, incendiato troppo presto dalla vita, aveva seminato un sogno. Io spero di non essere ancora troppo vecchio per poterglielo dedicare.
Manolo
Video Manolo Trento Filmfestival
Manolo quella mattina era con noi, a regalarci la sua visione, bella, intensa, profonda, prima di toravare la sua speciale leggerezza e libertà sulla parete. Come ha sempre fatto, come siamo sicuri farà ancora.
Thin Ice di Manolo
Se non era per Rolly (dicasi Larcher) probabilmente quest’anno non avrei ancora ricominciato a scalare. E’ stato un anno difficile per la scalata quello del mio mezzo secolo che nemmeno tutta la neve caduta questo inverno è ancora riuscita a seppellire.
Mi ero ormai quasi adattato alla lontananza dall’ambiente e da tutto quello che lo circonda, ma proprio nei giorni che inciampavo nei miei 51 anni Rolandone è riuscito a trascinarmi a Terlago. Era davvero strano ricominciare, così indeciso, fra quella tribù che guarda sempre in su ed i suoni ormai sempre meno metallici dei moschettoni. Improvvisamente, una presa mi si è staccata dalle mani e, mentre l’azzurro terso dell’inverno si allontanava rapidamente, ho capito che ero ritornato a scalare.
Quella linea, in mezzo, era davvero bella e non ho resistito... non ho nemmeno atteso che il sole se ne andasse ed ero già là, e addirittura i singoli non mi sembravano nemmeno tanto difficili. Dopo una settimana avevo ancora tutti i tendini incazzati da tanta boria ma quella via dimenticata da quasi due anni improvvisamente aveva trovato diversi corteggiatori. Allora ho pensato che forse era meglio attendere, ma facevo fatica e chissà perché con tutte le linee che esistono al mondo a volte qualcuna ti cattura più di un’altra, probabilmente anche perchè non sono così bravo e quindi non posso avere molte scelte. Ma una velenosa accetta con un serio taglio ad un dito mi ha decisamente costretto a desistere.
Quando stavo guarendo sono ritornato per capire se quella linea poteva ancora rientrare nelle mie ambizioni. Le sensazioni non erano molto buone avevo perso quasi completamente la resistenza ma la forza era decente e avevo intuito che quel passo potevo farlo meglio anche senza usare quel povero dito. Tre giorni dopo, il 25 aprile, nel giorno della Liberazione, senza crederci nemmeno per un momento quel passo l’ho fatto, proprio come volevo, dopo bastava solo arrivare in cima.
A volte alcune vie diventano più facili se pensiamo solo al prossimo passaggio e riusciamo ad estraniarci dalla globalità del cammino, diventiamo più leggeri, forse solo mentalmente, ma può servire. Ringrazio davvero anche Guido un talento semisconosciuto di quella generazione che si avvicina ai cinquanta divertendosi e che ho visto incredibilmente volare due volte all’ultimo passo, forse per cavalleria. Lì proprio a fianco un mio grande amico, qual’era Roberto Bassi, incendiato troppo presto dalla vita, aveva seminato un sogno. Io spero di non essere ancora troppo vecchio per poterglielo dedicare.
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